Riassunto

Negli ultimi anni l’impatto della “normativa privacy” (D. lgs 196/2003 e norme successive) in ambito epidemiologico ha messo in luce la necessità di un bilanciamento tra tutela del dato sensibile e sostegno alle esigenze conoscitive. Nell’impianto attuale di questa normativa è ormai evidente l’esistenza di difficoltà per l’epidemiologia, soprattutto in relazione alla comunicazione dei dati di salute già raccolti in altri studi o per finalità clinico-sanitarie. Partendo dalle questioni emerse nell’ambito delle attività di ricerca e sorveglianza epidemiologiche del Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell’Istituto superiore di sanità, questo lavoro intende offrire spunti e riflessioni per una razionalizzazione del concetto di «trattamento dei dati sensibili», con uno sguardo particolare alle sue maggiori implicazioni, tra cui la pertinenza del dato, il concetto di identificabilità che la normativa sottende, la liceità della comunicazione dei dati sensibili, il consenso informato. Considerando che le reti di dati stanno sostituendo gli archivi statici, quello che ci sembra irrinunciabile è la tutela della “confidenzialità” del dato più che la sua anonimizzazione irreversibile a ogni costo. Accanto alla tutela dei dati personali, l’impegno delle istituzioni dovrebbe essere quello di fornire al legislatore un quadro chiaro delle necessità dell’epidemiologia di avvalersi di flussi di dati che vengono da raccolte istituzionalizzate di centri clinici e servizi sanitari. È quindi auspicabile un cambio culturale verso il consolidamento del principio che in Sanità pubblica la prevenzione si realizza anche a partire da ricerca e sorveglianza epidemiologiche che ne sono parte imprescindibile.

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Abstract

In recent years, the impact of the Italian legislation on the use of personal data (Legislative Decree 196/2003 and successive regulations) on epidemiological research has highlighted the need for reaching a balance between protecting sensitive data and making these data available for public health purposes. Complying with this legislation constitutes a number of challenges in the field of epidemiology, especially with respect to the use for research of health data that have been collected for purposes other than research. Based on the difficulties experienced by the National Center of Epidemiology, Surveillance and Health Promotion of the Italian National Institute of Health, in the present work we aim to promote what we feel is a more rational approach to the concept of «use of sensitive data». In particular, we address the importance of these data for research, the concept of identifiability as defined in current legislation, informed consent, and the lawful use of the data. Given that data networks have been replacing static archives, it is more realistic to strive for the protection of data confidentiality, as opposed to performing irreversible anonymization of data.We also stress the role that research and health institutions should play in clearly communicating to law and policy makers the importance of the data routinely collected by healthcare facilities in performing epidemiological research and surveillance, stressing the invaluable impact of these activities on the health of the population. We also emphasize the importance of strengthening the concept that public health prevention also begins with epidemiological research and surveillance.

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