A metà strada, il Programma strategico salute e ambiente comincia a presentare i suoi frutti. La due giorni di Roma (4-5 febbraio 2010) è servita proprio per fare il punto degli studi finanziati dal programma e per delineare i futuri sviluppi che, come ha ricordato il coordinatore del progetto, Pietro Comba, dell’Istituto superiore di sanità, dovrà ora integrare le varie linee di ricerca fra loro e, soprattutto, pensare a come trasferire i risultati ottenuti nella prassi della sanità pubblica e della prevenzione. La prima giornata del convegno si è snodata intorno ai grandi temi degli aspetti sanitari connessi all’inquinamento del-l’aria, ai siti di bonifica e del ciclo dei rifiuti.

Inquinamento atmosferico

 Francesco Forastiere (Dipartimento di epidemiologia ambientale, SSR Lazio E) ha iniziato riferendo dello studio EpiAir, presentato lo scorso novembre presso il Ministero della salute.1 La ricerca, condotta su dieci città italiane, ha confermato il rischio per le malattie cardiache e respiratorie a breve termine da particolato, ozono e ossidi d’azoto, inasprendo i coefficienti di rischio individuati dal precedente studio MISA-2.2 Una delle ragioni di questo peggioramento, secondo Forastiere, potrebbe risiedere nel fatto che in parte le analisi sono state condotte su città diverse, ma anche perché negli anni Duemila (periodo di riferimento dello studio EpiAir) le rilevazioni delle ARPA si sono raffinate, conducendo a un quadro più preciso e realistico dell’inquinamento atmosferico. È stata anche avanzata l’ipotesi che nel periodo di riferimento intercorso fra lo studio MISA-2 e lo studio EpiAir sia cambiata la qualità delle emissioni, in particolare da traffico... Accedi per continuare la lettura

 

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