Riassunto

L’Ordine dei medici della Provincia di Milano ha aperto una procedura di radiazione nei confronti di un medico legale in merito alle prese di posizione di quest’ultimo sul tema delle vaccinazioni. Una procedura analoga era stata avviata dall’Ordine dei medici della Provincia di Treviso. Per quanto è dato di sapere in assenza del deposito formale delle motivazioni del provvedimento da parte dell’Ordine milanese, le argomentazioni addotte sarebbero di tipo scientifico. In realtà, la questione non è risolvibile all’interno del ristretto piano scientifico e, se la volessimo considerare così, cadrebbe in contraddizione.

L’Ordine dei medici della Provincia di Milano ha aperto una procedura di radiazione nei confronti di un medico legale in merito alle prese di posizione di quest’ultimo sul tema delle vaccinazioni. Una procedura analoga era stata avviata dall’Ordine dei medici della Provincia di Treviso. Per quanto è dato di sapere in assenza del deposito formale delle motivazioni del provvedimento da parte dell’Ordine milanese, le argomentazioni addotte sarebbero di tipo scientifico. In realtà, la questione non è risolvibile all’interno del ristretto piano scientifico e, se la volessimo considerare così, cadrebbe in contraddizione.

La scienza è antidogmatica

Fondamenti del metodo scientifico sono l’atteggiamento scettico e la continua messa in discussione delle cosiddette verità acquisite. Una posizione antidogmatica che si accompagna alla valorizzazione delle posizioni cosiddette eretiche. Quando questo non è avvenuto, spesso, come documenta la storia della scienza, è stato per ragioni che non rientrano propriamente nell’ambito scientifico.1
Nel caso specifico delle vaccinazioni, le indicazioni di sanità pubblica si basano su valutazioni costo-beneficio a livello di popolazione, visto il ruolo della cosiddetta herd immunity. Sono valutazioni contingenti, dove il peso relativo dei costi e dei benefici è soggetto a mutazioni e a considerazioni non solo medico-scientifiche. Alcune vaccinazioni sono state dismesse, per esempio, l’antivaiolosa.
Riassumendo questo punto e schematizzando: a livello di popolazione valgono i calcoli matematici sulla percentuale di persone immunizzate necessaria per garantire l’immunità anche a chi non è vaccinato, mentre a livello individuale valgono le usuali considerazioni sulle controindicazioni e sugli effetti collaterali che possono sconsigliare la vaccinazione. Per il primo punto, la modellazione matematica è specifica per ogni patologia infettiva e riposa su alcune assunzioni a volte poco realistiche. La capacità infettiva è riassunta in un parametro di solito specificato come il numero di persone che un caso infetto può contagiare (indicato con R0). Se la percentuale di persone immunizzate nella popolazione raggiunge il livello di 1-1/R0 l’infezione viene considerata eradicata, nessuno più si infetterà e il patogeno non circolerà più nella popolazione. Come si vede dalla formula, l’infezione si estingue anche quando una certa percentuale di soggetti della popolazione è ancora suscettibile, cioè non immunizzata. Sono coloro che beneficiano della herd immunity. Per esempio, se ogni caso può contagiare dieci persone, sarà necessaria una quota del 90% di soggetti immunizzati. La vaccinazione è un modo per ottenere l’immunizzazione. Per un vaccino efficace al 100% la copertura necessaria per l’eradicazione è quella ottenuta dalla formula precedente. Se l’efficacia è minore occorrerà una copertura maggiore. In condizioni ideali, la percentuale di soggetti per i quali la vaccinazione è controindicata dovrebbe essere contenuta in modo da non compromettere il raggiungimento della soglia di eradicazione. Poiché la capacità infettiva varia2 la questione è molto complessa e si comprende come qualcuno ponga dei dubbi sulla possibilità di poter realmente raggiungere la soglia per la herd immunity o, addirittura, che questa esista. Di tale complessità non c’è traccia nei provvedimenti presi dagli Ordini dei medici.

Tra professione medica e società

Le procedure avviate dagli Ordini dei medici si collocano, perciò, fuori dall’ambito della scienza e hanno piuttosto a che fare con quello che possiamo provvisoriamente definire il rapporto tra scienza, o meglio, professione medica e società.
Certamente gli ordini professionali svolgono un ruolo sociale oltre che scientifico, ma ciò che stupisce è che nel caso che stiamo trattando – le procedure di radiazione sui temi della vaccinazione – si nasconde questo ruolo e ci si trincera sul fronte della cosiddetta verità scientifica.
A ben vedere, hanno ragione anche coloro che si difendono adducendo l’argomento dell’onorabilità e rettitudine professionale (art. 4 del nuovo Codice di deontologia medica: principi di libertà, indipendenza, autonomia e responsabilità)3 che impone chiarezza sugli effetti negativi delle vaccinazioni. Gli Ordini dei medici si richiamano anche loro all’onorabilità e rettitudine parlando dei vantaggi delle vaccinazioni. Forse si hanno concetti diversi di onorabilità e rettitudine, o forse non sono concetti della scienza medica. Quello che preme sottolineare qui è che si richiamano aspetti extrascientifici.

Messaggi sbagliati

L’Ordine dei medici esce dal suo ruolo di tutela della professione e censura opinioni scientifiche non confacenti al dogma attualmente maggioritario. Nel fare questo, si schiera e mostra di essere di parte.
Che un ordine professionale prenda posizione non è certamente scandaloso, anzi. Si discute, però, quale posizione venga presa e quali conseguenze abbia. Purtroppo, posizioni censorie vanno a detrimento della scienza, comunque. Se si indebolisce la posizione scientifica, si indebolisce la credibilità della scienza nel suo complesso, intendendo qui scienza anche come l’insieme dei professionisti. È questa una conseguenza su cui vale la pena di riflettere. Invece di aprire il dibattito, lo si chiude censurando alcune posizioni e veicolando, pertanto, alla società esterna alla comunità professionale un messaggio preciso: la scienza impone dei comportamenti individuali, limita la libertà di scelta delle persone. La scienza è autoritaria.

Incertezza, questa cenerentola

Di fronte a interessi rilevanti e all’urgenza di prendere decisioni, la sociologia della scienza ha mostrato come si giochino dalle parti contrapposte differenti strategie dell’incertezza. Negandola o enfatizzandola, a seconda dei punti di vista.
Nel dibattito si assiste alla sottolineatura degli effetti collaterali o avversi o alla loro negazione, così come parallelamente si svalutano i supposti benefici oppure si sottolineano i danni della mancata copertura vaccinale. C’è un bilanciamento difficile da raggiungere, ma è irrazionale e arbitrario negare la legittimità di questi rilievi. Ormai tutti sono consapevoli del gioco strategico dell’incertezza e tutti hanno le loro fonti informative, buone o cattive che siano (ma chi decide chi è buono e chi è cattivo?).4

E i conflitti di interesse?

Conflitti di interesse possono intervenire e contribuire alla perdita di fiducia nelle istituzioni scientifiche.
Purtroppo, torna alla memoria la lettera al presidente dell’Ordine dei medici della Provincia di Milano scritta da Giulio Maccacaro nel 1972. Si denunciava il farsi strumento della medicina del capitale da parte dell’ordine professionale. Un asservimento della medicina a interessi economici e allo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.5 Parole che sembrano remote e un linguaggio così assoluto da apparire desueto o datato. Eppure, l’ombra di rilevanti interessi economici è lì, nel dibattito attuale sulle vaccinazioni. Se i professionisti e le loro istituzioni lo negano, la società esterna lo testimonia con il preoccupante calo di adesione ai programmi vaccinali, obbligatori o meno.
Per esempio, l’intervento al Festival dell’economia di Trento di Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto superiore di sanità, è stato caricato su YouTube6 con l’indicazione: «12 giu 2017 – Caricato da Sanofi Italia». Sanofi7 era partner della dodicesima edizione del Festival dell'Economia. Non è il professor Ricciardi in conflitto di interessi, ma è il contesto che lo crea! Non tenerne conto è miope, perché la società comunque tende a percepirlo come tale.

Misure di corto respiro

Nella situazione di perdita di fiducia, le procedure di radiazione come le imposizioni per legge hanno corto respiro. Tanto tempo fa si prendevano decisioni e poi ci si poneva il problema di come comunicarle ai cittadini. Così ci dicono i sociologi della comunicazione. In questo dibattito italiano sulle vaccinazioni mi sembra che nessuno se ne sia accorto. Nella linea della sezione EpiChange, il punto nodale che vogliamo sottolineare è quello della partecipazione, del coinvolgimento della popolazione nelle decisioni, dell’apertura e democratizzazione dei tavoli tecnico-decisionali. Sacrificare questi valori in nome di un’astratta, e oggi superata, concezione centralista di sanità pubblica è anche potenzialmente inefficace, come testimonia la caduta del tasso di adesione alle vaccinazioni.

Conflitti di interesse dichiarati: nessuno.

Bibliografia e note

  1. Koestler Arthur. The Case of the Midwife Toad. London, Hutchinson, 1971. [Traduzione italiana: Il caso del rospo ostetrico. Milano, Jaca Book 1979].
  2. Guerra FM, Bolotin S, Lim G et al. The basic reproduction number (R0) of measles: a systematic review. Lancet Infect Dis 2017. pii: S1473-3099(17)30307-9. doi: 10.1016/S1473-3099(17)30307-9. [Epub ahead of print].
  3. Federaziona nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri. Codice di deontologia medica. 2014. Disponibile all’indirizzo: https://portale.fnomceo.it/fnomceo/Codice+di+Deontologia+Medica+2014.html?t=a&id=115184
  4. Michaels David. Doubt Is Their Product. Oxford, Oxford University Press, 2008.
  5. Maccacaro GA. Lettera al Presidente dell’Ordine in Giulio A Maccacaro. Per una Medicina da rinnovare. Scritti 1966-1976. Milano, Feltrinelli 1979; pp. 135-61.
  6. https://www.youtube.com/watch?v=BAL_JL8fS5k
  7. Sanofi è un gruppo farmaceutico francese attivo anche nel settore dei vaccini (Sanofi Pasteur): ne produce alcuni tra i più famosi.

 

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