Lettere minuti di lettura
E&P 2022, 46 (5-6) settembre-dicembre, p. 299-299
DOI: https://doi.org/10.19191/EP22.5-6.A569.103
Malattie trasmissibili; Vaccini
Confronto della mortalità generale tra popolazione vaccinata e non vaccinata contro COVID-19 nelle province di Milano e di Lodi
A comparison of overall mortality between the vaccinated and unvaccinated COVID-19 populations in the Milan and Lodi provinces
Il recente articolo di Russo et al. (Boosters and time since the last anti-COVID-19 vaccine dose: lead public health choices by real-time epidemiological assessment. Epidemiol Prev 2022;46(1-2):34-46) è particolarmente importante, poiché analizza anche la mortalità generale nella popolazione ≥18 anni (circa tre milioni di soggetti) studiando sia il gruppo di riferimento dei non vaccinati contro COVID-19 (quasi 380.000) sia quello sottoposto a booster (oltre 1,15 milioni di persone).
Ci sembra, tuttavia, che lo studio presenti alcuni aspetti che non consentono di apprezzare i buoni risultati emersi nei primi 5 mesi dopo il secondo vaccino e nei soggetti sottoposti alla terza dose (booster).
In particolare, solo la popolazione vaccinata con due dosi viene disaggregata e analizzata in dettaglio in funzione della pregressa infezione SARS-CoV-2 e della latenza della mortalità generale. Mancano, infatti, le analisi sia per latenza della mortalità dalla dose booster sia per distanza del booster dalla seconda dose, nonostante il gruppo booster sia eterogeneo e ampio (consentendo quindi indagini epidemiologiche), poiché costituito da oltre 500.000 soggetti con seconda dose effettuata da meno di 4 mesi (vedi tabella 2 dell’articolo citato)... Accedi per continuare la lettura
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Full Text 299_let-sanvenero.pdf | 212 ㎅ | 14 |
1.
Due quesiti agli autori
Gent. Redazione e Autori, grazie della disponibilità al dibattito scientifico.
La risposta degli Autori ci ha però lasciato un importante dubbio interpretativo:
1) La Tab. 5 dell'articolo mostra valori di HR crescenti con la distanza dalla 2a dose (HR=0,31 se <4 mesi, HR=0,51 se <5 mesi, HR=0,57 se <6 mesi), poi con rischio maggiore rispetto ai non vaccinati, a 6-7 mesi (HR=1,47) e 7+ mesi (HR=3,77), con valori ridotti dopo il booster (HR=0,33)
2) il fenomeno per noi merita approfondimento. Gli autori rispondono dall'ultimo capoverso di pag. 300 alla fine del primo a pag. 301, con riferimento ai necessari aggiustamenti, non trattandosi di studio sperimentale.
Concordiamo. Ma i dati nella Tab. 5, come scrivono gli autori in nota a margine, sono "# modelli tempo-dipendenti aggiustati per genere, età in classi quinquennali, stato socio economico, cittadinanza (italiana vs straniera) e numero di comorbidità e con l'ultima vaccinazione effettuata nel periodo 01/10/2021-31/12/2021 come variabile tempo dipendente".
Si chiede dunque di chiarire se i valori di HR in tab. 5 siano effettivamente aggiustati per età, comorbidità e gli altri fattori citati.
Se tale operazione avvenuta, come avevamo inteso:
Se invece non si fosse attuata tale correzione, qualunque confronto di HR, incluso il risultato finale sulla efficacia del booster, sarebbe privo di significato.
In aggiunta al suddetto punto principale, crediamo legittimo l'interesse di chi ha a cuore la salute della comunità di sapere se, proseguendo il follow-up sugli effetti del booster, di necessità molto breve all'atto della pubblicazione (con oltre l'80% delle dosi somministrate nell'ultimo mese e mezzo del follow-up documentato), i rilevati effetti positivi si siano mantenuti, o se sia accaduto qualcosa di simile a quanto associato al trascorrere del tempo dopo la 2a dose.
Dr. Sandro Sanvenero, a nome anche di altri firmatari della Lettera