Riassunto

L’obiettivo di questo articolo è di esaminare gli effetti della pandemia COVID-19 sulle disuguaglianze di salute e sui disturbi mentali e analizzare le politiche pubbliche più efficaci nel contenerli. Il COVID-19, oltre a causare la peggiore crisi sanitaria dai tempi della Seconda guerra mondiale, ha generato una grave recessione economica e un aumento della disoccupazione. Le classi socioeconomiche meno abbienti sono state maggiormente colpite da contagi e decessi causati dal virus SARS-CoV-2 a causa di disuguaglianze nelle condizioni lavorative, abitative e relative all’area di residenza, fattori psicosociali e a un accesso disuguale all’assistenza sanitaria. La crisi pandemica, oltre a causare problemi psichiatrici e neurologici in persone che sono state ricoverate in ospedale, sembra aver incrementato il rischio di problemi psicologici attraverso vari meccanismi come il distanziamento sociale, la perdita di una persona cara, la disoccupazione e le difficoltà economiche. In molte nazioni, tuttavia, nel 2020 non c’è stato un incremento significativo dei suicidi e si sono addirittura osservati trend temporali decrescenti. È possibile che la crisi, oltre a creare stress e isolamento sociale, possa aver promosso reciprocità, aiuto interpersonale e una maggiore motivazione a prendersi cura della propria salute.
Le politiche più efficaci nel ridurre la mortalità per COVID-19 hanno il potenziale di limitare gli effetti avversi della pandemia su disuguaglianze di salute e salute mentale. Grazie a vigorosi interventi preventivi nel territorio, basati sull’uso di tamponi, tracciamenti e isolamenti tempestivi, i Paesi più virtuosi nel gestire la pandemia hanno evitato lockdown prolungati e ripetuti, protetto la salute e l’economia. Tuttavia, sono necessarie misure di protezione sociale più vigorose a favore delle popolazioni più colpite dalla crisi sanitaria e dai suoi effetti socioeconomici. Questa pandemia offre l’opportunità di imparare lezioni sulla salvaguardia della salute pubblica e sottolinea la necessità di adottare un modello sindemico orientato alla prevenzione. 

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Abstract

The aim of this article is to examine the effects of the COVID-19 pandemic on health inequalities and mental disorders and to analyse the most effective public policies in containing them. COVID-19, in addition to causing the worst health crisis since World War II, has generated a severe economic recession and a rise in unemployment. The poorer socioeconomic classes have been most affected by infections and deaths caused by the SARS-CoV-2 virus due to inequalities in working, housing and area of ​​residence conditions, psychosocial factors, and unequal access to health care. The pandemic crisis, in addition to causing psychiatric and neurological problems in people who have been hospitalized, appears to have increased the risk of psychological problems through various mechanisms such as social distancing, loss of a loved one, unemployment, and economic difficulties. In many countries, however, there was no significant increase in suicides in 2020 and there have even been decreasing temporal trends. It is possible that the crisis, in addition to creating stress and social isolation, may have promoted reciprocity, interpersonal help, and greater motivation to take care of one’s health.
The most effective policies in reducing COVID-19 mortality have the potential to limit the most adverse effects of the pandemic on health inequalities and mental health. Thanks to vigorous preventive interventions on the territory, based on testing, tracing, isolating, timely, countries who managed best the pandemic avoided prolonged and repeated lockdowns, protected public health and the economy. However, more vigorous social protection measures are needed in favour of those populations most affected by the health crisis and its socioeconomic effects. This pandemic offers the opportunity to learn lessons on the protection of public health and stress the need to adopt a syndemic model oriented towards prevention.

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