La corsa del virus

È tra la fine del 2019 e i primi giorni del 2020 che a Wuhan, nella Cina centrale, vengono segnalati casi di soggetti affetti da polmoniti anomale poi attribuite a un nuovo Coronavirus, chiamato SARS-CoV-2 (sindrome respiratoria acuta grave da Coronavirus 2); la malattia associata fu poi denominata come COVID-19.
In Italia, la malattia fu diagnosticata prima a Roma in due turisti cinesi, poi venne segnalato un caso a Codogno, in Lombardia.1 Da quei giorni, effetto della globalizzazione nei commerci e della facilità nelle comunicazioni, come un vento atomico che supera confini, nazionalità, continenti, classi sociali ed etnie, COVID-19 spazza il mondo e spezza vite e, come spesso accade, con intensità diversa nelle popolazioni e nei sottogruppi della popolazione.
L’11 marzo 2020, quando la malattia aveva già coinvolto 114 Paesi, erano state effettuate 118.000 diagnosi ed erano occorsi 4.291 decessi, l’Organizzazione mondiale della sanità dichiara lo stato di pandemia.2 Al tempo della stesura del presente testo, sono stati contati nel mondo oltre 267 milioni di casi e oltre 5,2 milioni di decessi dovuti a COVID-19.3 

Le contromisure

La corsa del virus è così drammatica e imponente che molti Paesi, tra i quali l’Italia, sono costretti ad assumere clamorosi interventi preventivi, inusuali in tempo di pace nel mondo occidentale a orientamento democratico, delimitando le zone di diffusione epidemica,4 impedendo attività lavorative, chiudendo scuole, luoghi per attività ludiche, culturali e sportive, riducendo drasticamente la possibilità di contatto tra le persone in luoghi chiusi, ma anche all’aperto. In Italia, come altrove, le misure di prevenzione includono l’obbligo al costante uso di mascherine in ogni luogo pubblico, con limitazioni anche nei luoghi privati: lockdown è la parola che i cittadini di molte nazioni imparano a conoscere, insieme all’attenzione costante alle statistiche dell’andamento pandemico, un unicum di attenzione al mondo della salute, non sperimentato prima nelle generazioni attuali. 
L’obbligo nell’adozione di interventi preventivi pesa in modo differenziato sui diversi strati sociali, salvaguardano da un lato i redditi di pensionati, dipendenti pubblici e privati sino a un certo momento, ma pesando in modo spesso importante sulle fasce precarie della popolazione, i disoccupati, le persone fragili, i “lavoratori poveri”, gli interinali, il piccolo commercio, le attività professionali autonome (le cosiddette partite IVA), i titolari di molte aziende di piccola o anche media dimensione; interventi di ristoro economico promossi dal Governo risultano ben accetti, ma sono in genere incapaci di rallentare il processo di impoverimento delle fasce economicamente e culturalmente meno fortunate. 
La pandemia provoca anche un fenomeno mai presente nelle società occidentali affluenti nell’ultimo secolo: la difesa della salute diviene il centro dell’agenda della politica, quindi terreno di scontro tra interessi economici in conflitto. Da un lato, la politica è chiamata a interloquire con il mondo scientifico medico ed epidemiologico, dall’altro, quel mondo scientifico è obbligato a considerare le interconnessioni tra lotta alla pandemia e misure preventive, strati sociali, professioni, mondo del lavoro, economia e scelte politiche. 

L’avvento dei vaccini

L’11 gennaio 2020 viene pubblicata la sequenza genetica del virus SARS-CoV-2: si apre una corsa mondiale per la produzione di vaccini sicuri ed efficaci contro il COVID-19.5 Gli studi sui vaccini anti-COVID-19, avviati nella primavera 2020, portano clamorosamente già a dicembre 2020 le agenzie regolatorie come EMA a raccomandare di concedere l’autorizzazione all’immissione condizionata in commercio a un primo vaccino a RNA messaggero6 e subito dopo, il 6 gennaio 2021, un secondo vaccino riceve l’identica raccomandazione. È una corsa globale e sono progressivamente numerosi i vaccini a diversa formulazione che vengono proposti alle agenzie regolatorie nelle diverse aree del mondo. Vengono così avviate campagne estese di vaccinazione, emanazione diretta dell’azione dei governi nazionali. I vaccini non sono, tuttavia, resi disponibili in modo equo tra tutti i Paesi, come richiesto dall’OMS per fare fronte alla pandemia, ma sono prevalentemente acquistati dai Paesi ad alto reddito, in grado di pagare cifre elevate per la copertura di tutta la propria popolazione. Covax, strumento per la distribuzione equa dei vaccini, guidato da enti e organizzazioni internazionali, quali CEPI, OMS e GAVI, con partner pubblici e privati, non è stato fino a ora in grado di svolgere in modo adeguato il compito per cui è stato istituito.

Vaccinazione di massa ed esitazione vaccinale

Il 27 dicembre 2020,7 in Italia, in concomitanza con il vaccine day promosso in Europa, si avvia per la prima volta nella storia della Repubblica una campagna di vaccinazione di massa mirante alla protezione dai rischi di infezione, di aggravamento e di morte, come sottolineato da successivi studi nazionali e internazionali.8-10 La consolidata pratica di igiene pubblica nella profilassi delle malattie infettive, prevalentemente indirizzata al controllo in età pediatrica e adolescenziale di note malattie trasmissibili, si arricchisce così di un nuovo patogeno da sconfiggere; ma la vaccinazione, mentre con la sua efficacia garantisce altissimi livelli di protezione dall’azione del virus, può comportare anche effetti avversi. L’agenda della politica trova così ulteriori elementi di conflitto. L’esitazione vaccinale, infatti, fenomeno non nuovo e motivato da diversi fattori talvolta contrastanti, risulta favorita dalla rapidità di messa a punto del vaccino, che suscita diffidenza nella supposta sperimentalità, e dalla disponibilità di vaccini di diversa tipologia, caratterizzati da prestazioni di efficacia e sicurezza un poco differenti. La mancanza di una comunicazione istituzionale chiara ha lasciato l’opinione pubblica impreparata e confusa di fronte alle divergenze di opinione su temi scientifici espresse sui media da esperti di diverse discipline.
In Italia, mentre per altre misure preventive vengono promulgati decreti di obbligo,11 per la vaccinazione tale obbligo viene limitato ad alcune categorie professionali e sociali, come operatori sanitari ed educatori, più prone a essere veicolo di trasmissione; in alternativa, viene introdotto il cosiddetto green pass, una misura di riconoscimento dell’adesione individuale all’azione pubblica di contrasto alla malattia, ma anche di pressione sociale alla vaccinazione, che richiede l’attestazione dell’avvenuta vaccinazione oppure di libertà dal virus a sempre più ampie attività sociali, dall’educazione, alla ristorazione, a mezzi di trasporto collettivo, ad attività ludiche, culturali e sportive, sino a essere esteso a tutti gli ambiti lavorativi privati e pubblici.12 
L’obbligo del green pass in quanto misura “farmaceutica” rafforza l’opposizione di minoranze antagoniste, trovando in settori politici prevalentemente di destra un sostegno ideologico diretto o indiretto in quanto lederebbe l’interesse e la libertà individuale. Mentre, in generale, in sanità l’obbligo di attenersi a misure di prevenzione è prevalentemente indirizzato alla salvaguardia della propria salute, per le patologie trasmissibili esso mira anche – e soprattutto – a salvaguardare la salute degli altri da sé, ciò in forza, almeno in Italia, del contenuto dell’articolo 32 della Costituzione, laddove si afferma che, per la Repubblica, la salute, oltre a essere un diritto fondamentale dell’individuo, è interesse della collettività;13 le imposizioni prevedono, quindi, di esporre a rischi individuali comparativamente limitati verso rilevanti vantaggi per la salute non solo individuali, ma anche collettivi. Ampi sono gli sforzi anche a livello internazionale nel costruire approcci che analizzano i comportamenti pubblici e il consenso verso la vaccinazione di massa, come il 5Cs model (Confidence, Constraints, Complacency, Calculation, and Collective responsibility) proposto dallo European Center for Disease Prevention and Control (ECDC).14 Ma, purtroppo, del ruolo anche “sociale” di quell’obbligo non si fa sufficiente menzione, cosicché da attive minoranze politiche e intellettuali e da gruppi sociali schiacciati negli anni da politiche neoliberiste, quelle norme impositive, dirette o indirette, sono interpretate come un’inaccettabile limitazione delle libertà individuali, alimentando la protesta.  
Protesta che, progressivamente, giunge alle piazze e nell’autunno del 2021 gruppi neofascisti tentano di strumentalizzare il rifiuto alle misure preventive con assalti violenti a presidi democratici e delle organizzazioni dei lavoratori.15 Il tema sanitario influenza la società e la politica. 
Il mondo scientifico, attraversato spesso da commistioni con interessi economici e politici, non è sempre riconosciuto come soggetto indipendente e, in ragione di proposte di prevenzione così determinanti per la vita economica, è visto come succube e parte delle élite economiche e culturali; la crisi sociale ed economica, influenzata dalla pandemia e dalle politiche per il suo controllo, spinge lontano dalla partecipazione democratica ampi settori popolari ed emerge il rischio che alcuni settori sociali minoritari interpretino la necessità di drastiche misure preventive come un inaccettabile acceleratore dei processi di impoverimento. Le esperienze in questa vicenda aprono un problema rilevante per l’enorme ruolo che ha e dovrà sempre più avere la conoscenza scientifica in relazione alle grandi scelte politiche: si pensi alla necessità indicata dalla scienza per la riconversione energetica, la lotta al riscaldamento del pianeta, a tutto ciò che viene inteso come planetary health.16
L’avvento della pandemia ha aperto una fase storica che ha modificato/interrotto i processi economici e politici prevalenti nei decenni precedenti segnati dal dominio neoliberista che, per esempio, in sanità predicavano il ridimensionamento dei sistemi sanitari nazionali pubblici; si andava prefigurando un prima e un dopo pandemia.17 La pandemia ha riproposto come essenziale l’intervento dello Stato, rendendo necessarie di nuovo misure come il rilancio di politiche pubbliche in sanità, il sostegno pubblico – i ristori – alle fasce sociali con perdita di reddito, il blocco dei licenziamenti; un insieme di misure che, però, appena il successo delle campagne di vaccinazione è diventato evidente, sono state eliminate, in un tempo che può essere visto da alcuni strati sociali come di restaurazione.
Non c’è misura preventiva che vinca senza la partecipazione e temiamo che scelte viste come dirigiste spingano gruppi sociali minoritari al rifiuto delle indicazioni scaturite dalle evidenze scientifiche e un’altra ben più ampia frazione sociale a un loro accoglimento passivo, prodromo di una frattura tra scienza e società. Nel corso dei decenni trascorsi, in alcune Regioni più che in altre, si è provveduto allo smantellamento di un sistema sanitario pubblico che prevedeva alle sue radici una rete capillare di distretti sanitari dove alimentare medicina territoriale e medicina di vicinanza; quel disegno organizzativo, attraverso strumenti partecipativi, prevedeva la connessione tra ricerca, sanità applicata, misure preventive e cittadini.18 La pandemia, nella sua dirompente drammaticità, ha quindi sollecitato un intervento programmatorio centrale di riordino della sanità nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), che prevede, tra l’altro, la programmazione di Case e Ospedali di comunità in ogni Regione, stanziando fondi ad hoc. La decisione potrebbe costituire la ripresa di un rapporto diverso e più partecipato tra sanità e territorio, ma potrebbe anche risolversi in una banale operazione di restyling. La società, nelle sue diverse articolazioni, tra cui anche il mondo scientifico, è chiamata a fornire alla politica indicazioni di rotta e a controllare che queste vengano seguite.
Si affaccia, infatti, una nuova fase dove, dopo un lungo periodo di emergenza per il mondo sanitario, l’obiettivo è la costruzione di un sistema di monitoraggio e di gestione di routine della situazione COVID-19 e della valutazione e controllo sanitario17,19,20 delle sequele lasciate dalla pandemia. Questi compiti coinvolgono fortemente l’epidemiologia: dalla messa a punto dei sistemi di sorveglianza ad analisi periodiche sull’efficienza della vaccinazione, dal monitoraggio delle disuguaglianze all’identificazione degli effetti a lungo termine del COVID-19 nei pazienti e sul SSN. In questa fase, le tematiche di importanza scientifica e sanitaria legate alla pandemia si stanno ampliando, come risulta anche da questo secondo numero speciale di E&P dedicato al COVID-19, che include, tra gli altri, articoli in campo pediatrico e lavori sugli effetti del COVID-19 sulla frequenza e gestione di patologie e sulla sanità pubblica. Varietà che riflette anche sulla scelta degli editoriali di accompagnamento dedicati anche alle malattie mentali o alla necessità di riforma del SSN.
Ai primi di dicembre, circa 47,5 milioni di cittadini sopra i 12 anni (circa l’87,9% della popolazione) hanno completato il ciclo vaccinale,21 cioè circa il 12% non è stato raggiunto dalla campagna vaccinale: ancora troppi se tra loro si annoverano minoranze in età adulta fortemente contrarie alle misure anti-pandemiche; mentre ancora si contano oltre 500 decessi per COVID-19 ogni settimana. Ancora troppi per non capire che il vento della pandemia continuerà a soffiare. Troppi per non capire che, senza l’affermarsi di una politica che freni i contagi nell’intero mondo e affronti le sequele della pandemia, vi è un rischio nella società di apertura di una profonda crisi. 

Bibliografia

  1. Romagnani P, Gnone G, Guzzi F et al. The COVID-19 infection: lessons from the Italian experience. J Public Health Policy 2020;41(3):238-44.
  2. World Health Organization. WHO Director-General’s opening remarks at the media briefing on COVID-19 - 11 March 2020. Geneva, WHO, 2020. Disponibile all’indirizzo: https://www.who.int/director-general/speeches/detail/who-director-general-s-opening-remarks-at-the-media-briefing-on-covid-19---11-march-2020
  3. Coronavirus Resource Center – Johns Hopkins University of Medicine. COVID-19 Dashboard. Disponibile all’indirizzo: https://coronavirus.jhu.edu/map.html (ultimo accesso: 08.12.2021).
  4. Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 09.03.2020. Disponibile all’indirizzo: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/03/09/20A01558/sg
  5. Salmaso S. Epidemiologia, vaccini e vaccinazioni. Epidemiol Prev 2021;45(1-2):7-9.
  6. Istituto superiore di sanità – EpiCentro. Sviluppo, valutazione e approvazione dei vaccini contro COVID-19. Disponibile all’indirizzo: https://www.epicentro.iss.it/vaccini/covid-19-sviluppo-valutazione-approvazione
  7. Vaccini anti Covid-19. Data ultima verifica: 8 dicembre 2021. Disponibile all’indirizzo: https://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioFaqNuovoCoronavirus.jsp?id=255
  8. Dagan N, Barda N, Kepten E et al. BNT162b2 mRNA Covid-19 Vaccine in a Nationwide Mass Vaccination Setting. N Engl J Med 2021;384(15):1412-23.
  9. Vasileiou E, Simpson CR, Shi T et al. Interim findings from first-dose mass COVID-19 vaccination roll-out and COVID-19 hospital admissions in Scotland: a national prospective cohort study. Lancet 2021;397(10285):1646-57.
  10. Sacco C, Mateo-Urdiales A, Petrone D et al. Estimating averted COVID-19 cases, hospitalisations, intensive care unit admissions and deaths by COVID-19 vaccination, Italy, January-September 2021. Euro Surveill 2021;26(47).
  11. Presidenza del Consiglio dei Ministri. Coronavirus, le misure adottate dal Governo. Disponibile all’indirizzo: https://www.governo.it/it/coronavirus-misure-del-governo
  12. Certificazione verde COVID-19. Disponibile all’indirizzo: https://www.dgc.gov.it/web/
  13. Costituzione delle Repubblica italiana. Edizione con note. Disponibile all’indirizzo: https://www.cortecostituzionale.it/documenti/download/pdf/Costituzione_della_Repubblica_italiana.pdf
  14. ECDC. Facilitating COVID-19 vaccination acceptance and uptake in the EU/EEA. 15 October 2021. Disponibile all’indirizzo: https://www.ecdc.europa.eu/sites/default/files/documents/Facilitating-vaccination-uptake-in-the-EU-EEA.pdf
  15. Comunicato ANPI Milano del 28 ottobre 2021. Sabato 30 ottobre 2021 ore 16,00: convocato il Comitato Permanente Antifascista davanti alla Camera del lavoro. Disponibile all’indirizzo: http://lombardia.anpi.it/media/blogs/lombardia/2021/10/sabato_30_ottobre_ore_16_-comitato_antifascista.pdf?mtime=1635427386
  16. World Health Organization. WHO Manifesto for a healthy recovery from COVID-19. Disponibile all’indirizzo: https://www.who.int/news-room/feature-stories/detail/who-manifesto-for-a-healthy-recovery-from-covid-19
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  18. Regione Lombardia. Legge regionale n.48 del 16.09.1988. Disponibile all’indirizzo: http://normelombardia.consiglio.regione.lombardia.it/normelombardia/Accessibile/main.aspx?view=showsum&iddoc=lr001988091600048
  19. Forastiere F, Micheli A, Salmaso S, Vineis P. Epidemiologia e COVID-19 in Italia. Consentire e coordinare l’accesso ai dati per un’ampia collaborazione nelle valutazioni cliniche ed epidemiologiche. Epidemiol Prev 2020;44(2-3):112-13.
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  21. Presidenza del Consiglio dei Ministri. Report Vaccini Anti COVID-19. Disponibile all’indirizzo: https://www.governo.it/it/cscovid19/report-vaccini/
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