Riassunto

La Basilicata è un polo europeo per l’estrazione del petrolio. Interessi complessi nel tempo hanno generato pratiche estrattive inadeguate, determinando impatti sull’ambiente e sulla salute degli residenti. Per anni, gli abitanti si sono lamentati della contaminazione ambientale e del conseguente impatto sulla salute. Alcune persone del posto hanno iniziato a svolgere attività di “monitoraggio civico” per raccogliere prove a sostegno delle proprie denunce. Il contributo offre un’analisi delle motivazioni che spingono le “sentinelle civiche” ad attivarsi ed esplora le potenziali applicazioni dei dati raccolti, anche in ambito epidemiologico. Una specifica iniziativa viene analizzata come caso studio riportando i risultati di una ricerca sul campo. L’analisi sottolinea il bisogno essenziale che le persone hanno di accedere a informazioni attendibili di fronte al disagio ambientale. Evidenzia anche la crescente tendenza degli attori civici a usare i dati raccolti per esigere o orientare interventi da parte delle istituzioni competenti. Si conclude riflettendo sulle implicazioni sociogiuridiche dello studio, proponendo il monitoraggio civico come strumento per affrontare e possibilmente mediare i conflitti ambientali.

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Abstract

The Basilicata Region (Southern Italy) is a European hub for oil extraction. Complex interests over time have stimulated poor extraction practices, affecting the environment and the health of residents. For years, the people have complained about environmental contamination and human illnesses. Some inhabitants started carrying out ‘civic monitoring’ activities to gather evidence to support their complaints. The study offers an analysis of the motivations for the ‘civic sentinels’ to take action and explores potential applications of the data collected, including in the field of epidemiology. A specific initiative is explored as case study on the basis of findings from field research. The analysis emphasises the essential need people have to access reliable information in the face of environmental distress. It also highlights the growing trend of civic actors using the collected data to demand or orient interventions from competent authorities. It concludes by reflecting on the socio-legal implications of the study, proposing civic monitoring as a means of addressing and possibly mediating environmental conflicts.

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Introduzione

Anche se l’opinione pubblica ne è scarsamente consapevole, la Basilicata è un importante polo europeo per l’estrazione del petrolio. Nel 2019 su circa 7,5 milioni di tonnellate di petrolio estratte in Italia, 6,4 provenivano dalla Basilicata.1 
Il petrolio viene inviato alla raffineria di Taranto, mentre I sottoprodotti di scarto vengono in parte portati fuori dalla regione con autocisterne, in parte smaltiti all’interno della Basilicata in un impianto chimico-fisico-biologico per il trattamento di reflui e rifiuti speciali (Tecnoparco Valbasento). Tale attività estrattiva ha determinato nel tempo impatti negativi sull’ambiente senza sostanziali benefici per l’economia locale, che rimane una delle più povere d’Europa, come dimostrato da numerosi studi, tra i quali le recenti analisi comparative condotte da Iacono2 e da Pellegrini.3  
L’estrazione del petrolio nella regione ha causato nel tempo il degrado di matrici ambientali, come aria, acqua e suolo;4 inoltre, l'attività estrattiva genera un impatto negativo sulla popolazione locale che lamenta molestie olfattive (come ampiamente dimostrato dalla VIS effettuata mediante olfattometria dinamica), inquinamento atmosferico, presenza di idrocarburi nei terreni agricoli e nelle acque, presenza di rifiuti trovati su proprietà private, odori pungenti e fumi irritanti, insorgenza di patologie legate alla vicinanza agli impianti, ecc.5 Diversi studi condotti in loco mostrano che nelle aree circostanti i siti di estrazione del petrolio i tassi di mortalità e di ricovero per alcune patologie sono superiori a quelli della media regionale.6-11

Analizziamo la Basilicata: una campagna per la raccolta di dati dal basso

Un gruppo di abitanti delle zone più esposte alle conseguenze del fenomeno estrattivo ha iniziato a svolgere forme di monitoraggio ambientale civico (noto anche come citizen sensing, una forma di scienza civica che riconosce particolare importanza all’uso dei propri sensi o di sensori a basso costo nella raccolta dei dati)12,13 finalizzate alla raccolta di prove a sostegno delle proprie denunce. Queste forme di monitoraggio rientrano nell’ambito della più ampia scienza civica (citizen science), basata sull’impegno attivo dei cittadini nella ricerca scientifica.14 
Nel 2015, alcuni abitanti hanno lanciato una campagna di raccolta fondi dal basso (crowdfunding) per sostenere le attività di monitoraggio e le successive analisi dei dati raccolti. La campagna, intitolata Analizziamo la Basilicata, sostenuta primariamente dall’associazione COVAContro, aveva lo scopo di coordinare gli sforzi di monitoraggio civico in loco per dare una risposta ai quesiti, rimasti inevasi, avanzati dagli abitanti in merito a questioni ambientali in Basilicata.15 In pochi mesi, la campagna ha raccolto centinaia di sottoscrizioni attraverso la sua pagina Facebook. I fondi così ottenuti (ai quali, ad oggi, si aggiungono gli introiti derivanti da donazioni del 5x1000 e dalla partecipazione a piccoli bandi di ricerca) vengono utilizzati dagli abitanti del posto per acquistare le attrezzature necessarie (per esempio sensori per rilevare le radiazioni; droni; telecamere; kit di analisi delle acque), effettuare campionamenti di acqua o di suolo in aree critiche della regione, ed eseguire analisi chimiche, attraverso kit ”fai da te” oppure inviando i campioni raccolti a laboratori specializzati.16 

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Un esempio

Un esempio di monitoraggio svolto dai cittadini è rappresentato dalla raccolta di campioni di acqua in aree chiave per l’estrazione del petrolio e per lo smaltimento dei sottoprodotti (vedi recente iniziativa documentata dal TGR Basilicata, datato 6 gennaio 2022),17 seguita da analisi in laboratori indipendenti, la maggior parte dei quali certificati da Accredia, l’ente italiano di accreditamento dei laboratori di ricerca. Spesso COVAContro collabora con altre realtà locali anch’esse impegnate nel monitoraggio civico, come il Movimento Tutela Val Basento.18 
In alcune occasioni, i volontari hanno trovato nell’acqua composti che sono riconosciuti cancerogeni, come il cadmio, sostanza cancerogena di gruppo 1 (ossia di accertata cancerogenicità per l’uomo secondo la classificazione IARC), come è successo recentemente nelle acque del fiume Basento,19 presso cui è stata scattata la foto riportata a p. 25. I test sono stati eseguiti per confrontare lo stato dell’ambiente percepito e sperimentato dai residenti con i risultati delle analisi effettuate dalle autorità.

Cosa spinge i cittadini a realizzare forme di monitoraggio dal basso?

L’evolversi dell’iniziativa di monitoraggio è stato già analizzato a partire dal 2018 nell’ambito di una ricerca di dottorato sull’uso del monitoraggio civico nelle politiche di gestione del rischio ambientale,20 e successivamente nell’ambito del progetto Sensing for Justice, sull’accettabilità come prova giudiziaria dei dati derivanti dal monitoraggio ambientale civico.21 
Nel presente articolo si analizza anche una successiva ricerca sul campo svolta in Basilicata nell’autunno 2020 e nell’estate 2021. La domanda che ha guidato la ricerca empirica riguarda le motivazioni che inducono alcuni attori civici (e solo alcuni) a reagire a stress ambientali attraverso forme di monitoraggio dal basso, come forma di sopravvivenza e di resistenza. La ricerca mirava anche a capire come gli abitanti stessero usando i dati raccolti per individuare problemi ambientali e implicazioni per la propria salute, ed esigere risposte dalle istituzioni competenti. Dallo studio è emerso il bisogno essenziale che le persone hanno di accedere a informazioni comprensibili, trasparenti e credibili di fronte al disagio ambientale.

Tutela della salute e diritto di vivere in un ambiente sano

Le "sentinelle civiche" intervistate in Basilicata hanno affermato di monitorare l’ambiente soprattutto per la loro salute. La maggior parte degli intervistati (n. 18 su 20) ha riportato di aver sofferto conseguenze sanitarie ricollegabili all’estrazione di petrolio in prossimità delle loro abitazioni.
Il monitoraggio è per loro non solo un modo di protestare contro decisioni ambientali contestate, ma anche di preoccuparsi della propria salute e di affermare il proprio diritto a vivere in un ambiente sano. Tali tematiche sono emerse nella maggior parte delle interviste raccolte (n. 15 su 20). Il monitoraggio civico diventa così uno strumento per esprimere tensioni socioeconomiche tra il diritto alla salute e a un ambiente sano, e lo sviluppo economico di una regione.

Sentinelle sul territorio

Numerose interviste condotte sul campo (n. 14 su 20) hanno mostrato che le sentinelle cooperano spesso con figure qualificabili come esperti, quali medici, avvocati e scienziati. In particolare, in un’intervista il medico Giambattista Mele, ex presidente della Commissione intercomunale per la Valutazione d’impatto sanitario (VIS) di Viggiano del 2017, ha affermato di considerare le sentinelle come le proprie ”allerte”, che possono indicargli fenomeni che ancora le istituzioni non hanno individuato. In qualità di referente provinciale di Medici per l’ambiente-ISDE Italia, il dottor Mele si batte per portare le denunce delle sentinelle lucane fuori dalla Basilicata e all’estero e alla domanda sul futuro dell’impegno civico per la regione, ha affermato: «Se ci fossero davvero le sentinelle nei luoghi dove si decide, le cose cambierebbero e in fretta, perché vorrebbe dire avere persone che hanno a cuore la salute e l’ambiente nei luoghi dove si decide». La prima risorsa per uno studio epidemiologico in zone colpite da fenomeni estrattivi o altre forme di sfruttamento ambientale possono essere proprio i residenti che, attraverso i propri sensi, percepiscono nel tempo l’ambiente che cambia e ne avvertono le conseguenze sulla salute propria, della propria terra e dei propri animali.
Inoltre, quattro avvocati coinvolti – come difensori delle parti civili – nei processi giudiziari che ruotano intorno agli impatti ambientali dell’attività petrolifera lucana, hanno confermato di considerare le sentinelle come fonti di informazioni preziose. In effetti, alcune delle analisi condotte ”dal basso” hanno stimolato sia inchieste giornalistiche sia interventi delle procure e azioni esecutive.

Il rifiuto del ruolo di vittime

Mentre il monitoraggio civico in quanto tale non è una novità, il caso delle sentinelle lucane, se visto in una prospettiva storica, dimostra una tendenza crescente dei cittadini a usare le informazioni raccolte per contrastare dati riportati dalle autorità competenti, per esigere l’applicazione delle normative ambientali di riferimento e, da ultimo, per chiedere il rispetto del loro diritto a un ambiente sano e ad accedere all’informazione ambientale, come riconosciuto internazionalmente dalla Convenzione di Aarhus (“Convenzione sull’accesso alle informazioni, la partecipazione dei cittadini e l’accesso alla giustizia in materia ambientale”).22 Così facendo, i volontari locali dimostrano la volontà di affrontare il conflitto ambientale, rifiutando un ruolo passivo di vittime. Questa caratteristica rende il monitoraggio civico una forma reattiva di scienza civica, attingendo alla letteratura che contestualizza la citizen science come protesta e resistenza sociale.

Il paradigma del cittadino sentinella

La raccolta di dati sullo stato dell’ambiente in relazione a fenomeni di malessere percepito a livello di salute individuale e di una comunità possono essere un modo creativo di rispondere a uno stress locale. Le sentinelle osservate mettono in atto forme di crowdsourcing di energie, risorse e competenze locali per produrre e condividere informazioni ambientali con altri cittadini, con le autorità e i media. Oltre all’aspetto funzionale della generazione di informazioni alternative o complementari a quelle istituzionali, il monitoraggio civico dà forma e realizza nuovi immaginari locali, partendo dalla cura del proprio territorio. Ciò può definirsi il “paradigma del cittadino sentinella”. Questa dimensione, suggerita dalle esperienze qualitative raccolte in loco, indica come approcci di questo tipo possano destabilizzare il sistema attraverso la creazione di nuove forme di resistenza,23-25 ma anche favorire l’incontro stabilendo strumenti di mediazione del conflitto ambientale e sociale.26 

Pensare nuovi diritti

Tale concezione sfida l’allocazione di poteri e i diritti civici esistenti in ambito di governance ambientale, al fine di pensarne di nuovi, come il proporre un “diritto di contribuire all’informazione ambientale” della persona comune quando l’informazione ufficiale è assente o carente, da riconoscere come un nuovo diritto sotto la Convenzione di Aarhus.22 

Conflitti di interesse dichiarati: nessuno. 


Bibliografia e note

  1. Erba C. Oil extraction in Italy and “collateral” damage. Politheor, 21 marzo 2018. Disponibile all’indirizzo: https://politheor.net/oil-extraction-in-italy-and-collateral-damage/
  2. Iacono R. No blessing, no curse? On the benefits of being a resource-rich southern region of Italy. Research in Economics 2016.
  3. Pellegrini L, Tasciotti L, Spartaco A. A regional resource curse? A synthetic-control approach to oil extraction in Basilicata, Italy. Ecological Economics 2021;185.
  4. Battaglia R. Centro ENI in Val d’Agri: Cronaca di un disastro ambientale. Valori, 13 marzo 2019. Disponibile all’indirizzo: https://valori.it/centro-eni-in-val-dagri-cronaca-di-un-disastro-ambientale/
  5. http://movimentovalbasento.altervista.org/metalli-pesanti-idrocarburi-e-dcpa-nella-fogna-chimica-del-fiume-basento-la-devastazione-continua/
    https://covacontro.org/basento-rosso-per-quasi-due-chilometri-lo-scarico-fluviale-di-tecnoparco-va-sospeso-durante-la-siccita/
    https://covacontro.org/metalli-pesanti-oltre-soglia-di-legge-al-terminale-di-scarico-di-tecnoparco/
    http://old.pisticci.com/gallery/category/65-miasmi-manifestazione-pisticci-scalo-pulita
  6. Bustaffa E, Coi A, Minichilli F et al. Respiratory Symptoms in Relation to Living near a Crude Oil First Treatment Plant in Italy: A Cross-Sectional Study. Int J Environ Res Public Health 2018;15(12):2636.
  7. Comune di Viggiano e di Grumento Nova. Studi sul territorio e sulla popolazione dei comuni di Viggiano e Grumento Nova in Val d’Agri. Progetto per la valutazione di impatto sulla salute. 2016. Disponibile all’indirizzo: http://www.comune.grumentonova.pz.it/docvar/Sintesi_VIS_VdA_092017.pdf
  8. Istituto Superiore di Sanità, Regione Basilicata. La descrizione del profilo di salute delle popolazioni della Val d’Agri attraverso lo studio dei dati sanitari correnti. 2015. Disponibile all’indirizzo: http://cdca.it/wp-content/uploads/2016/04/Profilo-salute-popolazione-Val-dAgri-Dati-mortalit%C3%A0-e-ospedalizzazione-al-2010-rev-gennaio-2015-2.pdf
  9. Minichilli F, Bianchi F, Ancona C et al. Studio di coorte residenziale su mortalità e ricoveri nei Comuni di Viggiano e Grumento Nova nell’ambito della VIS in Val d’Agri. Epidemiol Prev 2018;42(1-2):20-33.
  10. Linzalone N, Bianchi F, Cervino M et al. Indicazioni emerse dalla VIS a Viggiano e Grumento Nova (PZ). Epidemiol Prev 2018;42(1-2):15-19.
  11. Per la Val Basento, si veda http://movimentovalbasento.altervista.org/ e https://covacontro.org/; per la Val d’Agri, si vedano https://covacontro.org/ (anche attivi nella zona di Policoro e di Tempa Rossa); https://www.facebook.com/osservatoriopopolarevaldagri/ e https://liberosservatoriovaldagri.wordpress.com/dati-2/
  12. Berti Suman A. The Policy Uptake of Citizen Sensing. Cheltenham, Edward Elgar, 2021.
  13. Berti Suman A. Sensing the risk. A case for integrating citizen sensing into risk governance. Tilburg, Wolf, 2020.
  14. Irwin A. No PhDs needed: how citizen science is transforming research. Nature, 23 October 2018. Disponibile all’indirizzo: https://www.nature.com/articles/d41586-018-07106-5
  15. Si veda https://covacontro.org/la-campagna/
  16. Berti Suman A. Civic resistance to environmental failure from the South (…of the North): The AnalyzeBasilicata initiative. Data Active Blog, 14 December 2018. Disponibile all’indirizzo: https://data-activism.net/2018/12/civic-resistance-to-environmental-failures-from-the-south-of-the-north-the-analyzebasilicata-initiative/
  17. Si veda https://www.youtube.com/watch?v=6bgYRHefsSM, estratto del TGR Basilicata dove si parla dei volontari dell’associazione come “sentinelle del territorio” che denunciano la presenza di un «additivo petrolifero nel fiume Basento vicino allo scarico del Tecnoparco» e «chiedono alle autorità di chiarire le implicazioni sanitarie» per gli abitanti del luogo.
  18. Si veda http://movimentovalbasento.altervista.org/
  19. Si veda, in generale, https://covacontro.org/le-analisi/ e, nello specifico, https://covacontro.org/ladditivo-petrolifero-che-ha-contaminato-montemurro-ed-il-basento-il-dcpa-bandito-dal-2009-rinvenuto-nuovamente-tra-val-dagri-e-val-basento-presso-lo-scarico-di-tecnoparco/ e http://movimentovalbasento.altervista.org/metalli-pesanti-idrocarburi-e-dcpa-nella-fogna-chimica-del-fiume-basento-la-devastazione-continua/
  20. Si veda https://www.tilburguniversity.edu/current/press-releases/citizen-sensing-can-be-a-valuable-contribution-environmental-risk-governance
  21. Berti Suman A, Schade S, Abe Y. Exploring legitimization strategies for contested uses of citizen-generated data for policy. In: Richardson B (ed). From Student Strikes to the Extinction Rebellion. New Protest Movements Shaping our Future. Cheltenham, Edward Elgar, 2020; pp. 74-102.
  22. UNECE Aarhus Convention on Access to Information, Public Participation in Decision-making and Access to Justice in Environmental Matters (25 June 1998) 38 ILM 517.
  23. Si veda https://sensingforjustice.webnode.it/
  24. Kullenberg C. Citizen Science as Resistance: Crossing the Boundary Between Reference and Representation. Journal of Resistance Studies 2015;1:50-76.
  25. Grasso M. From Big Oil to Big Green. Cambridge MA, The MIT Press, 2022.
  26. Giampietro L (ed). Conflitti Ambientali: Mediazione, Transazione, Accordi. Alphen aan den Rijn, Wolters Kluwer, 2018.
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