Abstract

BACKGROUND: the exposure to a coal-fired power plant has been shown to increase mortality both for cardiovascular and respiratory causes among an exposed cohort in comparison with a cohort of unexposed. Hazard ratios between 1.30 and 1.90 were found for cardiovascular and respiratory mortality.
OBJECTIVES: to estimate the individual life shortening among the exposed due to power plant emissions.
DESIGN: survival for cardiovascular and respiratory disease in the exposed vs unexposed groups was estimated by the Kaplan-Meier method. For each gender and exposure, a fictitious cohort with a cumulative 30-year follow up was built combining three subcohorts of age at entry of 55-64, 65-74, and 75-84 years, with 10 years of follow up each. Survivals at 10 years in the 55-64-year subcohort were used as initial risks for 65-74-year subcohort; then, survivals at 10 years of the 65-74-year subcohort were used as initial risk in the 75-84-year subcohort. Eventually, 30-years cumulative follow up cohorts were obtained by gender and exposure. Individual life-shortening in people exposed was estimated as time from death of an exposed subject to the subsequent time when the unexposed cohort reached the same risk of the exposed subject at that time of the death. Here, it is proposed a method to take into account causes other than those considered.
SETTING AND PARTICIPANTS: 144,018 subjects aged 55-74 years at entry of both genders belonging to the open cohort of residents of 12 municipalities (including Savona) from 2001 to 2013 in the area where the coal-fired power plant of Vado-Quiliano (Liguria Region, Northern Italy) is located.
MAIN OUTCOME MEASURES: individual life shortening.
RESULTS: after 5 years of follow up, the individual life shortening due to cardiorespiratory causes varied between 972 and 1,822 days for males and from 612 and 1,578 days among females. Taking into account other causes of death, reduces slightly (3% for males of 75 years at death) the estimate of life shortening found in this study. The comparison between the cohorts requires that the exposed and unexposed groups are comparable, except for the exposure, and that causes other than those considered are taken into account. Socioeconomic status had been found to have little effect on cause-specific death risk indicating that, at least in terms of socioeconomic status, the exposed and unexposed groups were similar. Taking into account causes other than those considered slightly reduced the found estimates (3% at age 75 in males). According to the proposal, the life-shortening for the considered causes is easy to calculate and provides an individual indicator of damage. Inferring from group statistics individual estimates could be the most controversial point of this approach. The proposed estimates are the most credible estimate of individual damage for each occurred death among the exposed people.
CONCLUSIONS: an increased hazard ratio for a wide series of causes is equivalent to a life shortening among the exposed. A method to produce reasonable estimates of life-shortening is proposed as the effect of exposure at individual level. This approach is simple and do not require sophisticated statistical tools. It appears a promising approach for other settings.

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Riassunto

INTRODUZIONE: uno studio precedente a questo ha mostrato un aumento di mortalità cardiorespiratoria in una coorte di esposti alle emissioni di una centrale termoelettrica a carbone rispetto a una coorte di soggetti non esposti, con rischi tra 1,30 e 1,90.
OBIETTIVI: stimare la perdita individuale di vita mediante il confronto della sopravvivenza delle due coorti sopra menzionate.
DISEGNO: la sopravvivenza per cause cardiorespiratorie è stata confrontata tra due coorti di esposti e non esposti con il metodo di Kaplan-Meier. Per esposti e non esposti e per ciascun genere, è stata costruita una coorte fittizia mediante l’insieme di 3 sottocoorti di intervalli decennali di età all’ingresso nella coorte: 55-64 anni, 65-74 anni, 75-84 anni, ciascuna con un follow up di 10 anni. I rischi cumulativi a 10 anni per genere e per esposti e non esposti della classe 55-64 anni sono stati utilizzati come rischi iniziali delle sottocoorti di esposti e non esposti della classe successiva 65-74 anni. Lo stesso procedimento è stato utilizzato per la classe successiva 75-84 anni, utilizzando i rischi cumulativi a 10 anni della classe 65-74 anni. Si sono così ottenute curve di sopravvivenza cumulativa di 30 anni specifiche per genere e per esposizione. La perdita individuale di vita è stata stimata come differenza tra il tempo al decesso di una persona esposta e il tempo successivo in cui la coorte dei non esposti raggiunge il livello di rischio che aveva il soggetto esposto al momento dell’evento. È stata proposta una metodologia per tenere conto delle altre cause di morte.
SETTING E PARTECIPANTI: 144.018 soggetti di età 55-74 anni di ambo i generi appartenenti alla coorte di residenti nei 12 comuni intorno alla centrale a carbone di Vado-Quiliano (Savona) tra il 2001 e il 2013.
PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: accorciamento individuale di vita.
RISULTATI: dopo 5 anni di follow up cumulativo, la perdita individuale di vita per cause cardiorespiratorie varia tra 972 e 1.822 giorni per i maschi e tra 612 e 1.578 giorni per le femmine. Il confronto tra le coorti richiede che queste siano del tutto comparabili, eccetto che per l’esposizione in studio, e che si tenga conto delle altre cause di decesso. Le coorti di esposti e non esposti erano simili per stato socioeconomico. Tenere conto delle altre cause di morte riduce di poco questa stima: circa il 3% per soggetti maschi di 75 anni. La perdita di vita o anticipazione di decesso, secondo la proposta qui elaborata, è calcolabile per ciascun soggetto deceduto per le cause considerate e fornisce un indicatore individuale di danno. Il passaggio tra il confronto tra gruppi e il dato individuale costituisce l’aspetto più problematico di questo approccio.
CONCLUSIONI: un aumento dell’hazard ratio della mortalità è equivalente a un’aumentata perdita di vita tra i soggetti esposti rispetto ai soggetti non esposti. In questo contributo, si propone una metodologia per stimare questo danno come stima individuale di accorciamento della vita. Questo approccio è semplice, non richiede strumenti statistici sofisticati e ci si augura possa venire utilizzato anche in altre situazioni.

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