Attualità minuti di lettura
E&P 2011, 35 (2 EPdiMezzo) aprile, p. 3-3
DOI: —
Ambiente
Arsenico dai rubinetti: siamo a rischio?
Riassunto
La presenza di arsenico nelle acque destinate al consumo umano è salita alla ribalta mediatica a seguito della decisione della Commissione Europea di concedere all'Italia la terza proroga di tre anni per l’adeguamento al valore limite di 10 μg/L fissato per questa sostanza dalla direttiva 98/83/CE.
Commenti: 2
1.
Commento
Sto assistendo in questi due giorni ad alcune iniziative sulla questione dell'arsenico nelle nostre acque, fino a ieri potabili e d oggi dichiarate non potabili per l'uso umano. Inizio dicendo che la dichiarazione dell'UE assomiglia a lle antiche scomuniche dei papi, rendendo cosi i popoli responsabili degli errori dei loro governanti. Mi sembra assurdo e fuori della logica di un responsabile amministrativo. Sarebbe piuttosto una Suprema Corte di Giustizia a sanzionare chi non ha adempito con il suo incarico e ordinare il risarcimento a chi ha subito il danno, obbligando inoltre il colpevole a mettere in pratica ciò per il quale era stato responsabilizzato.
Ma trovo anche colpevole l'UE per aver dato spiegazioni comprensibili dicendo che l'acqua non é velenosa ne cancerogena, ma ci sono dei limiti di allerta, dei limiti ammissibili e con che rischi e ci sono dei limiti ottimi di prevenzione per i quali lo Stato si é compromesso ma non ha voluto adempire. Il "non ha potuto adempire" dovrebbe essere parte della colpa, quindi lo si dovrebbe lasciare al giudice.
Bisogna spiegare davanti ad un'esplosione di panico "grillino".
2.
Commento
Sto assistendo in questi due giorni ad alcune iniziative sulla questione dell'arsenico nelle nostre acque, fino a ieri potabili e d oggi dichiarate non potabili per l'uso umano. Inizio dicendo che la dichiarazione dell'UE assomiglia a lle antiche scomuniche dei papi, rendendo cosi i popoli responsabili degli errori dei loro governanti. Mi sembra assurdo e fuori della logica di un responsabile amministrativo. Sarebbe piuttosto una Suprema Corte di Giustizia a sanzionare chi non ha adempito con il suo incarico e ordinare il risarcimento a chi ha subito il danno, obbligando inoltre il colpevole a mettere in pratica ciò per il quale era stato responsabilizzato.
Ma trovo anche colpevole l'UE per aver dato spiegazioni comprensibili dicendo che l'acqua non é velenosa ne cancerogena, ma ci sono dei limiti di allerta, dei limiti ammissibili e con che rischi e ci sono dei limiti ottimi di prevenzione per i quali lo Stato si é compromesso ma non ha voluto adempire. Il "non ha potuto adempire" dovrebbe essere parte della colpa, quindi lo si dovrebbe lasciare al giudice.
Bisogna spiegare davanti ad un'esplosione di panico "grillino".