Abstract

OBJECTIVES: to evaluate if the country of origin affects participation and outcomes of cervical cancer screening.
DESIGN: retrospective cohort study.
SETTING AND PARTICIPANTS: all Italian and foreign women resident in the Veneto region (North-Eastern Italy) who were born between 1986 and 1992 and who had been invited for the first time through the screening programme between 2011 and 2017 were identified and included in the survey. 
MAIN OUTCOME MEASURES: participation to screening was calculated along with the detection of Cervical Intraepithelial Neoplasia (CIN) grade 2 or 3 and of carcinoma, by citizenship.
RESULTS: 96,105 (77.5%) Italians and 27,958 (22.5%) foreign women were included. Overall, the adjusted participation was 53.3%, with large differences among the geographical study areas. The value was highest for Italian women (56.4%), while women with other citizenships showed lower attendance: 45.5% for Eastern Europe, 44.8% for Sub Saharan Africa, 40.0% for Northern Africa, 38.5% for Central and Southern America, and 36.5% for Asia. The detection of CIN2+ was higher for women from Central and Southern America (23.0‰) or from Eastern Europe (17.9‰), while it was lower for those from Italy (11.9‰), Northern Africa (7.5‰), Sub-Saharan Africa (6.6‰), and from Asia (2.5‰) (p < 0.001). 
CONCLUSIONS: cervical screening programmes should identify and face the barriers to participation of foreign women. This is particularly important for women from geographic areas with a high prevalence of disease, such as Central and Southern America and Eastern Europe.

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Riassunto

OBIETTIVI: valutare se il Paese di origine influisce sulla partecipazione delle donne e sugli esiti dello screening del cancro della cervice uterina.
DISEGNO: studio di coorte retrospettivo.
SETTING E PARTECIPANTI: sono state individuate e incluse nell’indagine tutte le donne italiane e straniere residenti in Veneto, nate tra il 1986 e il 1992, alle quali era stato inviato un primo invito a screening tra il 2011 e il 2017.
PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati valutati l’adesione all’invito e il tasso di diagnosi di neoplasia intraepiteliale cervicale (CIN) di grado 2 o 3 e di carcinomi.
RISULTATI: sono state incluse 96.105 (77,5%) donne italiane e 27.958 (22,5%) straniere. Complessivamente, l’adesione corretta è stata del 53,3%, con ampie differenze a seconda del Paese di provenienza. L’adesione più alta è stata registrata per le donne italiane (56,4%), mentre le donne di altre nazionalità mostrano una minore partecipazione al primo round di screening: 45,5% per le donne provenienti dall’Est Europa, 44,8% per quelle dell’Africa subsahariana, 40,0% per il Nord Africa, 38,5% per il Centro e Sud America e 36,5% per l’Asia. Il tasso di CIN2+ era più alto per le donne provenienti dall’America centrale e meridionale (23,0‰) o dall’Europa orientale (17,9‰), mentre era inferiore per le italiane (11,9‰) e per le donne provenienti dall’Africa settentrionale (7,5‰), dall’Africa subsahariana (6,6‰) e dall’Asia (2,5‰) (p<0,001).
CONCLUSIONI: è importante identificare e affrontare le barriere all’adesione allo screening cervicale da parte delle donne straniere. Un’elevata partecipazione è strategica, in particolare, per le donne provenienti da aree geografiche a elevata frequenza di patologia, come l’America centrale e meridionale e l’Europa orientale.

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