Torniamo sul tema della valutazione di impatto sanitario (VIS) con un intervento dal duplice intento: da una parte, informare tutti i lettori di Epidemiologia&Prevenzione riguardo alla situazione che caratterizza la fase attuale di applicazione dello strumento; dall’altra, condividere con gli esperti di settore la necessità di rilanciare l’impegno tecnico-scientifico per un’evoluzione finalizzata a una maggiore protezione della salute collettiva. 

Contestualizzazione

Già il Decreto legislativo n. 152 del 2006 “Norme in materia ambientale” aveva incluso un’attività di valutazione di impatto sanitario (VIS) nell’ambito della valutazione di impatto ambientale (VIA), prevedendo un «elaborato predisposto dal proponente sulla base delle linee guida adottate con decreto del Ministro della salute, che si avvale dell’Istituto superiore di sanità, al fine di stimare gli impatti complessivi, diretti e indiretti, che la realizzazione e l’esercizio del progetto può procurare sulla salute della popolazione».

La norma veniva ribadita (con maggiore dettaglio) dal D.lgs. n. 104 del 2017 (recepimento della Direttiva europea 2014/52/UE sulla VIA), a seguito del quale il Ministero della Salute adottava le Linee guida (ISTISAN 19/9) e successivi approfondimenti (ISTISAN 22/35) rilasciati dall’ISS.

Sebbene gli articoli 1 e 2 mettano al primo posto la popolazione e la protezione della sua salute, l’articolo 12 restringe a una serie di grandi impianti, riportati nell’allegato II,1 la presentazione di elaborato di VIS, senza peraltro escluderne l’applicazione ad altri impianti, anzi, richiamando nella narrativa dello stesso decreto l’uso come modello di riferimento anche per le VIA regionali.

L’inserimento della VIS nelle procedure di VIA pone diversi elementi sul piano teorico e applicativo ed è stato previsto recentemente dal documento tecnico prodotto dal Sistema Nazionale di Protezione Ambientale (SNPA).2La VIS è stata ripresa dal Piano nazionale della prevenzione (PNP) 2014-2018, all’Obiettivo centrale 8.4 (“Sviluppare modelli, relazioni istituzionali per la valutazione degli impatti sulla salute dei fattori inquinanti”) e confermata nell’ultimo PNP 2020-2025, che ha definito il quadro degli attori coinvolti.

La presenza crescente di progetti di interesse nazionale, sottoposti all’analisi della commissione VIA-VAS del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica con il coinvolgimento di pareri dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), è solo la punta dell’iceberg... Accedi per continuare la lettura

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