Una vera e propria sollevazione da parte di chi in Italia si occupa di prevenzione. Questo l’effetto prodotto dal Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) 2014-2018 messo a punto dal Ministero della salute e sottoposto alla Conferenza Stato-Regioni.

Il motivo? La mancata considerazione, nell’ambito riguardante il macro-obiettivo “Ambiente e salute”, delle opinioni di chi di questi temi si occupa a livello nazionale, e la conseguente assenza, o il trattamento non adeguato, di temi importanti come la protezione della salute di chi vive nei Siti di Interesse Nazionale per le bonifiche (SIN) o l’inquinamento atmosferico.

Per questo motivo AIE (Associazione Italiana di Epidemiologia) da un lato, AssoArpa (l’associazione delle ARPA regionali) e ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) dall'altro, hanno inviato al Ministero della salute lettere di disappunto in cui si sottolineano le falle sia metodologiche sia di contenuto attribuite al PNP.

Nella loro missiva congiunta i presidenti di ISPRA e AssoArpa lamentano che il macro-obiettivo “Ambiente e salute” sia stato «elaborato in assenza di qualsivoglia interazione con il costituendo Sistema delle Agenzie per l'Ambiente coordinato da ISPRA». Rilevano quindi «il contenuto assolutamente generico del piano, la cui ulteriore specifica definizione viene rimandata a successivi recepimenti a livello regionale, senza alcun coordinamento fra le istituzioni centrali e periferiche, col rischio di accentuare ulteriormente le asimmetrie interregionali che, viceversa, occorre assolutamente attenuare».

Per parte sua, la presidente dell'AIE sottolinea nella lettera indirizzata al ministero della salute come i temi ambientali siano trattati con estrema superficialità e gravi omissioni. In particolare:

non vengono menzionati i rischi ambientali derivanti dai cambiamenti climatici e il loro impatto sulla salute; non si tratta il tema della contaminazione delle acque potabili (per esempio da arsenico); non si accenna alla valutazione dei rischi per la salute della popolazione residente nei SIN, oggetto di studio del Progetto SENTIERI,  peraltro finanziato dallo stesso Ministero della salute; l’inquinamento atmosferico e i rischi per la salute connessi non sono affrontati in modo adeguato.

Ambedue le lettere concludono sollecitando il Ministero della salute ad avvalersi della collaborazione degli enti preposti al controllo ambientale (sistema ISPRA/ARPA/APPA, Ministero dell’ambiente) e delle società scientifiche competenti, tra cui l’AIE.

Si mostrerà sensibile il Ministero a queste richieste? Accetterà di rivedere un Piano già definito riaprendo una discussione su temi fondamentali per la tutela della salute degli italiani? I richiedenti auspicano che sia occasione di rimettere mano al documento e che non sia tutto demandato alla stesura dei Piani della prevenzione regionali.

la redazione, 4 luglio 2014

 

AGGIORNAMENTO: anche SITI e ISDE chiedono modifiche al PNP A queste prime iniziative si sono aggiunti altri due interventi... Accedi per continuare la lettura

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