La sezione EpiChange ospita un lavoro di Silvia Forni et al. dal titolo italiano Strategia vaccinale in un contesto incerto e in costante evoluzione
Il lavoro testimonia le difficoltà che si incontrano nel riportare risultati, opinioni di esperti e punti di vista scientifici quando l’incertezza è alta, i risultati, o meglio, i fatti scientifici sono in divenire, la posta in gioco alta e le decisioni devono essere prese in un breve lasso di tempo.
Non abbiamo risultati scientifici solidi a lungo termine, per esempio, sulla sicurezza vaccinale, perché il periodo di follow-up è insufficiente. Ovviamente non possiamo aspettare e dobbiamo accettare questa zona d’ombra e tenerne conto nel processo decisionale. Una zona d’ombra ben più importante di quella legata alla dimensione campionaria (la variabilità statistica), al modello matematico e statistico usato nell’analisi dei dati e alla natura stocastica dei fenomeni considerati. O, per fare un esempio ancora più pregnante, si consideri l’incertezza riguardo la decisione sulla strategia vaccinale per i bambini, per la quale le lacune conoscitive sono note a tutti.
La continua e rapida sovrapposizione da parte dei media di risultati scientifici nuovi e parziali ha l’effetto di nascondere la sostanziale incertezza (epistemica direi perché non risolvibile nel poco tempo a disposizione per prendere le decisioni necessarie) che è considerata o vissuta o subita come paralizzante e angosciante. Mi pare che questo tipo di narrazione sia presente ogni volta che si cerca di separare il ruolo degli scienziati da quello dei decisori e della comunità dei cittadini.
La rimozione dell’incertezza, come tante altre strategie dell’incertezza, rende evidente come valori e numeri non si possano separare. Nelle vicende legate alla pandemia COVID-19, gli scienziati più che informare hanno cercato di persuadere, come chiosato da Blastland su Nature1 e ripreso dalla stampa quotidiana inglese. Diremmo noi che hanno preferito informare su ciò di cui erano persuasi.2
Nell’augurare buona lettura, mi chiedo e chiedo ai lettori:

  • È possibile una chiara separazione di ruoli e responsabilità tra gli esperti e i decisori?
  • Possiamo permetterci ulteriori ricerche ed è utile un’ulteriore demarcazione che individui una nuova disciplina scientifica che indaghi le componenti comportamentali che guidano le scelte individuali e collettive?
  • In assenza di fiducia nelle istituzioni, è pensabile una più ampia, continua e attiva partecipazione dei cittadini ai processi decisionali?
  • Davvero un modo più semplice, ma rigoroso, di comunicare le analisi statistiche e i risultati è scevro da implicazioni valoriali?

Conflitti di interesse dichiarati: nessuno.

Bibliografia

  1. Blastland M, Freeman ALJ, van der Linden S, Marteau TM, Spiegelhalter D. Five Rules for Evidence Communication. 
    Nature 2020;587(7834):362-64.
  2. Biggeri A, Saltelli A. The Strange Numbers of Covid-19. Argumenta 2021;7(1): in stampa.
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