Riassunto

L’inquinamento del sito dell’Istituto di istruzione superiore “Rolando da Piazzola”, sito a Piazzola sul Brenta (Padova), è stato scoperto casualmente nel 2020. Da allora, le indagini ambientali sono in corso e la scuola continua a funzionare. Scopo del presente contributo è duplice. Da una parte, si intende raccontare la stratificazione d’uso dell’area dal 1891 a oggi. Una storia che dà conto sia delle lavorazioni dei concimi chimici all’origine dell’inquinamento sia del suo oblio tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta del secolo scorso. Dall’altra, si vuole far luce sulle ragioni di questa “memoria dimenticata” recuperando le narrazioni allora in corso e le attuali voci in campo sul passato. Si tratta del primo bilancio di un lavoro in corso: questa eredità industriale e l’improvvisa trasformazione della destinazione d’uso del terreno esibiscono una “dissonanza cognitiva” tra la nocività del luogo nota alla popolazione fin dai tempi della fabbrica e l’inerzia dei “progetti calati dall’alto” e agiti in nome degli interessi e dello sviluppo, variamente intesi; una dissonanza che oggi tocca alla scuola comprendere, alla luce di una visione ecologica. Il ragionamento partecipato sul rischio ambientale e sanitario dell’area allude di per sé alla missione civica della scuola e sollecita una relazione sintonica con il territorio. Operazioni che richiedono una risonanza dentro e fuori l’Istituto, ancora non del tutto trovata. La posta in gioco complessiva è riconnettere la memoria tra le generazioni e le relazioni tra umano e non umano (ambiente) e, su questa base, costruire una cittadinanza scientifica che sappia sostare nell’incertezza non per paralizzarsi, ma per lasciare apparire le proprie istanze civiche in una nuova narrazione, trasparente e partecipata, sul senso di un luogo e, dunque, di sé.

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Abstract

Environmental pollution in the site of the high school ‘Rolando da Piazzola’ in Piazzola sul Brenta (Padua, Veneto Region, Northern Italy) was discovered by chance in 2020. Since then, investigations on the environmental damage have been ongoing, while the school is anyway working. The purpose of this article is twofold. On the one hand, to narrate the stratification uses in the area from 1891 to nowadays: a story accounting for both the processing of chemical fertilizers at the origin of pollution and its oblivion between the 1960s and 1980s. On the other hand, to shed light on such forgotten memories by recovering last-century narratives and current voices on the past, thus providing a first assessment of a work in progress. The industrial legacy and the sudden change of use of the area itself exhibit a ‘cognitive dissonance’ between the harmfulness of the place, known to the population since the factory was active, and the inertia of top-down projects, passed in the name of interests and variously conceived notion of development. Such dissonance is now to be grasped by the school, in the light of an ecological view. The participatory reasoning on the environmental and health risks alludes to the civic mission of the school and calls for a syntonic relationship with the territory. These operations require a resonance inside and outside the institute, which has still not been found. What is at stake is the need to reconnect the memory between generations and the relationships between human and non-human entities (i.e., the environment). On these basis, it would be possible to build some scientific citizenship that can face uncertainty without paralyzing effect, but in a new, transparent, and horizontal narrative about the sense of a place and of itself.

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