Riassunto

Da alcuni mesi il personale dell’Istituto superiore di sanità (ISS) è in mobilitazione permanente (vd. anche E&P 2009 n.1-2, pp. 13-19). Ricercatori e tecnici sono preoccupati per le disposizioni contenute sia nel famoso decreto dei ministri Brunetta e Tremonti in materia di lavoro pubblico e privato, sia nel Disegno di legge 1167 sul riordino degli enti vigilati dal Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, ancora in discussione in Senato. Tutti i lavoratori dell’istituto temono di perdere, in toto o in parte, l’autonomia scientifica e tecnica, paura che per coloro che hanno un contratto a termine, insomma i precari, si aggiunge a quella di perdere addirittura il posto di lavoro. Il personale dell’ISS ha quindi creato un coordinamento per gestire l’agitazione e stabilire un robusto ponte di collegamento con l’opinione pubblica, spinto dalla convinzione che il destino dell’Istituto superiore di sanità non sia un problema settoriale che riguarda pochi lavoratori della ricerca biomedica e della sanità, ma un problema generale che riguarda sia il modo con cui l’Italia intende continuare a tutelare la salute dei suoi cittadini, sia il sistema di ricerca scientifica del Paese. L’ISS è, infatti, il principale centro di ricerca, controllo e consulenza scientifico-tecnica in materia di sanità pubblica. E il suo personale compatto si riconosce pienamente in questa missione, come ha dichiarato nel convegno L’Istituto Superiore di sanità tra presente e futuro: ruolo, missione e risorse nella fase del riordino organizzato lo scorso 25 giugno, a Roma.

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