Abstract

Background: public health aims to promote a health-centred approach in all policies, even in adaptation and mitigation policies for climate change.

Objectives: to provide a critical summary on legislations, policies and case studies at international, national and local level and to assess the implementation of the “health lens”, in support of researchers and workers on environment and health.

Design: document review on legislations, policies and case studies, focusing on mitigation of urban health island and sustainable mobility.

Methods: a policy and legislation review was carried out from institutional websites at European and local level. Sustainable urban mobility plans (SUMP) and energy and climate action plans (SECAP) were retrieved for the cities included in the Climactions project (Genoa, Turin, Bologna, Rome, Bari, Palermo) from local authorities’ websites. Best practices of urban heat island mitigation and sustainable mobility were searched from European platforms (Climate adapt, Urban mobility observatory -– ELTIS, EIT Urban Mobility) to obtain a critical picture of adaptation and mitigation options in cities.

Results: the review shows a large number of legislations, plans, and programmes on adaptation and mitigation both at European and Italian level with a gap between planned and actually implemented actions also due to the lack of dedicated economic resources. There is also an inequal level of implementation among Italian regions, with some criticalities, for example, in the citizen participatory process within the strategic environmental assessment of SUMPs, SECAPs, and adaptation plans. At the local level, in the last decade, several best practices of urban heat island mitigation and sustainable mobility were experienced in different sectors including new urban green space infrastructures, albedo enhancement measures, car-pooling apps, incentives to active mobility, temporary streets liberation, and a combination of measures within adaptation plans such as London Climate Action Plan and Barcelona Superblock programme. Only few measures were health centred embedding public health into urban planning (e.g., the London plan based on the ‘healthy streets’ approach) suggesting health benefits for the population.

Conclusions: the recent increase in regulations and policies at European and national level is not paralleled by real progresses in climate actions, despite the constant growth of annual emissions. Therefore, there is the need to accelerate the fossil fuel emission mitigation while promoting adaptation to be ready to counteract actual and future climate related risks. Health workers such as paediatricians, family doctors, epidemiologists can advocate the transition and support the citizens and youth engagement in climate-related decision making.

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Riassunto

Introduzione: la sanità pubblica ha come scopo la promozione di un approccio incentrato sulla salute in tutte le politiche anche nella mitigazione e nell’adattamento ai cambiamenti climatici. 

Obiettivi: fornire una sintesi critica di normative, policy e casi studio a livello internazionale, nazionale e locale e valutarne l’applicazione della “lente” della salute, a supporto del lavoro di ricercatori e operatori in tema ambiente e salute.

Disegno: document review di normative, policy e casi studio, con un focus su mitigazione dell’isola di calore urbano e sulla mobilità sostenibile.

Metodi: è stata condotta una revisione delle normative e dei piani locali consultando i siti web di istituzioni governative a livello europeo e nazionale. I piani per l’energia sostenibile e il clima (PAESC) e i piani urbani di mobilità sostenibile (PUMS) sono stati ricercati per le città incluse nel progetto Climactions (Genova, Torino, Bologna, Roma, Bari e Palermo) dai siti delle amministrazioni locali. Le buone pratiche di mitigazione dell’isola di calore urbano e di mobilità sostenibile sono state ricercate nelle piattaforme europee (Climate adapt, Urban mobility observatory – ELTIS, EIT Urban Mobility) per ottenere una sintesi critica delle diverse opzioni di adattamento e mitigazione nelle aree urbane.

Risultati: a livello sia europeo sia nazionale, la revisione documenta una produzione elevata di normative, piani e programmi in tema di mitigazione e adattamento a fronte, però, di una distanza tra obiettivi teorici e azioni implementate, anche per la mancanza di risorse economiche dedicate. Emerge un’implementazione a macchia di leopardo di PUMS, PAESC e piani di adattamento con criticità, per esempio, nel coinvolgimento della cittadinanza nel processo di valutazione strategica dei piani. A livello locale, sono attivi numerosi esempi di buone pratiche di mitigazione dell’isola di calore urbano e di mobilità sostenibile che comprendono nuove infrastrutture di verde urbano, misure di aumento dell’albedo, app per promuovere il car pooling, incentivi per promuovere la mobilità attiva, chiusure temporanee di strade al traffico e una combinazione di misure nell’ambito di piani di adattamento, come il Climate Action Plan di Londra e il programma dei superblocchi di Barcellona. Solo in pochi casi nelle politiche urbane è inclusa la salute, suggerendo benefici per la salute della popolazione (per esempio, nell’Healthy Street approach del Piano di Londra).

Conclusioni: la recente produzione normativa e di politiche non sembra non corrispondere a reali progressi nell’azione climatica, considerato che le emissioni di gas serra continuano a crescere ogni anno. È necessario dunque accelerare gli impegni verso il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni e allo stesso tempo potenziare le azioni di adattamento per essere pronti a rispondere ai rischi attuali e futuri. Gli operatori sanitari come pediatri, medici di famiglia ed epidemiologi, possono svolgere un cruciale ruolo di advocacy con le istituzioni locali e nazionali e promuovere il coinvolgimento dei cittadini e delle giovani generazioni nei processi decisionali.

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Introduzione

Il clima è un sistema complesso, i cui cambiamenti richiedono da decine a centinaia di anni per manifestarsi. Ciononostante, la velocità con cui il sistema climatico si sta modificando, con un ritmo stimato di riscaldamento di 0,26°C per decennio,1 supera di molto i progressi nelle azioni di contrasto, secondo un recente rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente.2 Le cause vanno ricercate nel continuo incremento delle emissioni antropiche di gas a effetto serra, pari a +1,1% nel solo 2023 (rispetto all’anno precedente)3, laddove le risposte da parte della politica sono in forte ritardo. Gli impatti sono sempre più profondi e di portata globale: secondo gli esperti del World Weather Attribution, le eccezionali ondate di calore registrate nell’estate 2024 nei Paesi del Mediterraneo, inclusa l’Italia, sono state di circa tre gradi più intense rispetto a quello che si sarebbe osservato in assenza di cambiamento climatico.4 Valutazioni simili sono state condotte anche in altre aree del mondo (Messico, Asia, Sahel).5 Il limite critico di 1,5°C, fissato dall’accordo di Parigi, al di sopra del quale si prevedono cambiamenti irreversibili, come la scomparsa di alcuni ecosistemi, e l’esposizione a rischi multipli e interconnessi, come eventi estremi, povertà e carestie, sarà probabilmente raggiunto tra il 2030 e il 2052 se le temperature continueranno a crescere così rapidamente.6 Le riduzioni delle emissioni necessarie sono pari al 43% entro il 2030 e al 60% entro il 2035 e richiedono azioni di mitigazione, ovvero riduzione delle emissioni dei gas climalteranti (principalmente CO2, metano CH4 e protossido di azoto N2O) in tutti i settori.7 

Nell’ambito del progetto Climactions (finanziato dal Centro per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie del Ministero della Salute 2019), si è ritenuto importante condurre una document review mirata a mettere a fuoco il quadro legislativo e politico sui temi di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici e di contrasto all’inquinamento atmosferico, identificando normative, linee guida e piani strategici per i diversi livelli territoriali di governance dall’internazionale al locale, con un focus specifico su mobilità attiva e mitigazione dell’isola di calore urbano. 

Il contributo del progetto Climactions e, in generale, della sanità pubblica è di promuovere la salute anche nelle politiche al di fuori del settore sanitario, in materia di energia, trasporti, agroalimentare, ambiente ed ecosistemi, finanza.8 Adottare un health-centred approach può essere determinante per definire gli interventi prioritari nell’agenda di mitigazione, come sottolineato nella Climate and Health Declaration del primo Health Day presso la Conference of Parties COP28,9 per unire gli obiettivi climatici a quelli di equità, qualità dell’aria, mobilità e dieta sana e sostenibile. Alcune azioni di mitigazione, tra cui la promozione del trasporto pubblico e non motorizzato (a piedi e in bicicletta), non sono solo in grado di ridurre le future emissioni e migliorare la qualità dell’aria, ma sono anche associate a co-benefici di salute (le cosiddette politiche win-win).10,11 La cosiddetta politica dei co-benefici è l’insieme delle azioni e interventi di mitigazione dei gas serra che allo stesso tempo promuovono la salute, poiché comportano un cambiamento verso stili di vita più sani e pertanto contribuiscono alla prevenzione di malattie come obesità, malattie cardio-metaboliche, tumori e al miglioramento della salute mentale.12 Nonostante le evidenze di benefici anche in termini economici,13 la centralità della salute nelle politiche di contrasto ai cambiamenti climatici è ancora poco riconosciuta. Un cambiamento importante è atteso dagli investimenti che si stanno realizzando nell’ambito del piano nazionale di ripresa e resilienza, in particolare nella promozione della mobilità sostenibile, dell’uso delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica degli edifici.14

Health-centred approach

L’adozione dell’approccio incentrato sulla salute è limitata anche in termini di adattamento. L’adattamento, secondo l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), comprende azioni in grado di prevenire o minimizzare le conseguenze avverse dei cambiamenti climatici riducendo le esposizioni e la vulnerabilità della popolazione e aumentandone la capacità di risposta.15 All’adattamento è riconosciuto un ruolo cruciale anche a partire dall’Accordo di Parigi della Conferenza delle Parti dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU),16 poiché, anche riducendo drasticamente le emissioni di gas serra, gli impatti sulla salute e sugli ecosistemi continueranno per anni a causa dell’effetto ritardato delle emissioni passate. Nell’accordo si sottolinea che azioni di adattamento evidence-based e mirate su sottogruppi di popolazione vulnerabili sono prioritarie, integrando l’adattamento nelle politiche locali ambientali e socioeconomiche. L’Italia ha approvato il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici soltanto a dicembre 2023, dopo un iter durato 6 anni.17 Il piano include le nature-based solution, come la riforestazione e la riqualificazione del verde urbano, che hanno molteplici effetti positivi,15 tra cui l’azione di regolazione delle temperature locali,18,19 di controllo sull’inquinamento atmosferico20 e sulle precipitazioni21, oltre a importanti co-benefici di salute, attraverso la promozione dell’attività fisica, del benessere psicologico e delle relazioni sociali specialmente nei bambini22-24. Nel valutare i possibili effetti positivi sulla salute, entrano in gioco fattori come l’accessibilità e la qualità del verde,25 l’interconnessione con la componente socioeconomica26 e vanno controbilanciati i possibili effetti avversi derivanti dall’esposizione a pollini per la popolazione allergica27

La document review

La document review si focalizza su due settori chiave per l’adattamento e la mitigazione in ambito urbano, quali la mitigazione dell’isola di calore urbana per la crescente importanza dei rischi associati al caldo a causa dei cambiamenti climatici e il ruolo centrale di interventi per rendere più sostenibili gli spostamenti in ambito urbano sia nel promuovere la salute della popolazione sia nel mitigare le emissioni di gas serra. Per ogni ambito di intervento, la revisione ha l’obiettivo di:

  • fornire un quadro aggiornato della normativa di riferimento e valutare l’attuazione dell’health-centered approach in questo contesto;
  • identificare best practice e casi studio utili per elaborare sintesi utili per ricercatori e operatori in tema ambiente e salute, a supporto della definizione di interventi di promozione di stili di vita attivi e di azioni di advocacy in risposta ai cambiamenti climatici in ambito urbano. 

Metodi

La document review è stata dedicata alla ricerca nei siti delle principali istituzioni governative e non governative impegnate su questi temi a diversi livelli (internazionale, nazionale e locale) (per esempio, ONU, Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS, Commissione Europea, International Energy Agency, Ministero dell’Ambiente Italiano) ed elaborazione di sintesi delle normative e policy rilevanti. I principali siti web consultati sono riportati nel materiale supplementare online. Per le città incluse nel progetto Climactions (Genova, Torino, Bologna, Roma, Bari, Palermo) sono stati ricercati i piani locali di adattamento climatico realizzati nell’ambito della strategia nazionale di adattamento,28 che ha fornito la base per il successivo Piano di adattamento Nazionale,17 e i piani locali per l’energia e il clima (Piani d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima – PAESC) con cui le città si impegnano a rispettare gli obiettivi europei su clima ed energia aderendo volontariamente alla Covenant of Mayors (Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia)29, un’iniziativa avviata nel 2008 e supportata dal Joint Research Centre della Commissione Europea. Inoltre, sono stati ricercati i Piani Urbani di Mobilità Sostenibile (PUMS) delle stesse città nella piattaforma dell’osservatorio europeo sulla mobilità (Urban mobility observatory – ELTIS),30 un’iniziativa avviata oltre 20 anni fa e finanziata dal Direttorato generale della Mobilità e dei Trasporti della Commissione Europea. Il modello di PUMS è stato introdotto con lo Urban Mobility Package europeo del 2013,31 con l’obiettivo di garantire una mobilità e trasporti urbani accessibili, di alta qualità, sostenibili. La seconda parte della ricerca, invece, era mirata a offrire una rassegna critica e non sistematica degli interventi locali di mitigazione dell’isola di calore urbana e mobilità attiva al fine di fornire esempi di buone pratiche discutendone gli aspetti critici. Per quanto riguarda gli interventi di mitigazione dell’isola di calore urbana, è stata consultata principalmente la piattaforma Climate ADAPT realizzata da una partnership tra la Commissione Europea e l’Agenzia Europea per l’Ambiente, avviata nel 2012 e attualmente strumento della strategia europea di adattamento ai cambiamenti climatici,32 al fine di promuovere uno scambio di conoscenze sulle buone pratiche di adattamento tra i vari Paesi europei. Per i casi studio di mobilità attiva, sono stati consultati network europei sulla mobilità, come il Network for cleaner and better transport in cities (CIVITAS)33 e il POLIS network34, insieme a database di progetti europei (come Cordis, EIT Urban Mobility, Urban Innovative Actions Initiative – UIA)35-37. In particolare, il database dell’iniziativa CIVITAS33 è a supporto delle politiche europee sulla mobilità e del green deal europeo per potenziare la mobilità sostenibile nelle città europee attraverso lo scambio di esperienze e buone pratiche, la formazione e il networking. Ulteriori fonti di informazione sui casi studio sono stati siti governativi (per esempio, la Piattaforma nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici)38 e non governativi (come l’Osservatorio Città e Clima di Legambiente)39. L’elenco delle fonti consultate è riportato nel materiale supplementare. Per ogni buona pratica è stata effettuata una sintesi qualitativa, con informazioni sull’intervento, eventuale valutazione dell’impatto in termini ambientali e di salute, costi ed eventuale finanziamento attraverso programmi di ricerca europei. I casi studio non realizzati, rimasti solo alla fase di progettazione teorica, sono stati esclusi. 

Per valutare se una policy/intervento locale seguiva un approccio health-centred è stata analizzata la centralità della salute, ovvero se la policy aveva l’obiettivo primario di tutela e promozione della salute (policy health-centred), oppure la policy/intervento locale aveva obiettivi ambientali, climatici integrando anche obiettivi di salute (policy/intervento locale ambientale integrata da obiettivi di salute o health mainstreaming) oppure non includeva in modo esplicito obiettivi di salute, anche se poteva avere impatti diretti o indiretti sulla salute (policy/intervento locale solo ambientale, climatica).

Risultati

Quadro normativo e iniziative politiche su clima e inquinamento atmosferico

Nella tabella 1 è riportata una sintesi delle norme e iniziative politiche su adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici e sul contrasto all’inquinamento atmosferico a livello internazionale, nazionale e locale nelle città incluse in Climactions. La tabella include sia misure giuridicamente vincolanti, come la Direttiva NEC sulla qualità dell’aria e gli accordi per la mitigazione dei cambiamenti climatici delle Conference of Parties delle Nazioni Unite, sia documenti di indirizzo, come l’agenda ONU per lo sviluppo sostenibile e le linee guida OMS per l’inquinamento atmosferico, sia piani di indirizzo strategico e politico non giuridicamente vincolanti, come il Piano di adattamento nazionale e la strategia italiana a lungo termine, i PAESC e i PUMS.

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Livello internazionale

Le Nazioni Unite e le sue agenzie, come l’OMS, svolgono un ruolo cruciale a livello internazionale nel fornire linee di indirizzo su temi fondamentali come quello della tutela ambientale, del contrasto ai cambiamenti climatici, dello sviluppo sostenibile, della tutela della salute dai rischi ambientali. 

In tema di cambiamenti climatici, la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change – UNFCCC)40 è lo strumento specifico di policy con cui vengono facilitati i negoziati per raggiungere accordi vincolanti al fine di stabilizzare le concentrazioni di gas serra in atmosfera, in particolare, con le Conference of Parties che si riuniscono ogni 1-2 anni. Con l’accordo di Parigi del 2015, sono stati concordati per la prima volta obiettivi stringenti e misurabili di riduzione delle emissioni al fine di contenere il riscaldamento entro 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali e per la prima volta è stata introdotta la centralità dell’adattamento a fianco della mitigazione per contrastare gli impatti attuali e futuri.16 Tuttavia, i Paesi più inquinanti come India, Russia e Cina non avevano partecipato ai negoziati, rallentando i progressi delle trattative, anche se segnali positivi sono comparsi nella COP di Dubai, in cui 133 Paesi, inclusi la Cina e gli Stati Uniti, hanno sottoscritto un accordo per triplicare l’utilizzo delle fonti rinnovabili e ridurre drasticamente le emissioni dal settore energetico.41 

Passando al tema del contrasto all’inquinamento atmosferico, è importante ricordare un’altra iniziativa globale coordinata dall’OMS in parallelo all’azione di contrasto verso i cambiamenti climatici: le linee guida di qualità dell’aria che fissano valori guida dei principali inquinanti atmosferici sulla base delle evidenze scientifiche, al fine di supportare le politiche locali di contrasto all’inquinamento atmosferico. L’ultima versione delle linee guida, pubblicata nel 2021, tiene conto delle evidenze dagli studi epidemiologici degli effetti sulla salute degli ultimi 15 anni sia riferite ai Paesi in via di sviluppo esposti ad alti livelli di inquinanti sia ai Paesi ad alto reddito esposti a dosi più basse.42 

Un’importante iniziativa intersettoriale è l’agenda ONU al 2030 per lo sviluppo sostenibile, che si articola in 17 obiettivi globali (sustainable development goals, SDG) avviata nel 2015.43 Rilevanti per i temi di Climactions sono, in particolare, l’obiettivo 11 “Sviluppo di Città e Comunità Sostenibili”, che include la promozione del verde urbano e del trasporto sostenibile con un focus sulle fasce di popolazione più vulnerabili e la riduzione dell’impatto ambientale associato all’inquinamento atmosferico, e l’obiettivo 13 “Azioni per il clima”, che prevede azioni urgenti di policy per rafforzare la resilienza verso i rischi climatici e le politiche di adattamento anche promuovendo la consapevolezza da parte dei cittadini e delle istituzioni e con azioni di supporto ai Paesi in via di sviluppo.

Altra iniziativa intersettoriale promossa da OMS e dal Programma ambientale dell’ONU (UNEP) sono le conferenze interministeriali ambiente e salute. Nel 2023, la conferenza di Budapest ha messo in luce la centralità del coinvolgimento del settore sanitario nelle decisioni politiche sui cambiamenti climatici e ha definito una roadmap al 2030 con obiettivi di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici, riduzione dell’inquinamento atmosferico, tutela degli ecosistemi naturali, e avviato partenariati fra Stati membri e altri stakeholder per la realizzazione degli impegni su 4 aree tematiche (azione climatica nel settore sanitario, collaborazione della popolazione giovane, biomonitoraggio umano, mobilità che promuove la salute)44

Per quanto riguarda l’aspetto di centralità della salute nelle policy, solo le linee guida OMS sulla qualità dell’aria e la Dichiarazione di Budapest della Settima Conferenza Interministeriale Ambiente e Salute dell’OMS sono centrate su obiettivi di salute, mentre l’agenda ONU per lo sviluppo sostenibile è un esempio di policy che integra l’obiettivo di salute insieme ad altri ambientali/economici/sociali (health mainstreaming) (tabella 1).

Livello europeo

Fin dagli anni Novanta, l’Unione Europea è impegnata nelle politiche ambientali e di tutela della salute e svolge un ruolo importante nei negoziati internazionali, come le COP delle Nazioni Unite, sui cambiamenti climatici. 

Per il contrasto dei cambiamenti climatici, dal 2020 l’UE ha avviato il green deal per favorire una transizione energetica equa e che favorisca la crescita economica, attraverso un pacchetto di azioni (sia normative sia non) europee in materia di clima, energia, trasporti e fiscalità per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.45 Il green deal è diventato obbligo vincolante dalla legge sul clima (European Climate Law) del 2021, che incrementa l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra per il 2030 dal 40% al 55% rispetto ai livelli del 1990.46 A giugno 2022, il Consiglio Europeo ha adottato un pacchetto di misure denominato “Fit for 55%” che fissa obiettivi concreti per raggiungere l’obiettivo del 55% di riduzione delle emissioni, tra cui il bando delle automobili a motore a scoppio entro il 2035.47 Un ulteriore tassello fondamentale della politica europea sui cambiamenti climatici è la strategia europea di adattamento avviata nel 2021 che mira a intensificare le azioni di adattamento, in maniera integrata con le altre iniziative del green deal europeo (per esempio, la strategia per la biodiversità), includendo azioni come investimenti in infrastrutture resilienti al clima, promozione delle nature-based solution, piani di mitigazione dei rischi associati ai disastri naturali.48 La strategia prevede il potenziamento della piattaforma Climate-ADAPT, luogo di scambio di buone pratiche sull’adattamento ai cambiamenti climatici.

In tema di contrasto all’inquinamento atmosferico, l’Unione Europea ha definito la Direttiva europea della qualità dell’aria.49 Gli attuali valori di legge per i principali inquinanti (biossido di zolfo, ossidi di azoto, composti organici volatili non metanici, ammoniaca e particolato fine PM2,5) sono superiori a quelli consigliati dall’OMS, ma attualmente in fase di revisione con la nuova direttiva, adottata formalmente a ottobre 2024, che recepisce i nuovi valori guida OMS.50 La nuova direttiva comprende anche informazioni sulle sanzioni in caso di esiti di salute causati dall’inquinamento atmosferico, anche a supporto di azioni collettive per il risarcimento dei danni.50 

Coerentemente con il green deal e con gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra e dell’inquinamento atmosferico specificamente nel settore dei trasporti, l’UE ha adottato nel 2020 la strategia per una mobilità sostenibile e intelligente per raggiungere l’obiettivo di ridurre del 90% le emissioni di questo settore entro il 2050. In particolare, nella strategia è previsto un aggiornamento dello Urban Mobility Package europeo, che è in vigore dal 2013 e che ha introdotto i piani urbani di mobilità sostenibile (PUMS) – i piani con cui le città europee si impegnano a promuovere una mobilità urbana sostenibile e integrata al 2030.51 Anche la sezione europea dell’OMS promuove politiche di trasporti sostenibili mirate a potenziare la mobilità attiva e il trasporto pubblico con il programma “Pan-European Transport, Health and Environment Program” (PEP) che promuove il coordinamento delle politiche sui trasporti tenendo conto di salute e ambiente e lo scambio di buone pratiche.52

A livello intersettoriale, sono da ricordare diverse iniziative a livello europeo. In primo luogo, il Next Generation EU, che include i pacchetti Recovery and Resilience Facility dei vari Paesi (come il PNRR dell’Italia), con l’obiettivo di favorire una ripresa economica dalla pandemia sostenibile e inclusiva che promuova allo stesso tempo la transizione verde e digitale; per questo, il 30% del budget è destinato ad azioni all’interno dei Recovery Plan che contribuiscono alla riduzione delle emissioni di gas serra.53

Livello nazionale

In materiale di mitigazione dei cambiamenti climatici, il nostro Paese ha anche recepito le indicazioni europee in materia di clima ed energia, definendo il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima, aggiornato a giugno 2024, che ridimensiona gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra al 2030 (l’obiettivo di riduzione passa dal 33% al 29% rispetto al 2005)54 e la strategia italiana di mitigazione di lungo termine che fissa le azioni per raggiungere l’azzeramento delle emissioni al 205055

Da dicembre 2023, l’Italia dispone di un Piano di adattamento ai cambiamenti climatici,17 che individua settori chiave e azioni da mettere in atto e in cui la salute è uno dei settori coinvolti, tramite azioni in ambito di prevenzione degli effetti del caldo sulla salute (per esempio, promozione dell’efficienza energetica negli edifici, sistemi di monitoraggio e allerta degli eventi estremi, realizzazione di nuove infrastrutture verdi e blu). Il Piano, tuttavia, presenta diversi limiti, tra cui fornisce un quadro di indirizzo senza indicazioni chiare per istituzioni, imprese e cittadini sulle fonti di finanziamento degli interventi proposti.56

Per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico, a livello nazionale, dal 2020 la Direttiva National Emission Ceiling (NEC) recepisce i limiti di legge fissati dalla direttiva europea sulla qualità dell’aria del 2016.57

In ambito più intersettoriale, nel 2021 sono stati avviati il Piano per la transizione ecologica58 per realizzare gli obiettivi del green deal europeo al 2050 e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza articolato nelle 6 missioni (transizione ecologica, digitalizzazione, trasporti, istruzione e ricerca, inclusione e coesione, sanità) nelle quali sono incluse azioni di mobilità sostenibile e riforestazione, con obiettivi da realizzare entro il 202714. In particolare, il Piano Nazionale per gli investimenti Complementari al PNRR, avviato nel 2021, che comprende diversi programmi, tra cui il programma “Salute, ambiente, biodiversità e clima”, ha finanziato 14 progetti di ricerca applicata anche sul tema della riduzione dei rischi associati ai cambiamenti climatici e di promozione delle aree verdi e blu.59 Rispetto ad altri Paesi, in Italia si è fatto qualche progresso in termini di integrazione fra ambiente e salute, anche prima del PNRR e del Piano Complementare, grazie al Piano Nazionale della Prevenzione (PNP 2020-2025) del Ministero della Salute che nel nostro Paese è lo strumento fondamentale di pianificazione centrale degli interventi di prevenzione e promozione della salute e che, con il macrobiettivo “Ambiente, Clima e Salute”, supporta interventi di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici in ambito residenziale (efficienza energetica), mobilità sostenibile e promozione del verde urbano60.

Sempre in ambito intersettoriale, è importante ricordare che l’Italia si è impegnata a realizzare i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU, dotandosi di una propria strategia monitorata tramite una serie di indicatori elaborati dall’Istituto Nazionale di Statistica Istat.61

Per quanto riguarda la centralità della salute, solo il Piano Nazionale della Prevenzione è una policy centrata su obiettivi di salute; altre, come il Next Generation EU e la Direttiva europea per la qualità dell’aria e, a livello nazionale, il PNRR, integrano l’obiettivo di salute insieme ad altri ambientali/economici (tabella 1).

Livello locale

Considerando che le città sono responsabili del 70% delle emissioni e consumano i due terzi dell’energia a livello globale,62 svolgono un ruolo centrale nella mitigazione dei cambiamenti climatici. La crescita continua della popolazione e l’incremento nell’esposizione ai rischi climatici anche in queste aree le rende cruciali per l’adattamento per contenere gli impatti sulla salute umana. Da diversi anni, l’UE ha avviato iniziative specifiche per migliorare la resilienza, la capacità adattativa e la sostenibilità delle città europee. Dal 2008, il Patto dei Sindaci per il clima e l’energia (Covenant of Mayors) dal 2008 è un’iniziativa per stimolare un impegno delle città nell’attuazione di politiche energetiche e climatiche sostenibili, al fine di raggiungere una riduzione delle emissioni di almeno il 40% rispetto ai livelli del 1990.29 Dal 2022, l’obiettivo di riduzione è stato incrementato al 55% coerentemente con il green deal europeo.45 Le città che aderiscono devono presentare un proprio piano di azione per l’energia sostenibile e il clima (PAESC) (in inglese, Sustainable Energy and Climate Action Plan, SECAP) per raggiungere gli obiettivi integrati di mitigazione e adattamento nei settori gestiti dalla pubblica amministrazione, in particolare l’edilizia, il trasporto urbano, la gestione del verde e delle risorse idriche, l’illuminazione e la produzione locale di fonti energetiche sostenibili. Altre iniziative di supporto alle politiche urbane in ambito europeo sono la “Urban Agenda for the EU”63 e partenariati europei o internazionali di città, già conclusi come l’iniziativa “100 resilient cities” della Rockefeller foundation,64 in cui le città partecipanti si impegnavano ad aumentare la propria resilienza a stress di vario tipo e non solo a quelli legati ai cambiamenti climatici, sia acuti sia cronici, oppure attivi come il network “NetZero Cities” che si propone l’obiettivo di raggiungere quota 100 città a emissioni zero entro il 2030, avviato grazie al programma Horizon Europe (EU Mission Climate-neutral and smart cities)65. Nella tabella 1, sono anche descritti i PAESC e i PUMS delle città italiane incluse nel progetto Climactions. In tutte le città, il PAESC prevede una riduzione delle emissioni al 2030 di almeno il 40% rispetto ai livelli del 2010 e azioni specifiche di adattamento ai cambiamenti climatici come interventi di forestazione urbana e di efficienza energetica di edifici pubblici (per esempio, le scuole), sistemi di allerta per le ondate di calore, sistemi di drenaggio per mitigare il rischio idraulico e idrogeologico. A Palermo, il PAESC è in via di definizione, mentre a Bari la Regione sta svolgendo un ruolo di coordinamento per l’avvio dei PAESC a livello locale. I piani di adattamento a livello regionale/locale, disponibili per tutte le città eccetto Palermo, includono interventi per rendere gli edifici energeticamente sostenibili, programmi di forestazione urbana, interventi di prevenzione dei rischi associati alle ondate di calore. A Roma e Bologna, il piano di adattamento è integrato all’interno del PAESC. Tutte le grandi aree urbane incluse in Climactions hanno definito un piano urbano di mobilità sostenibile (PUMS) che definisce le politiche di mobilità sulla base dei principi di sostenibilità ambientale ed economica, equità sociale e salute pubblica, attraverso una serie di azioni definite sulla base della realtà locale, incentrate sul potenziamento della mobilità attiva e del trasporto pubblico, il miglioramento della logistica delle merci, il potenziamento della mobilità elettrica. In diverse città, i due piani sono integrati. I PAESC e i PUMS hanno in comune il focus su una gestione sostenibile e integrata delle risorse energetiche e l’approccio basato su un’analisi del contesto e scenari al 2030, un percorso partecipativo con cittadini e stakeholder (istituzioni, tecnici, associazioni, imprese) e il monitoraggio tramite indicatori. Alcune città italiane, tra cui Roma e Torino, nell’ambito del network “100 resilient cities” si sono dotate di un piano di resilienza. A differenza dell’adattamento al cambiamento climatico, la resilienza si riferisce a tutti i tipi di rischio, non solo dovuti al cambiamento climatico (per esempio, terremoti, eventi di massa), sia acuti sia cronici. Obiettivo di un piano di resilienza è trasformare le città in ambienti resilienti, cioè capaci di sopportare shock esterni senza riportare gravi danni. Infine, tutte le Regioni incluse in Climactions hanno definito un piano di tutela della qualità dell’aria che comprende obiettivi generali di riduzione dei principali inquinanti atmosferici in specifici settori, tra cui quello abitativo, la forestazione urbana e la mobilità sostenibile, al fine di ridurre gli impatti sulla salute e mitigare i cambiamenti climatici.

Tutti i piani locali descritti in tabella 1 per le città Climactions integrano l’obiettivo di salute insieme ad altri ambientali/economici.

Casi studio di mitigazione del caldo nelle aree urbane e di mobilità sostenibile

I casi studio selezionati nell’ambito della document review sono riportati in tabella 2a e 2b. Si tratta di una rassegna critica e non sistematica degli interventi locali messi in atto nelle aree urbane al fine di fornire esempi di buone pratiche con punti di forza e criticità. Nella tabella 2a sono elencati esempi di casi studio locali di mitigazione dell’isola di calore urbana, che comprendono singoli interventi, come coperture verdi a livello di singoli edifici a Torino e a Madrid, ma anche veri e propri piani di adattamento, come quello di Londra. Nella maggior parte dei casi, l’intervento o l’infrastruttura era ancora disponibile alla data in cui è stata effettuata la ricerca, mentre in altri casi la sperimentazione si era conclusa. Il settore di intervento è spesso il verde urbano, per esempio in termini di alberature o riforestazione di aree della città, in alcuni casi anche integrati con aree blu, o coperture verdi a livello di edifici. Altri settori di intervento sono l’incremento dell’albedo nelle superfici urbane (ottenuto utilizzando colori chiari nelle pavimentazioni e nei tetti che aumenta la capacità di riflessione della radiazione solare), l’efficienza energetica degli edifici, la permeabilizzazione del suolo, l’agricoltura urbana, la gestione del rischio ondate di calore (spesso sulla base di sistemi di allerta o di un piano di adattamento locale), la gestione di altri rischi climatici (soprattutto alluvioni, ma anche siccità, incendi) e l’integrazione di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici (il piano di Londra e di Barcellona). A Londra e in due città della Slovacchia, Košice e Trnava, è presente un vero e proprio piano di adattamento articolato in diverse azioni e sui diversi rischi associati ai cambiamenti climatici. Misure specifiche includono regolamenti urbani a supporto della pianificazione del territorio (per esempio, a Barcellona e Berlino), sistemi di allerta (per esempio, ad Anversa), la costituzione di una specifica partnership pubblico/privato per promuovere l’adattamento (come a Ghent), l’introduzione di incentivi economici per favorire azioni di promozione del verde urbano o coperture verdi (per esempio, a Parigi e Basilea) e la mappatura del rischio climatico o della vulnerabilità (a Perugia, Arnhem, Londra). A Parigi è da segnalare un progetto sul verde scolastico che include anche altri interventi che aumentano la resilienza degli edifici (climatizzazione alimentata a energia solare, materiali ecocompatibili). A Barcellona, il programma di riforestazione è anch’esso integrato con azioni di mitigazione, sulla base dei “superblocchi”, piccole porzioni della città in cui si combinano interventi di mobilità sostenibile e pedonale e spazi verdi, facilitando l’accesso ai trasporti pubblici, e con interventi di gestione del traffico veicolare come limitazioni alla velocità e restrizioni alla circolazione in prossimità delle scuole. Il progetto, iniziato a livello di un distretto, è ora in fase di estensione all’intera città (Superilla project).66 Il “London Climate Action Plan” prevede azioni per aumentare la resilienza delle infrastrutture critiche per proteggere dagli effetti del caldo la salute delle fasce più vulnerabili come bambini e anziani, la costruzione di nuovi edifici promuovendo misure di raffreddamento passivo, la promozione del verde urbano, ed è integrato anch’esso con interventi di mitigazione basati sull’efficienza energetica degli edifici e sulla promozione di una mobilità sostenibile.67 I casi studio erano spesso rivolti alla popolazione generale, ma sono interessanti esempi di interventi specifici per le scuole (il progetto “Oasi di Parigi”) o per sottogruppi vulnerabili o deprivati, come a Londra (per esempio, il “Climate-Proofing Social Housing Landscapes project”, che prevede l’installazione di infrastrutture verdi in edifici e zone della città più deprivate, e il “Climate Action Plan”, che si propone l’obiettivo di proteggere le fasce a maggior rischio come anziani e bambini dagli effetti del caldo), a Barcellona (dove il progetto dei superblocchi esteso all’intera città si propone l’obiettivo aggiuntivo di controllare il fenomeno della gentrificazione per ridurre la speculazione edilizia nelle aree interessate dagli interventi) e Anversa (in cui, tra le azioni di adattamento al caldo, ci sono raccomandazioni specifiche per i sottogruppi suscettibili). Altri casi studio coinvolgono i policy maker e il settore privato. Per quanto riguarda l’impatto degli interventi, è stato misurato soprattutto in termini di miglioramento di parametri ambientali (microclimatici, drenaggio acque piovane), in pochi casi con indicatori di tipo sociale (aspetti ricreativi, benessere percepito della popolazione). Per Barcellona è disponibile una valutazione di impatto sulla salute, con una stima di quasi 700 decessi prematuri che possono essere evitati ogni anno grazie ai superblocchi.68 Una stima dei costi era disponibile per la “Green Roof Strategy” di Amburgo (costi stimati dei tetti verdi pari a 35-58 euro/m²) e per il “Climate-Proofing Social Housing Landscapes project” di Londra (costo del progetto di 1,6 milioni di euro, di cui il 50% finanziato dall’UE) e la piattaforma di crowdfunding di Ghent (55.000 euro stanziati annualmente dal comune per cofinanziare i progetti della piattaforma) e per i casi studio finanziati da un progetto locale o europeo. La salute non è un aspetto centrale nei casi studio presentati ed è solo menzionata a Londra, Milano, Anversa e Barcellona, in relazione alla riduzione degli impatti del caldo sulle fasce più vulnerabili.

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Nella tabella 2b sono descritti esempi di casi studio di promozione della mobilità sostenibile, la maggior parte dei quali comprende singoli interventi o misure a supporto dei piani urbani di mobilità sostenibile. In alcuni casi, la soluzione sviluppata era ancora disponibile alla data in cui è stata effettuata la ricerca; in altri, la sperimentazione si era conclusa o la soluzione tecnologica era stata resa disponibile solo in una fase pilota. Gli esempi selezionati includono una vasta gamma di misure, tra cui soluzioni logistiche o tecnologiche, azioni di governance (anche associate a misure infrastrutturali, tecnologiche o logistiche) e azioni solo infrastrutturali. Le azioni di governance includevano strategie di limitazione del traffico privato (per esempio, zone a traffico limitato a Londra, Oslo, Barcellona e a Leuven in Belgio), proposte partecipate di mobilità sostenibile a supporto dei PUMS (progetti CES4Kids e ReVeAL sulla mobilità casa-scuola, il progetto SUMP-Plus e il progetto WeCount di citizen science), incentivi economici come il trasporto pubblico gratuito per alcune fasce di popolazione (per esempio, ad Hasselt in Belgio e a Tallinn in Estonia) o incentivi per promuovere l’uso delle piste ciclabili (in due città olandesi) o la mobilità sostenibile casa-lavoro (ad Amsterdam). Un altro esempio di governance è l’introduzione di un codice di buona condotta per la micromobilità (monopattini e scooter elettrici) a Parigi, sottoscritto su base volontaria dai gestori del servizio di e-scooter sharing. Altri esempi comprendevano iniziative di chiusura temporanea di strade o piazze per sport e attività ricreative, come a Bolzano nell’ambito del progetto Metamorphosis, e modifiche alla viabilità in prossimità delle scuole per favorire la mobilità casa-scuola a piedi o in bicicletta nel progetto ReVeAL a Bielefeld (Germania). Una menzione a parte va dedicata alle strategie di Londra (Square Mile) e di Barcellona (superblocchi), già menzionate nei casi studio di mitigazione dell’isola di calore urbana. La strategia di Londra si basa sull’healthy street approach con l’obiettivo di migliorare la salute dei cittadini attraverso un sistema di trasporti più sostenibile, con minor rischio di incidenti stradali, minore esposizione a rumore e inquinamento atmosferico, promozione degli spostamenti a piedi e in bicicletta, benessere psicologico, aree verdi e blu per ristoro, luoghi per aggregazione sociale.69 La strategia di Barcellona dei superbocchi si basa sulla creazione di blocchi 400 m x 400 m in cui le strade interne hanno un limite di velocità di 10 km/h e dove pedoni e ciclisti hanno la priorità. I casi studio includono esempi di soluzioni logistiche e tecnologiche per il trasporto pubblico, come una app per gli autisti degli autobus e per i passeggeri per ottimizzare le corse a Vallirana (Spagna), una piattaforma web per ottimizzare la ricarica di autobus elettrici a Barcellona, veicoli a basse emissioni nel progetto MOVE21 (per esempio, a Tübingen, in Germania), un prototipo di autobus a guida automatica per il centro città a Helsinki. Altre soluzioni erano rivolte alla mobilità casa-lavoro, come una app per ottimizzare l’uso di una navetta aziendale a Monaco, una app per promuovere il car sharing a Bologna (anche per il percorso casa-scuola e per lo shopping). Altri casi studio riguardavano la promozione di una mobilità sostenibile in altri ambiti, come una app per un servizio di taxi sharing a Milano, un autobus a basse emissioni per il trasporto dei passeggeri in aeroporto a Monaco soluzioni logistiche come un urban consolidation center con mezzi a basse emissioni e sistema digitalizzato a Madrid per il trasporto merci, e-bike, cargo bike e veicoli a zero emissioni per il trasporto in centro città a Praga e nelle città del progetto Decarbomile e MOVE21, droni sperimentati per il trasporto di farmaci a Helsinki. Altre soluzioni promuovevano la mobilità a piedi e in bicicletta nella popolazione generale, come il servizio di e-bike sharing a Monaco e Zurigo, e il tram dedicato solo ai ciclisti a Konya in Turchia, o nei sottogruppi vulnerabili, come la sperimentazione di speciali sedie a rotelle per l’accesso alla spiaggia di turisti disabili a Limassol (Cipro) e di una e-bike per il trasporto di carrozzine per disabili a Bergamo e Bilbao. Come per i casi studio di mitigazione dell’isola di calore urbano, le valutazioni di impatto, sebbene limitate, suggeriscono miglioramenti di indicatori ambientali o dell’accettabilità o maggiore consapevolezza della popolazione grazie all’intervento. Come detto in precedenza, solo per il programma dei superblocchi di Barcellona e per il piano di Londra sono disponibili valutazioni dell’impatto sia ambientale sia sanitario. Spesso gli interventi sono stati realizzati nell’ambito di un progetto europeo o finanziamenti locali; in questi casi, è disponibile una stima anche dei costi di implementazione, con budget variabili tra meno di 100.000 euro (per esempio, nel caso della app “Bella Mossa” del Comune di Bologna per promuovere il car sharing) fino a oltre 10 milioni di euro (nel caso di progetti multicentrici in cui sono state realizzate infrastrutture fisiche come il progetto Destinations). Interessante anche considerare che a Barcellona l’implementazione di tutti i superblocchi è stimata inferiore a 100 milioni di euro che, a fronte dei benefici attesi sulla salute, risulta essere costo-efficace.70 Un altro esempio di strategia costo-efficace è il codice edilizio del comune di Anversa, che prevede tetti verdi e giardini privati e pavimentazione permeabile nei parcheggi, colore bianco per edifici del centro storico che sembrerebbero in grado di ridurre la mortalità associata al caldo in modo sostenibile in termini di risorse economiche.71

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Un ruolo centrale della salute è presente solo in pochi casi, per esempio nel programma di Londra basato sull’healthy street approach, in cui il sistema dei trasporti cittadini viene modificato per favorire gli spostamenti a piedi e in bicicletta e l’uso del trasporto pubblico, favorendo uno stile di vita attivo e riducendo l’inquinamento atmosferico,69 e nel programma dei superblocchi di Barcellona che si propone l’obiettivo di migliorare la qualità dell’aria e la vivibilità urbana ma allo stesso tempo promuovendo attività fisica e il benessere nella popolazione residente.70 Pochi altri interventi urbani o di mobilità includevano esplicitamente obiettivi di salute tra le azioni di mitigazione dell’isola di calore urbano (tabella 2A), tra cui le azioni di adattamento ad Anversa in Belgio o a Košice eTrnava (Slovacchia), il Green Space Index di Stoccolma per la pianificazione urbana, il programma OASI di promozione delle aree verdi scolastiche a Parigi. Tra gli interventi di mobilità sostenibile, invece, l’integrazione con obiettivi di salute era presente in un numero maggiore di casi (18 sul totale delle 33 considerate in totale), nei quali l’intervento era mirato a promuovere la salute della popolazione (o sottogruppi) attraverso un incremento della mobilità attiva, a piedi o in bicicletta.

Discussione

La presente overview, condotta nel contesto del progetto Climactions, mette in luce la quantità di norme, documenti di indirizzo, piani e programmi a livello internazionale ed europeo prodotti nell’ultimo trentennio in risposta ai cambiamenti climatici. A fronte di questa produzione sia in termini di norme vincolanti sia di policy di indirizzo, si sottolinea una continua crescita delle emissioni climalteranti e degli impatti sulla salute, per esempio in termini di mortalità associata alle ondate di calore,72 suggerendo una sostanziale inefficacia dell’azione politica di contrasto attuata finora. I ricercatori del Climate Action Tracker hanno recentemente ridimensionato il punteggio assegnato all’Unione europea per la sua azione per il clima, a causa di una valutazione negativa verso le politiche europee nell’abbandono dei combustibili fossili.73 È possibile invertire questa tendenza solo partendo dalle città, come suggerito dalle numerose reti internazionali, come la Covenant of Mayors,29 100 Resilient Cities,64 C40 cities,74 NetZero Cities,65 Intelligent Cities,75 Lighthouse cities,76 la EU Mission Climate-Neutral and Smart Cities77. Altro aspetto da migliorare nelle politiche per il cambiamento climatico riguarda l’adattamento ai rischi e alle esposizioni che stanno già producendo impatti sulla salute della popolazione e che possono generare disuguaglianze;78 come già detto, è necessario adottare un approccio incentrato sulla salute, promuovendo misure di mitigazione associate a maggiori co-benefici di salute (le cosiddette politiche win-win) in termini di prevenzione di malattie come obesità, diabete e tumori e miglioramento della salute mentale.10,11 Molti piani di azione per l’energia sostenibile e il clima (PAESC) e piani urbani della mobilità sostenibile (PUMS) includono azioni di promozione della mobilità attiva, a piedi e in bicicletta, che permette di aumentare i livelli di attività fisica e produce molteplici benefici per la salute79 e azioni di promozione del verde urbano, associate anch’esse a benefici per la salute fisica e psicologica22-24. Sebbene le 7 città di cui il progetto Climactions si è occupato forniscano solo un quadro parziale della realtà italiana, suggeriscono l’esistenza di una politica a macchia di leopardo, con maggiori ritardi al Sud nella definizione e adozione dei piani locali, minore integrazione tra i diversi piani e azioni locali, maggiore distanza tra governance regionale e locale, come suggerisce anche una recente analisi comparativa dei PAESC condotta nell’ambito del progetto Europeo RESPONSe.80 Il processo attualmente in corso in Italia di attuazione dell’autonomia differenziata (L. n. 86 del 26/06/2024) può ulteriormente peggiorare le disuguaglianze tra regioni italiane nella risposta ai cambiamenti climatici e questo rischia di esacerbare ulteriormente impatti e disuguaglianze proprio nelle regioni più colpite, parallelamente a una differenziale politica ambientale ed energetica, oltre che sanitaria.81 La risposta richiede dunque azioni di giustizia sociale e la comunità degli epidemiologi può e deve intraprendere azioni di advocacy in questa fase critica per il nostro Paese.

Un altro aspetto importante da sottolineare è che anche al livello più locale di governance c’è il rischio che gli obiettivi dei piani per il clima e la mobilità rimangano astratti e disattesi a causa di una distanza con le azioni effettivamente implementate.80 Possibili aree critiche per l’attuazione dei piani di adattamento includono il trasferimento di conoscenze, le risorse disponibili, la collaborazione e comunicazione tra stakeholder.82 Una document review condotta da ISPRA sui piani e i programmi di tutela ambientale in generale segnala criticità che possono essere comuni anche all’ambito di adattamento e mitigazione ai cambiamenti climatici. Alcuni aspetti critici includono una distanza tra gli obiettivi teorici e il contesto locale, un’assenza di chiara individuazione delle responsabilità e dei ruoli per le istituzioni coinvolte e risorse finanziarie inadeguate per la realizzazione degli obiettivi previsti dal piano, la mancanza di una metodologia adeguata per il monitoraggio.83 Inoltre, dalla review emerge la mancanza di coordinamento centrale. Questo coordinamento, nell’ambito dell’adattamento e della mitigazione dei cambiamenti climatici, dovrebbe essere svolto da piani nazionali come il PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima) e il PNACC (Piano di adattamento nazionale per i cambiamenti climatici) che mancano, tuttavia, di risorse economiche dedicate per la loro attuazione.84 

Tutte queste criticità rischiano di prolungare l’inerzia delle istituzioni nazionali e locali, ostacolando la trasformazione degli obiettivi politici in azioni e interventi concreti ed efficaci. Un agente di cambiamento è da ricercare nella partecipazione attiva dei cittadini che può stimolare l’azione politica e colmare il divario tra policy e misure implementate.85 Un ruolo particolare può essere svolto dalle giovani generazioni da coinvolgere attraverso co-creazione e l’engagement. I PAESC, i PUMS e i piani di adattamento prevedono una valutazione integrata e partecipata, ma la document review di ISPRA già citata segnala criticità nei processi partecipativi all’interno delle procedure di valutazione ambientale strategica regionali, tra cui l’assenza di una chiara regolamentazione della partecipazione del pubblico e altri stakeholder, con possibilità limitata di apportare modifiche sostanziali al piano, e un coinvolgimento ritardato degli stakeholder solo in una fase già avanzata del processo decisionale.83 Tra i casi studio sperimentati nel contesto europeo nell’ultimo decennio, diversi interventi rappresentano esempi efficaci di processi partecipativi con la cittadinanza attraverso co-progettazione di interventi. Per esempio, a Barcellona, un’attività di citizen science tramite sensori utilizzati da cittadini e co-progettazione ha portato a un nuovo limite di velocità in una strada della città (Progetto WeCount).86 A Bolzano, attraverso un processo di co-creazione con i bambini, è stata definita e realizzata una proposta di trasformazione urbana nelle scuole come spazio pubblico per attività ricreative e per promuovere la mobilità sostenibile casa-scuola (Progetto Metamorphosis).87 Altro aspetto rilevante che emerge dalla presente overview è la centralità del monitoraggio degli interventi implementati. In molti casi, si rileva un impatto positivo sull’ambiente in termini di riduzione dell’inquinamento atmosferico e temperature urbane. Si registra, inoltre, un’applicazione limitata dell’approccio della salute in tutte le politiche, dato che solo in pochissimi casi i casi studio integravano in modo esplicito obiettivi di promozione della salute, in particolare per gli interventi di mitigazione dell’isola di calore urbano, sebbene tutti gli interventi potessero avere ricadute positive sulla salute. Un’eccezione degna di nota è quella del London Climate Action Plan basato sull’healthy street approach in cui il sistema di mobilità urbana viene modificato per favorire gli spostamenti a piedi e in bicicletta e l’uso del trasporto pubblico, promuovendo l’adozione di uno stile di vita attivo da parte della popolazione e riducendo l’inquinamento atmosferico.69 Un altro aspetto critico riguarda la valutazione dei possibili impatti degli interventi in termini di benefici di salute. Anche in questo caso, sono pochissimi gli esempi di indicatori di salute (per esempio, incidentalità stradale) nella valutazione di impatto, come nella strategia dei superblocchi di Barcellona68,88 e nel London Climate Action Plan67. Ciononostante, le poche evidenze disponibili sono incoraggianti. Per esempio, i superblocchi di Barcellona sembrerebbero in grado di aumentare di quasi un anno l’aspettativa di vita della popolazione e questo si tradurrebbe anche con un beneficio in termini di costi.70 Un altro esempio di misure costo-efficaci è fornito dal comune di Anversa, dove è stato introdotto un codice edilizio che prevede tetti verdi e introduzione di spazi verdi nei parcheggi e rivestimenti con albedo elevata negli edifici del centro storico, che è risultato in grado di ridurre la mortalità associata al caldo in modo efficiente dal punto di vista economico.71

Il presente contributo mette in evidenza la grande varietà delle iniziative in atto a livello di singole città per l’adattamento e la mitigazione dei cambiamenti climatici in due ambiti chiave per le ricadute positive sulla salute, come quello della mobilità attiva e della progettazione per ridurre le temperature urbane. Tuttavia, affinché i singoli sforzi non rimangano isolati, è necessario un impegno dei governi nazionali e un raccordo a livello internazionale. La crisi dei sistemi democratici in atto, visibile dopo le ultime elezioni europee di giugno 2024, che hanno spostato a destra l’asse politico europeo, rischia di indebolire il supporto al green deal e aprire ulteriormente la strada al negazionismo e al greenwashing.89 Gli obiettivi dell’accordo di Parigi per contenere il riscaldamento globale entro 1,5°C sembrano sempre più irraggiungibili a causa delle molteplici crisi geopolitiche ed economiche in atto,90 come il riacutizzarsi di conflitti storici quali quello israelo-palestinese e del Sudan e l’estensione del conflitto russo-ucraino. Le situazioni di conflitto e di instabilità politica, oltre ai relativi impatti sanitari diretti e indiretti e alla contaminazione e degrado ambientale e degli ecosistemi,91,92 compromettono anche l’assunzione da parte degli Stati di impegni vincolanti nelle politiche di mitigazione e adattamento. Per rendere compiuti gli impegni dei piani di adattamento e mitigazione, mettendo al centro la tutela della salute, gli operatori sanitari, come medici, pediatri ed epidemiologi, possono svolgere un ruolo cruciale di advocacy con le istituzioni locali e nazionali e, allo stesso tempo, farsi portatori dei valori della pace e difesa della democrazia, anche nel nostro Paese, con il coinvolgimento nei processi decisionali dei cittadini e delle giovani generazioni. Come conclude António Guterres nel suo discorso per il World Environment Day 2024:93 «Nessun Paese può risolvere la crisi climatica da solo (…) È il momento per i leader di decidere da che parte stare. Domani sarà troppo tardi».

Conflitti di interesse dichiarati: nessuno.

Finanziamenti: Ministero della Salute – CCM 2019 “Adattamento e mitigazione ai cambiamenti climatici: interventi urbani per la promozione della salute – CLIMACTIONS”. CUP F85J19001810001

Ringraziamenti: Si ringrazia Rachele Pennella per il supporto amministrativo al progetto Climactions.

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