Ringraziamo gli autori per la lettera (p. 299 di questo fascicolo) che ci permette di sottolineare nuovamente i risultati rilevanti dello studio e la metodologia seguita (Boosters and time since the last anti-COVID-19 vaccine dose: lead public health choices by real-time epidemiological assessment. Epidemiol Prev 2022;46(1-2):34-46). Prima di rispondere ai quesiti posti, ci sembra necessario precisare in quale cornice si è sviluppato il lavoro citato. L’Unità di epidemiologia è parte integrante dell’Agenzia per la tutela della salute (ATS) dell’area Metropolitana di Milano, che copre le province di Milano e di Lodi (3.500.000 di residenti) e governa un sistema metropolitano complesso e unico a livello nazionale, che inoltre è stato punto di origine dell’epidemia di COVID-19.Nelle fasi iniziali della somministrazione della prima dose booster, momento in cui la circolazione virale garantiva una risposta immunitaria efficiente dei vaccini, il sistema di monitoraggio sviluppato in ATS Milano ha messo in luce un rallentamento dell’accesso da parte della popolazione già sottoposta alle prime due dosi, popolazione prevalentemente più anziana e maggiormente affetta da patologie croniche. Una prima analisi aveva evidenziato un eccesso di ricoveri per COVID-19 e di decessi nei soggetti che avevano avuto il completamento del primo ciclo vaccinale da più tempo, per questo si era pensato di generare elenchi per ciascun medico di medicina generale segnalando i soggetti a maggiore priorità di accesso alla dose booster... Accedi per continuare la lettura

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