Abstract

Objectives: to describe the monthly trend of breastfeeding during hospitalization and the presence of companion of woman’s choice during labour and birth, and the key regional responders’ perspective of homogeneity/heterogeneity of the presence of the support person, before, during (February-May 2020), and after the first COVID-19 pandemic wave in a few Italian Regions.

Design: two-phase study. 

Setting and participants: data from the italian birth certificate of six Italian Regions between 01.01.2019 and 31.03.2021 were analysed. Semi-structured interviews were conducted with the key regional respondents.

Main outcome measures: the frequency distributions of breastfeeding and the presence of companion of woman’s choice were calculated as a whole and for each Region.

Results: the infant feeding practices experienced smaller changes during COVID-19 pandemic than the presence of the companion of woman’s choice during labour and birth, from January 2019 to March 2021. The highest value of exclusive breastfeeding was recorded in September 2020 (72.1%; 95%CI 71.3-72.8) in all Regions, while the lowest was recorded in March 2021 (62.5%; 95%CI 61.5-63.4). The presence of companion of woman’s choice during labour and birth decreased during the pandemic and did not return to pre-pandemic levels. The highest value of presence of father during birth was recorded in March 2019 (59.0%; 95%CI 58.2-59.8), while the lowest in April 2020 (50.0%; 95%CI 49.1-50.8). The main emerging themes were: the existence of national, regional and local indications; the facilitators (e.g., Baby-Friendly Hospital Initiative implementation, strong motivation of the staff) and the critical points (e.g., inadequate analysis of the clinical-epidemiological context, inhomogeneous indications) of management of the support person presence.

Conclusions: the emergency has changed the provision of health services that not always guaranteed the application of best practices. It would be desirable to work for assessing the appropriateness of the birth certificate data to collect more accurate information and to provide clinical recommendations.

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Riassunto

Obiettivi: descrivere l’andamento mensile dell’allattamento durante il ricovero per parto, della presenza di una persona a scelta della donna durante il travaglio e il parto e la percezione di omogeneità/eterogeneità da parte dei rispondenti chiave regionali prima, durante (febbraio-maggio 2020) e dopo la prima ondata pandemica di COVID-19 in alcune Regioni italiane.

Disegno: studio in due fasi.

Setting e partecipanti: sono stati analizzati i dati dei certificati di assistenza al parto di sei Regioni italiane nel periodo compreso tra il 01.01.2019 e il 31.03.2021. Inoltre, sono state condotte interviste semi-strutturate con i rispondenti chiave regionali.

Principali misure di outcome: la distribuzione di frequenza dell’allattamento e della presenza di una persona a scelta della donna è stata calcolata come totale e per ogni Regione.

Risultati: le pratiche di alimentazione infantile hanno mostrato cambiamenti minori rispetto alla presenza di una persona a scelta della donna, da gennaio 2019 a marzo 2021. Il valore più alto di allattamento esclusivo è stato registrato a settembre 2020 (72,1%; IC95% 71,3-72,8) in tutte le Regioni, mentre il più basso è stato registrato a marzo 2021 (62,5%; IC95% 61,5-63,4). La presenza di una persona a scelta della donna durante il travaglio e il parto è diminuita durante la pandemia e non è tornata ai livelli pre-pandemici. Il valore più alto della presenza del padre durante il parto è stato registrato a marzo 2019 (59,0%; IC95% 58,2-59,8), mentre quello più basso ad aprile 2020 (50,0%; IC95% 49,1-50,8). I principali temi emersi sono stati: l’esistenza di indicazioni nazionali, regionali e locali e i fattori facilitanti (implementazione dell’Iniziativa Baby-Friendly, forte motivazione del personale), e le criticità della gestione della presenza della persona a scelta della donna (analisi inadeguata del contesto clinico-epidemiologico, indicazioni disomogenee). 

Conclusioni: l’emergenza ha modificato l’erogazione dei servizi sanitari che non sempre hanno garantito l’applicazione delle buone pratiche. Sarebbe auspicabile lavorare per valutare l’appropriatezza dei dati del certificato di assistenza al parto, in modo da raccogliere informazioni più accurate e fornire raccomandazioni cliniche.

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