Riassunto

L’Italia è uno dei Paesi europei con il più elevato consumo di antibiotici, sia in ambito territoriale sia ospedaliero, e con i più preoccupanti livelli di resistenza agli antibiotici. Nel 2015, è stato finanziato dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (CCM) il Progetto “Buone pratiche per la sorveglianza e il controllo dell’antibiotico-resistenza”, con l’obiettivo di favorire azioni integrate a livello nazionale di contrasto all’antibiotico-resistenza (AMR) e promuovere la diffusione delle buone pratiche esistenti.
I principali obiettivi del progetto erano: delineare il quadro delle buone pratiche esistenti a livello nazionale attraverso una revisione della letteratura scientifica; migliorare la sorveglianza attraverso l’individuazione di standard comuni minimi, incluso l’ambito pediatrico, e il consolidamento del sistema nazionale di sorveglianza dell’AMR coordinato dall’Istituto superiore di sanità (ISS); definire strumenti per identificare le priorità di intervento; attuare interventi di implementazione di buone pratiche, con particolare riguardo all’uso appropriato di antibiotici nelle infezioni delle alte vie respiratorie in pediatria di comunità; attuare programmi di informazione/formazione sull’uso prudente di antibiotici in veterinaria.
Hanno partecipato al progetto 7 regioni (Emilia-Romagna con funzione di coordinamento del progetto, Campania, Calabria, Lazio, Lombardia, Piemonte, Toscana) e l’ISS.
Il progetto ha consentito di documentare la scarsa diffusione di esperienze di controllo dell’AMR a livello nazionale (su 277 studi esaminati, solo nel 6,1% dei casi l’obiettivo era la valutazione dell’efficacia di specifici interventi); una significativa variabilità tra regioni sia nel consumo di antibiotici sia nella prevalenza di microrganismi antibioticoresistenti, con diffusione in alcune regioni di numerosi microrganismi responsabili di infezioni “critiche” per il loro potenziale impatto sulla salute; l’efficacia di un intervento multimodale mirato a promuovere l’uso responsabile di antibiotici nei bambini per infezioni frequenti, quali faringotonsillite e otite media acuta (riduzione del 35% del consumo di antibiotici tra il 2010 e il 2017 in Emilia-Romagna e inversione del rapporto amoxicillina/amoxicillina-acido clavulanico); la necessità di individuare nuovi indicatori per monitorare il consumo di antibiotici nelle pediatrie ospedaliere e di un sistema nazionale per segnalare nuovi profili di resistenza; la buona accettazione di programmi formativi indirizzati ai veterinari.ù
In conclusione, il progetto ha contribuito a identificare le aree più critiche e a individuare soluzioni potenzialmente trasferibili a livello nazionale.

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Abstract

Italy is one of the European Countries with the highest level of antimicrobial consumption, both in the community and in hospital settings, and with the highest prevalence of antimicrobial resistant microorganisms. In 2015, the Project “Good practices for the surveillance and control of antimicrobial resistance” was funded by the Italian National Centre for Disease Prevention and Control (CCM): the aim was to promote integrated actions at national level to control antimicrobial resistance, favouring the transfer of existing good practices.
The principal objectives of the project were: to describe the Italian scenario of good practices based on literature review; to improve the capacity of surveillance, through achieving consensus on a core set of indicators, including paediatrics, and through the strengthening of the national surveillance system of antimicrobial resistance coordinated by the Italian National Institute of Health; to define tools useful for priority setting; to evaluate the efficacy of intervention programme aimed at promoting the appropriate use of antibiotics among children for upper respiratory tract infections in the community; to set up training programmes on the prudent use of antibiotics in veterinary medicine.
Seven regions were enrolled in the project (Emilia-Romagna with the role of programme coordinator, Campania, Calabria, Lazio, Lombardy, Piedmont, Tuscany) and the Italian National Health Institute.
The project allowed to document: the scarce spread of control practices at national level (out of 277 studies reviewed, only 6.1% of the cases were targeted to evaluating the effectiveness of intervention programmes); a significant variability among regions both in relation to antimicrobial consumption and antimicrobial resistance prevalence, with a worrying spread in some regions of several antimicrobial resistant organisms responsible for “critical” infections with great potential health impact; the effectiveness of an intervention aimed at promoting appropriate use of antibiotics in frequent infections for children in the community, such as pharingotonsillitis and acute otitis media (35% reduction of antimicrobial consumption between 2010 and 2017 in Emilia-Romagna; an inversion of the ratio amoxicillin/amoxicillin-clavulanate); the need for new indicators to monitor antimicrobial consumption in hospital paediatric wards and of a new national system for timely identification of new antimicrobial resistance profiles; a positive evaluation of the training programme for veterinary physicians.
In conclusion, the project has contributed to identify the most critical areas for antimicrobial resistance control and to select appropriate solutions, potentially transferable to the national level.

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