Riassunto

Le multinazionali di tabacco, alcol, bibite e cibi confezionati (prodotti insalubri) hanno il ruolo di vettori nell’epidemia da malattie croniche, tanto da guadagnarsi un capitolo a parte nella cosiddetta epidemia da prodotti insalubri. In questo intervento si intende effettuare una revisione della letteratura sulle tipologie di interventi di popolazione da sviluppare per arginare il consumo di prodotti insalubri. Emergono diversi tipi di approccio, fra cui: • regolamentazioni classiche comando-controllo: il percorso più avanzato è quello del tabacco, con lo sviluppo di un trattato internazionale che obbliga i 180 stati ratificatori a implementare leggi di contrasto al tabagismo. Anche per limitare l’uso di alcol e per la tassazione di bibite sono state in parte adottate regolamentazioni classiche; • per le restrizioni pubblicitarie e l’etichettatura di bibite e cibo confezionato sono state emanate in alcuni Paesi raccomandazioni che l’industria può adottare volontariamente; • per la riduzione del contenuto di sale molti Paesi hanno stretto accordi con l’industria con piani di verifica del rispetto dell’accordo. Sono stati descritti anche interventi che tentano di allineare gli interessi delle multinazionali con quelli di sanità pubblica, quali: • il programma “Impronta di salute”; • regolamentazioni basate sul raggiungimento di obiettivi prefissati in cui le industrie si assumono la responsabilità di ridurre le conseguenze dannose dell’utilizzo dei loro prodotti; • la regolamentazione dei ricavi, di solito applicata alle utenze (luce, gas), permetterebbe di fissare un tetto ai ricavi dell’industria del tabacco, rimpinguando le casse dello stato italiano di oltre 500 milioni di euro all’anno. Nell’ambito del macro-obiettivo «ridurre il carico di malattie croniche» del Piano nazionale di prevenzione, andrebbe sviluppato un tavolo di lavoro del Ministero della salute con privato sociale, esperti sugli stili di vita e di comunicazione, in modo da individuare quali interventi di popolazione potrebbero essere implementati nei prossimi anni in Italia per ridurre il consumo di prodotti insalubri.

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Abstract

The multinational corporations producing tobacco, alcohol, soft drinks, and processed foods have a role of vectors in the increase of chronic diseases, so that one can speak of manufacturing epidemics. The main aim of this paper is to conduct a literature review on different approaches in population-based interventions to stem the rise in consumption of unhealthy products. Different approaches were found: • command-and-control regulations: the route is definitely more advanced for tobacco with the implementation of an international treaty, which requires 180 ratifying states to implement a series of tobacco control policies. Similar regulations have been partially adopted to reduce alcohol use and to increase taxes of sugar-sweetened beverages; • multinational corporations in few Countries can voluntarily adopt recommendations on media campaigns and on labelling of soft drinks and processed foods; • in order to reduce salt in foods, many Countries developed voluntary agreements with industries with monitoring systems to assess compliance. Population-based interventions to try to align the interests of multinational corporations with those of public health are described in literature: • the “Health Footprint” programme; • the performance-based regulation which could oblige industry to take responsibility to reduce the harmful consequences of the use of their unhealthy commodities; • the price-cap regulation, usually applied to the utilities sector, would set a cap on the price of the tobacco industry, raising the tobacco taxes by 500 million euros per year. In order to reduce the burden of chronic disease, one of the objectives of the Italian National Prevention Plan, a working group including non-governmental organizations and experts in communication, social marketing, and lifestyles should be organized by the Ministry of Health in order to identify which population-based interventions could be implemented in Italy in next years to stem the rise of consumption of unhealthy products.

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