Riassunto

Nella notte fra il 26 e il 27 settembre 2014, all’interno della Raffineria di Milazzo (RAM) si è sviluppato un incendio di un intero serbatoio contenente alcune centinaia di migliaia di metri cubi di virgin nafta. Alcuni Sindaci dei comuni contermini all’impianto industriale hanno richiesto alla Società per l’epidemiologia e la prevenzione “Giulio A. Maccacaro” di effettuare un’indagine ambientale per valutare la natura e la pericolosità delle polveri depositate dai fumi.
Nei giorni successivi allo spegnimento delle fiamme è stato fatto un campionamento della polvere depositata in vari contesti urbani nel raggio di alcuni chilometri dalla raffineria, coinvolgendo la popolazione esposta.
L’area a rischio di Milazzo-Valle del Mela comprende diversi insediamenti industriali, fra cui una raffineria e una centrale termica. Una zona con caratteristiche simili è quella di Sarroch (CA), anch’essa sulle coste del Mar Tirreno, dove è in corso una campagna di rilevamento di inquinamento atmosferico che comprende la determinazione di idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e di metalli su campioni di polveri PM10. Dal punto di vista qualitativo, la composizione della miscela di metalli di Sarroch è risultata analoga a quella dei campioni di Milazzo. Invece è risultato evidente il grande eccesso di IPA nelle polveri campionate a Milazzo rispetto a quelle di Sarroch, assolutamente non giustificato dal diverso tipo di modalità di raccolta delle polveri e dal diverso taglio granulometrico (le polveri sedimentate comprendono anche frazioni più grossolane del PM10).
L’indagine condotta sulle polveri raccolte nella zona di Milazzo nei giorni immediatamente successivi all’incendio occorso presso la raffineria ha rilevato una ricaduta di polveri contenenti notevoli quantità di IPA, sostanze pericolose per la salute pubblica. Le maggiori ricadute hanno interessato sia le immediate vicinanze del serbatoio incendiato sia le zone a Ovest e, in misura minore, quelle a Sud dell’impianto, nel raggio di alcuni chilometri. Di conseguenza, la popolazione è risultata esposta a inquinamento atmosferico e, se non sono state adottate opportune cautele, potrebbe avere assunto ulteriori dosi di sostanze pericolose anche per via alimentare.

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Abstract

On September 2014, a fire began within an oil refinery involving a storage tank containing several hundreds of thousands cubic meters of virgin naphtha. Mayors of neighbouring municipalities asked the Epidemiology and Prevention Society “Giulio A. Maccacaro” to carry out an environmental survey in order to evaluate what was the nature and how dangerous was suspended dust deposited by the fumes. In the following days, after fire had been extinguished we conducted a sample survey on the presence of polycyclic aromatic hydrocarbons (PAH) and metals in particulate deposited on the soil on a radius of five kilometres from the refinery and we engaged the exposed population.
The Milazzo-Valle del Mela (Sicily Region, Southern Italy) high-risk area includes several industrial plants; among them, an oil refinery and a fuel powered energy plant. As reference area we selected the Sarroch municipality (Sardinia Region, Southern Italy), in the coast of the Tyrrhenian Sea, which is geographically comparable, where a large oil refinery is located and where an environmental campaign with measurement of PAH and metals in particulate matter was ongoing. Qualitatively, metal composition of particulate matter resulted similar in the Sarroch and Milazzo samples. Instead, a large excess of PAH was documented in the Milazzo samples as compared to the Sarroch ones.
In conclusion, the results of the analysis of the samples of particulate matter deposited in the Milazzo area in the days immediately following the oil refinery fire showed a high quantity of PAH, carcinogenic substances which pose major hazard to population health.
The greater fall-out was registered in the proximity of the burnt storage tank and the West neighbourhood, and at lesser extent in the Southern neighbourhood. As a consequence, there was a population exposure to carcinogenic substances which could have reached the food chain.

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