Lettere minuti di lettura
E&P 2024, 48 (4-5) luglio-ottobre, p. 278-278
DOI: https://doi.org/10.19191/EP24.4-5.A793.075
Mortalità; Ambiente
Cardiopatie congenite e PFAS: una relazione da studiare nelle aree contaminate
Congenital heart disease and PFAS: a relationship to be studied in contaminated areas
Le esposizioni croniche a PFAS hanno numerosi effetti sulla salute umana, taluni riconosciuti da lungo tempo, come gli effetti di interferenza endocrina e sulla funzione riproduttiva, altri riferiti alla cancerogenesi, come il cancro del rene e dei testicoli per i quali sono state riportate associazioni evidenti sebbene da consolidare,1 altri ancora, come l’impatto sulla mortalità, in particolare per malattie cardiovascolari, osservato di recente sulla popolazione residente nell’area contaminata del Veneto.2
Sebbene un numero crescente di ricerche suggerisca che i PFAS sono trasferiti dalla madre al feto attraverso la placenta, con conseguente esposizione in utero (trasferimento trans-placentare dipendente dal tipo di PFAS),3 e ci siano interessanti lavori sperimentali su effetti riproduttivi in zebra-fish,4 sono pochi gli studi condotti sul rischio di malformazioni congenite dell’esposizione a PFAS durante la gravidanza, in particolare sui difetti cardiaci congeniti, il gruppo per il quale esistono prove consistenti sul ruolo teratogeno di molti inquinanti ambientali e che, essendo il più frequente, è più agevole da studiare.
Uno studio epidemiologico effettuato in Cina su esposizione a diversi PFAS e cardiopatie congenite pubblicato nel 2021 aveva osservato, per la maggior parte dei PFAS, un maggior rischio di cardiopatie congenite per gli esposti.5
Di recente, si sono aggiunti interessanti risultati di uno studio caso-controllo multicentrico sull’esposizione prenatale a PFAS in 185 nati con cardiopatie e 247 nati sani in Cina dal 2016 al 2021.6 Lo studio su 13 PFAS e loro miscela quantificati nel plasma materno di casi e controlli ha rilevato rischi pronunciati e significativi di cardiopatie congenite associati a valori elevati di alcuni PFAS (PFNA, PFDA, PFUnDA).
Sebbene si tratti di pochi studi e con casistica limitata, le conoscenze acquisite sollecitano la riflessione sull’appropriatezza e fattibilità di osservazioni epidemiologiche pianificate sulle cardiopatie congenite in ampie aree con documentata forte contaminazione da PFAS.
Nella zona rossa del Veneto (13 comuni in zona rossa A e 16 comuni o frazioni nella zona rossa B), con 153.826 residenti al dicembre 2022 e 1.068 nascite nello stesso anno (Fonte Istat), si possono stimare tra 8 e 9 nati vivi/anno affetti da una cardiopatia congenita (8-9 per 1.000 nati vivi/anno nel periodo 2013-2022 da Registro Eurocat, rispettivamente, come media dei registri europei full-member e di quelli attivi in Italia),7 una numerosità molto ridotta e con conseguente bassa potenza statistica se circoscritta a un anno di osservazione, ma non per questo ostativa di possibili studi pluriennali.
Infatti, uno studio osservazionale sui 10 anni passati nell’area rossa a confronto con riferimenti validi e appropriati riferiti ad aree non esposte permetterebbe di mettere in luce (con errore di primo tipo al più del 5%) eccessi di rischio superiori al 20%, congruenti con quelli rilevati dagli studi citati. I dati possono essere ottenuti dal Registro di patologia e/o applicando un algoritmo standardizzato su record dei ricoveri ospedalieri.8,9
Inoltre, nell’ambito di attività di sorveglianza epidemiologica, pare opportuno implementare uno studio caso-controllo (nato con cardiopatia congenita vs nati sani) prospettico con misura di PFAS nel plasma materno che, a causa della ridotta dimensione della popolazione esposta, avrà bisogno di alcuni anni di accumulazione di dati per arrivare a una potenza statistica accettabile.
I progetti “Ambiente e Salute” finanziati dal Piano degli investimenti complementari al PNRR in corso di attuazione appaiono un contenitore appropriato per estendere anche alle malformazioni congenite gli studi nelle aree inquinate da PFAS.10
Conflitti di interesse dichiarati: nessuno.
Bibliografia
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