Riassunto

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Introduzione:  il long-COVID è una condizione clinica caratterizzata dalla persistenza di sintomi del COVID-19 oltre la risoluzione della fase acuta di malattia. La condizione di long-COVID ha acquisito rilevanza crescente in termini di salute pubblica in considerazione del suo impatto clinico, ma le conoscenze sia sulla sua frequenza sia sullo spettro delle sue caratteristiche cliniche sono ancora largamente incomplete. Per questi motivi, è di grande importanza stabilirne l’impatto sanitario e definire strumenti ottimali per la sua valutazione e diagnosi. A questo scopo, è stato attuato, nel 2021, un progetto del programma del Centro Nazionale per la prevenzione e il Controllo delle Malattie del Ministero della Salute (CCM 2021), coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, dal titolo “Analisi e strategie di risposta a long-COVID”. 

Obiettivi e metodi: il progetto CCM è suddiviso in cinque obiettivi: 1. definizione delle dimensioni del fenomeno long-COVID, che includeva l’analisi dei flussi dati regionali per misurare le prestazioni di ricovero effettuate (acuti, riabilitazione, lungodegenza), il consumo di risorse (visite specialistiche e consumo di farmaci) e il tasso di istituzionalizzazione in pazienti con storia di COVID-19; 2. definizione di numero, caratteristiche e distribuzione sul territorio nazionale dei centri long-COVID, che ha previsto un censimento a livello nazionale dei centri di diagnosi e assistenza al long-COVID presenti sul territorio nazionale; 3. definizione di buone pratiche in tema di long-COVID, che ha incluso la stesura di un documento di riferimento da parte di un gruppo multidisciplinare di esperti; 4. definizione di un sistema di sorveglianza long-COVID, che prevedeva la definizione di un dataset di informazioni e l’identificazione di un campione di centri clinici che si occupano di assistenza di soggetti con effetti a lungo termine del COVID-19, nonché la progettazione di una piattaforma informatica dedicata alla raccolta dati. Il sistema ha, inoltre, previsto una prima fase pilota in un numero limitato di centri per identificare possibili criticità; 5. strutturazione di una rete nazionale e disseminazione di informazioni, che includeva la messa in rete dei centri aderenti allo studio con la preparazione di workshop o webinar periodici di informazione e aggiornamento e la creazione presso l’ISS di un sito web dedicato alla condizione di long-COVID con informazioni generali rivolte al cittadino e una sezione dedicata al progetto; attività di formazione.

Risultati: Obiettivo 1: lo studio di coorte condotto su oltre 600.000 individui ha messo in evidenza che le persone esposte all’infezione da SARS-CoV-2, in particolare quelle che sono state ricoverate in ospedale, sembrano utilizzare un maggior numero di risorse sanitarie nei sei mesi successivi all’infezione rispetto a coloro che non sono stati esposti all’infezione. In particolare, gli individui ricoverati in terapia intensiva hanno mostrato tassi di utilizzo di visite ambulatoriali tre volte superiori rispetto ai non esposti e oltre quattro volte più elevati per quanto riguarda gli esami diagnostici strumentali e i ricoveri. Lo studio caso-controllo ha riportato un aumento rischio di iniziare una terapia con antidepressivi tra gli individui esposti all’infezione da SARS-CoV-2 rispetto a quelli non esposti e, in particolare, tra coloro che sono stati ricoverati durante l’infezione acuta. Inoltre, la vaccinazione anti-COVID-19 sembra esercitare un ruolo protettivo in questo contesto. Obiettivo 2: il questionario sviluppato per la definizione delle tipologie di assistenza clinica a pazienti con long-COVID è stato completato da 124 centri clinici. La maggior parte di questi ha fornito assistenza attraverso visite ambulatoriali o servizi di day hospital con visite programmate o il rinvio a cure primarie e possedeva competenze specialistiche che hanno permesso un approccio multidisciplinare. Obiettivo 3: un team multidisciplinare di 16 esperti, rappresentativo della natura multi-sistemica del long-COVID, ha elaborato raccomandazioni per la gestione dei soggetti con long-COVID, che si basano sulle più attuali conoscenze sul tema, con lo scopo di contribuire a standardizzare le attività dei centri clinici sul territorio nazionale. Obiettivo 4: il sistema di sorveglianza clinica ha consentito di raccogliere dati di oltre 1.200 pazienti da 30 centri clinici per la definizione dei sintomi, le loro modalità di aggregazione in cluster e i fattori associati. Obiettivo 5: il sito ISS sul long COVID ha raccolto informazioni aggiornate sulla condizione di long-COVID e sui risultati del progetto CCM, in particolare con l’elenco dei centri clinici, le pubblicazioni e i link ai webinar e ai workshop. Inoltre, è stato attuato un corso FAD sulla piattaforma EDU-ISS dal titolo “Il long-COVID: un nuovo scenario clinico”, con oltre 14.000 partecipanti.

Conclusioni: i risultati di questo studio mostrano che il long-COVID rappresenta una condizione frequente nel nostro Paese e che, per l’ampiezza dei numeri e dello spettro della sintomatologia, ha un impatto sostanziale sul consumo di risorse. Ciò dimostra che sarà necessario attuare, garantire e monitorare standard assistenziali ben definiti per questa condizione. 

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Abstract

Background: the long-COVID condition is gaining increasing relevance in terms of public health, but few studies have evaluated its impact on use of healthcare resources and the organizational responses of healthcare systems. Although many studies have evaluated case studies of individuals with long-COVID, the clinical spectrum of symptoms is still poorly defined due to the heterogeneity of the populations studied, the variability of the definitions used, and the absence of disease markers. In this context, in 2022, a project was designed and implemented in cooperation between the National Centre for Prevention and Control of the Italian Ministry of Health and the Italian National Health Institute (Istituto Superiore di Sanità, ISS).

Objectives and methods: this project was articulated into five main objectives: 1. definition of the health care dimensions of the long-COVID phenomenon. This objective included an analysis of regional data flows to measure use of hospitalization services (acute, rehabilitation, long-term care), resource consumption (specialist visits and drug consumption), and the rate of institutionalization in patients with a history of COVID-19; 2. definition of number, characteristics, and distribution of long-COVID centres across the national territory. This objective has been implemented through a national survey of long-COVID diagnosis and assistance centres; 3. definition of clinical good practices about the management of long-COVID condition by a multidisciplinary group of experts; 4. definition of a long-COVID surveillance system; including the definition of a specific data set of information and the identification of a sample of clinical centres that deal with the care of subjects with long-term effects of COVID-19 and the setup of a dedicated online platform; a phone survey based on more than 1,000 interviews assessed the spectrum of symptoms reported; 5. structuring a national network and providing information, which included networking of the centres participating in the study with the dissemination of periodic information and update workshops or webinars; the creation of a website dedicated to the long-COVID condition, with general information for citizens and a section dedicated to the project; training activities.

Results: Objective 1: a cohort study of over 600,000 individuals showed that people exposed to SARS-CoV-2 infection, particularly those who were hospitalized, appear to use more healthcare resources in the 6 months following infection than those who were not exposed. Individuals hospitalized in intensive care showed rates of outpatient visits 3 times higher than those who were not exposed and over 4 times higher rates for diagnostic imaging tests and hospitalizations. The case-control study found an increased risk of initiating antidepressant therapy among individuals exposed to SARS-CoV-2 infection compared to those who were not exposed, particularly among those who were hospitalized during acute infection. Furthermore, COVID-19 vaccination may play a protective role in this context. Objective 2: 124 clinical centres completed the questionnaire developed to define the patterns of clinical care for patients with long-COVID. Most centres provided care through outpatient visits or day hospital services with scheduled visits or referral to primary care and had specialist skills that allowed a multidisciplinary approach to the subject with suspected long-COVID condition. Objective 3: a multidisciplinary team, representative of the multi-systemic nature of long-COVID, with the participation of 16 experts, developed recommendations for the management of patients with long-COVID, based on current knowledge on the topic, with the aim of contributing to standardizing the activities of clinical centres throughout Italy. Objective 4: the clinical surveillance system has allowed the collection of data from over 1,200 patients from 30 clinical centres for the definition of symptom, their aggregation in clusters, and associated factors. Information on symptom profile was also assessed through a phone survey of more than 1,000 participants. Objective 5: the ISS website on long COVID provided information on the long-COVID condition and illustrated the CCM project, with links to webinars and workshops. In addition, a FAD course – entitled ‘long-COVID: a new clinical scenario’ – was implemented on the EDU-ISS platform, with over 14,000 participants.

Conclusions: the results of this study show that long-COVID is a frequent condition in our country, which, due to the amplitude of numbers and the spectrum of symptoms, has a substantial impact on resource consumption. This demonstrates that it will be necessary to implement, guarantee and monitor well-defined care standards for this condition.

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