Non vorremmo proprio che quest'anno il pesce d'aprile fosse il Covid! Che lo stato di emergenza finisca proprio in questa data potrebbe anche sembrare appunto uno scherzo, ed invece è vero: dal 1° di aprile non siamo più in uno stato di emergenza per la pandemia da SARS-CoV2!

Eppure ieri, 28 marzo, tre giorni prima della "liberazione" dalla maggior parte dei fastidi delle regole di contenimento, abbiamo avuto ben 99.457 diagnosi accertate di contagio e 177 decessi! Gli italiani che stanno a casa isolati in quanto contagiati sono 1.266.878, cioè più di un italiano ogni cinquanta. La letalità, grazie ai vaccini, è diminuita molto, ma pur sempre muoiono tre persone ogni mille contagiati, quasi 5.000 decessi al mese, e molti devono ricorrere alle cure ospedaliere, anche nei reparti di terapia intensiva.

Forse è bene ricordarci di alcune evidenze che ci sono state dette più volte e che forse vogliamo talvolta dimenticare anche perché di questi giorni le preoccupazioni sembrano sempre crescere anche per altre tragedie di carattere non sanitario, e sembra che chiodo scacci chiodo. Innanzi tutto è bene ricordare che il vaccino non protegge completamente dal contagio anche se svolge un ruolo determinante di protezione dalla malattia grave. E poi ricordiamoci che ci si può contagiare anche se eravamo già stati infettati ed eravamo guariti.

La via più frequente del contagio non sembra ora essere tanto la vicinanza con un infetto quanto il respiro degli "aerosol" che trasportano il virus in ambienti chiusi ed affollati. La mascherina sicuramente ci aiuta a difenderci, ma purtroppo non sempre fino in fondo. Ed allora la soluzione migliore è quella di evitare più che si può di soggiornare a lungo in ambienti chiusi magari pieni di gente.

È chiaro che dopo due anni abbiamo voglia di "vivere", di "incontrare", di "partecipare" ... ed è giusto che si debba ricominciare a farlo, ma è indispensabile cercare di mantenere tutte le maggiori possibili precauzioni. Può essere giusto allentare le misure obbligatorie, ma lo si deve fare senza che crescano troppo i rischi, e questo può succedere solo se aumenta in tutti noi la consapevolezza e la responsabilità di mantenere personalmente le necessarie misure di precauzione.

Evitiamo quindi innanzitutto le occasioni di inutili assembramenti e frequentiamo il meno possibile gli ambienti chiusi mal aerati e molto frequentati.  Chiediamoci se è proprio essenziale buttarsi nella mischia oppure se spesso è meglio starne lontani dato che spesso non è così essenziale. E' triste non abbracciarsi e non baciarsi, ma forse possiamo ancora aspettare qualche settimana dal farlo troppo di frequente e con chiunque (o quasi ...).

Una media di quasi 150 decessi al giorno non è cosa da ignorare; certo sono per lo più i soggetti più fragili, ma anche noi diventeremo un giorno fragili a nostra volta e sarebbe bene evitare di trasmettere loro il contagio. E poi non sappiamo ancora bene quali strascichi possa lasciarci una patologia da Covid; si parla con preoccupazione dei problemi del Long Covid che sembrano tutt'altro che trascurabili.

Sono stato accusato di fomentare il terrore e di voler tarpare i desideri di divertimento solo perché ho accennato in un’intervista al calo di attenzione della gente ai problemi della pandemia e conseguentemente anche alle misure di precauzione per evitare i contagi. Cercare di mantenere la consapevolezza  della permanenza dei rischi non è certo far terrore e inoltre io stesso svolgo delle attività di volontariato in ambito sportivo proprio per permettere che continuino alcune delle attività ludiche o legate allo sport che considero un aiuto alla gente per superare le tristezze di questa situazione.

E per non far annebbiare questa consapevolezza riporto qui di seguito qual è ora la situazione dal 1° marzo:

grafici-d-aprile.png

 

Dai grafici si può dedurre:

  1. che i contagi sono via via aumentati, ma nell'ultima settimana si sono stabilizzati a circa 70.000 al giorno;
  2. che la prevalenza di contagiati isolati a domicilio è invece aumentata sino a 1.250.000;
  3. che tra i contagiati la percentuale di ricoverati è diminuita;
  4. ma la prevalenza di ricoverati è aumentata;
  5. mentre quelli in terapia intensiva sono diminuiti; ma ora sembrano stabili,
  6. che tra i ricoverati la percentuale di quelli in terapia intensiva è diminuita;
  7. che i decessi sono diminuiti nella prima settimana, ma poi sono rimasti stabili a circa 150 al giorno;
  8. che la letalità è aumentata e poi un po' diminuita negli ultimi giorni;
  9. che l'erogazione di tamponi è aumentata ed è quasi di 500.000 al giorno.

Conclusione

La situazione negli ultimi giorni non sta peggiorando, ma la circolazione del virus è sempre molto elevata ed anche la sua pericolosità, valutata sia come necessità di ricorso all'assistenza ospedaliera sia come purtroppo anche letalità che ha raggiunto i 4 per 1.000 contagiati.

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