Due nuovi direttori per altri 40 anni di E&P
Con questo numero si chiude la direzione scientifica di Eugenio Paci, che ha condotto la nostra rivista in un periodo particolarmente travagliato per tutta l'editoria, quella scientifica in particolare. L'ha fatto promuovendo scelte – dal passaggio della rivista alla versione integrale on-line, al nuovo progetto della versione cartacea, al potenziamento del sito – che portassero a un rinnovamento del modo di proporsi di E&P confermandone al tempo stesso l'autorevolezza e l'indipendenza. Ora le redini di E&P passano nelle mani di una coppia di direttori, Francesco Forastiere e Andrea Micheli.
Perché due direttori? Come spiegano gli stessi Forastiere e Micheli nella presentazione del loro progetto, “epidemiologia” e “prevenzione” sono due parole che indicano sia «la scelta di un prodotto scientifico di rigore», sia «l'impegno affinché quella scelta sia indirizzata all'uso dei dati, alla promozione sociale e alla cultura dell'esperienza: due parole, due direttori».
Un sentito ringraziamento a Eugenio Paci per il grande lavoro svolto e un caloroso augurio di buon lavoro ai nuovi direttori.
Venendo a quello che i lettori possono trovare in questo numero, lo studio di Luigi Castriotta, Anica Casetta e Fabio Barbone condotto nell'area industriale di Udine rileva un eccesso di tumori del polmone tra gli uomini residenti nei pressi di un'acciaieria. Sebbene il numero limitato di casi osservati non permetta di stabilire un nesso diretto di causa-effetto, la segnalazione non può essere sottovalutata.
Nella sezione EpiChange si parla ancora di Manfredonia, ma questa volta attraverso una ricerca di tipo storico, il cui obiettivo è stato di capire come la vita della comunità sia stata influenzata dalla presenza dell'impianto petrolchimico e dai continui incidenti che hanno martoriato la città: dalla tragica fuga di arsenico del 1976 al susseguirsi di incidenti nei decenni successivi fino alla nascita di un forte movimento popolare spontaneo di opposizione alla presenza di industrie inquinanti sul territorio. Un percorso che ha lasciato profonde cicatrici nel tessuto sociale.
Da segnalare, infine, l'intervento di Roberto Ronchetti e Pietro Bianco, in cui si discute del legame tra infezione da virus Zika e microcefalia.
Affrontando il tema della tossicità dell'amianto assunto per ingestione, riportato alla ribalta dal ritrovamento di contaminazioni pesanti in campioni di acqua potabile in Toscana, Agostino Di Ciaula e Valerio Gennaro sottolineano come diverse fonti, tra cui la IARC, non escludano un'associazione tra amianto ingerito e alcuni tipi di cancro e come, quindi, sarebbero opportuni una revisione della normativa italiana e un sistematico piano di monitoraggio delle acque.
Buona lettura!
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