E&P 2022, 46 (4) luglio-agosto Suppl. 1

Impatto del COVID-19 nella popolazione immigrata in Veneto, per area geografica di provenienza

Eliana Ferroni, Nicola Gennaro, Claudio Barbiellini Amidei, Francesco Avossa, Giovanni Maifredi, Teresa Spadea, Laura Cacciani, Caterina Silvestri, Letizia Bartolini, Letizia Bartolini, Alessio Petrelli, Anteo Di Napoli, Manuel Zorzi, Gruppo di lavoro INMP Covid19 e immigrati

OBIETTIVI: analisi dell’impatto della pandemia di COVID-19, in termini di rischio di infezione e ospedalizzazione, nella popolazione immigrata in Veneto, per area geografica di provenienza. 
SETTING E PARTECIPANTI: la popolazione in studio è rappresentata dai residenti e assistiti nella Regione Veneto di età inferiore ai 65 anni, risultati positivi al test di ricerca del virus SARS-CoV-2 nel periodo 01.03.2020-30.06.2021 e ospedalizzati con COVID-19, individuati dal sistema di biosorveglianza regionale.
PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: l’impatto della pandemia di COVID-19 sugli immigrati provenienti da diverse aree geografiche è stato stimato in termini di tassi d’infezione e di ricoveri specifici per età e genere, calcolati come il rapporto tra il numero di eventi osservati nelle diverse popolazioni in esame e la popolazione residente in Veneto al 01.01.2021. I tassi degli immigrati sono stati confrontati con quelli della popolazione italiana stimando i rapporti tra tassi di incidenza (incidence rate ratio, IRR), usando il modello di Poisson aggiustato per classe d’età e genere.
RISULTATI: in generale, i soggetti provenienti dall’America centro-meridionale e dall’Asia centro-meridionale mostrano tassi d’infezione superiori alla popolazione italiana, in quasi tutte le classi di età considerate. Di contro, l’Africa settentrionale e i Paesi a sviluppo avanzato (PSA) mostrano tassi d’infezione inferiori agli italiani; nel caso degli altri Paesi asiatici, rappresentati in particolare dalla Cina, i tassi d’infezione sono addirittura dimezzati. Rispetto alla popolazione italiana, gli stranieri – a eccezione di quelli provenienti da PSA – mostrano tassi di ospedalizzazione maggiori in tutte le classi di età considerate e a prescindere dall’area geografica di provenienza. Né l’età né il genere sembrano modificare l’associazione tra il Paese d’origine e i tassi d’infezione e di ospedalizzazione. Rispetto agli italiani, l’IRR per l’infezione da SARS-CoV-2 risulta particolarmente basso nei soggetti provenienti dagli altri Paesi asiatici (-53%), dai PSA (-25%), dall’Africa Settentrionale (-21%) e dall’Europa Orientale (-10%). Mostrano, invece, rischi di infezione più elevati gli immigrati dall’America e dall’Asia centro-meridionale (+17% e +10%, rispettivamente). I tassi di ospedalizzazione sono risultati particolarmente elevati nei soggetti provenienti dall’Asia centro-meridionale, dal continente africano e dall’America centro-meridionale, con frequenze tra 1,84 e 3,14 volte maggiori rispetto ai cittadini italiani. 
CONCLUSIONI: dalla valutazione dell’impatto del COVID-19 nella popolazione immigrata in Veneto sono emerse forti differenze nei tassi d’infezione e di ospedalizzazione tra stranieri provenienti da diverse aree geografiche. Il rapporto dei tassi d’infezione tra italiani e stranieri risulta marcatamente più basso rispetto al corrispondente rapporto dei tassi di ospedalizzazione, e concorre a supportare una possibile sottodiagnosi dell’infezione tra le popolazioni immigrate. Si mette in evidenza l’importanza per la sanità pubblica di aumentare l’attenzione verso queste fasce di popolazione più vulnerabili, per contrastare la diffusione del virus, potenziando le politiche vaccinali, il contact tracing e il testing.