Con l’obiettivo di far fronte al cambiamento climatico e al calo costante di biodiversità, nel 2022 la Commissione europea ha proposto una normativa giuridicamente vincolante per gli Stati membri finalizzata alla riqualificazione degli ambienti naturali riguardante non solo le aree protette, ma tutti gli ecosistemi, compresi i terreni agricoli, quelli forestali e le aree urbane. 

Dopo due anni di negoziati, in cui anche il nostro Paese ha cercato di ostacolare l’approvazione del Regolamento, e dopo un voto che ha lasciato tutti gli osservatori col fiato sospeso fino alla fine, il 27 giugno di quest’anno il testo è stato ufficialmente adottato. Ora gli stati hanno due anni di tempo per presentare i piani nazionali di ripristino. 

In questo articolo l’autrice analizza l’idea di relazione ambiente/salute (relazione tra “umano” e “non umano”) che ha guidato la Commissione europea nel produrre questa norma, mentre nel riquadro propone una breve sintesi dei contenuti della legge.

La Nature Restoration Law è di particolare interesse nel contesto delle policy ambientali ed è per sua natura transdisciplinare,1 includendo tematiche di salute pubblica. Nonostante esistano diverse criticità che la accompagnano (per esempio, nelle deleghe lasciate agli Stati membri riguardanti la stesura dei piani nazionali, nell’incertezza delle modalità di monitoraggio e nelle tipologie di indici da considerare come validi), essa si pone in modo innovativo nel panorama internazionale. Le parole utilizzate nel titolo, Nature e Restoration, sono un primo esempio di tale novità... Accedi per continuare la lettura

 

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