Abstract

BACKGROUND: exposure to dioxins has been associated with an increased risk of soft-tissue sarcoma (STS). In a study relating to 1989-1998, a significant excess of STS was found in the population living within a 2-kilometre radius of an industrial incinerator located inside a Mantua industrial site. In the years 1974-1991, the incinerator burned hazardous chlorine-containing waste that resulted in the emission of dioxins. After 1991, it was exclusively fed with organic synthetic products not containing chlorine.
OBJECTIVES:
the aim of this case-control study was to estimate the STS risk, for 1999-2014, in the population living in four Mantua districts located in the proximity of the industrial incinerator, compared to subjects resident in the remaining parts of Mantua province, regarded as non-exposed.
METHODS:
the cases analysed were subjects with a first-incident diagnosis of STS between 1999 and 2014 resident at diagnosis in Mantua Province. Cases were selected using the 2013 criteria from the WHO classification. Cases of Kaposi sarcoma, PEComas and STS occurring in a previously irradiated field were excluded. For each case of soft-tissue sarcoma, four controls were randomly selected from all individuals resident in Mantua Province included in the Regional Health Service database in the years of incidence of each case (calendar year), and individually matched for gender and year of birth. Residential and occupational history (for employment in an oil refinery, and petrochemical and chemical plants) was reconstructed for all study subjects (cases and controls) since 1961. Subjects were considered exposed if they had lived in the four Mantua districts most affected by the incinerator emissions, on the basis of an atmospheric dispersion model and a dioxins biomonitoring survey. Four analyses were performed according to variously defined residential time windows. Odds ratios and corresponding 95% confidence intervals (95%CI) were calculated using conditional regression models adjusted for occupational history.
RESULTS:
391 cases (203 males and 188 females) and 1,564 controls were included. The number of exposed cases and controls in the four analyses were 8 and 55, 8 and 60, 15 and 68, and 15 and 73, respectively. An increased STS risk was not observed in any of the analyses.
CONCLUSIONS:
in this study, no increased risk of STS was observed in subjects who had lived, in the study’s time window, in the Mantua districts most affected by the incinerator emissions. The most likely interpretation of the present finding is a real STS risk reduction for subjects resident in the most recent decades in the Mantua districts most affected by the incinerator emissions, due to the cessation of burning chlorine-containing waste in the incinerator, development of some remediation plans, and implementation of new industrial procedures.

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Riassunto

INTRODUZIONE: l’esposizione a diossine è stata associata a un aumento del rischio di sarcomi dei tessuti molli (STM). In uno studio, riferito al periodo 1989-1998, era stato osservato un importante eccesso di STM nella popolazione residente nel raggio di 2 chilometri di un inceneritore industriale situato all’interno del polo industriale di Mantova. Dal 1974 al 1991, l’inceneritore aveva bruciato rifiuti tossici, anche clorurati, con un conseguente rilascio di diossine in ambiente; dopo il 1991 è stato alimentato esclusivamente con prodotti organici di sintesi non contenenti cloro.

OBIETTIVI: scopo del presente studio caso-controllo è stato di stimare il rischio di STM, nel periodo1999-2014, nella popolazione che aveva vissuto in quattro quartieri di Mantova situati in prossimità dell’inceneritore industriale, rispetto alla popolazione residente nel resto della provincia di Mantova considerata non esposta.

METODI: sono stati considerati casi i soggetti con prima diagnosi di STM negli anni 1999-2014 e residenti al momento della diagnosi nella provincia di Mantova. I casi sono stati selezionati secondo i criteri riportati nella classificazione 2013 dell’OMS. Sono stati esclusi i casi con diagnosi di sarcoma di Kaposi e PEComa e i casi di STM insorti in un’area del corpo precedentemente trattata con radioterapia. Per ogni caso sono stati estratti casualmente quattro controlli dall’anagrafe assistiti di Mantova, appaiati per genere e anno nascita. È stata ricostruita la storia residenziale e occupazionale (per impiego in raffineria e impianti petrolchimici e chimici) di tutti i soggetti in studio (casi e controlli) dal 1961. Sono stati definiti esposti i soggetti che avevano risieduto nei quattro quartieri di Mantova maggiormente interessati dalle emissioni dell’inceneritore, sulla base di un modello di dispersione e di uno studio di biomonitoraggio delle diossine. Sono state effettuate quattro analisi in base a specifiche finestre temporali di residenza nell’area esposta. Le odds ratios e i relativi intervalli di confidenza al 95% sono stati calcolati applicando un modello di regressione condizionata aggiustato per occupazione.

RISULTATI: lo studio ha incluso 391 casi (203 maschi e 188 femmine) e 1.564 controlli. Il numero dei casi e controlli esposti nelle quattro analisi è risultato essere, rispettivamente: 8 e 55, 8 e 60, 15 e 68, 15 e 73. In nessuna delle analisi è stato osservato un aumento del rischio di STM nella popolazione esposta.

CONCLUSIONI: nel presente studio non è stato osservato un aumento del rischio di STS nelle persone che, nel periodo in studio, avevano vissuto nei quartieri di Mantova maggiormente esposti alle emissioni dell’inceneritore. L’interpretazione più probabile degli attuali risultati è di una effettiva riduzione del rischio per le persone residenti negli ultimi decenni nei quartieri maggiormente esposti alle emissioni dell’inceneritore a seguito del cessato incenerimento incontrollato di rifiuti contenenti cloro, alla messa in atto di opere di bonifica e all’aggiornamento tecnologico degli impianti.

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