Riassunto

Il Protocollo su acqua e salute della Convenzione del 1992 sulla protezione e l’utilizzazione dei corsi d’acqua transfrontalieri e dei laghi internazionali della Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite (ECE/ONU) è stato approvato in occasione della terza Conferenza ministeriale sull’ambiente e la salute, organizzata a Londra, nel giugno 1999, dall’Ufficio regionale per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS/EURO). Il Protocollo è stato firmato da 36 Stati e ratificato finora da 24, compresi molti Stati membri dell’Unione europea (tra cui Francia, Germania, Belgio, Olanda, Portogallo). Il Protocollo si estende all’intera area europea dell’ECE/ONU e dell’OMS. L’Italia ha firmato il Protocollo, ma finora non lo ha ratificato.

Il Protocollo su acqua e salute della Convenzione del 1992 sulla protezione e l’utilizzazione dei corsi d’acqua transfrontalieri e dei laghi internazionali della Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite (ECE/ONU) è stato approvato in occasione della terza Conferenza ministeriale sull’ambiente e la salute, organizzata a Londra, nel giugno 1999, dall’Ufficio regionale per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS/EURO). Il Protocollo è stato firmato da 36 Stati e ratificato finora da 24, compresi molti Stati membri dell’Unione europea (tra cui Francia, Germania, Belgio, Olanda, Portogallo). Il Protocollo si estende all’intera area europea dell’ECE/ONU e dell’OMS. L’Italia ha firmato il Protocollo, ma finora non lo ha ratificato.

Il Protocollo si ispira a principi e valori importanti quali:

  • L’acqua è essenziale per sostenere la vita e la sua disponibilità in quantità e qualità sufficienti a soddisfare i bisogni delle popolazioni è un prerequisito per migliorare la salute e per lo sviluppo sostenibile.
  • L’acqua contaminata può trasmettere numerose patologie (WRDs, water related diseases*). La prevenzione, il controllo e la riduzione di queste patologie è un compito importante di ogni Paese.

Un obiettivo molto ambizioso

La limitazione della quantità o della qualità può avere effetti gravi sulla popolazione, in particolare delle fasce più vulnerabili, svantaggiate, socialmente escluse. Un’attenzione speciale dovrebbe essere rivolta alla protezione di persone particolarmente vulnerabili alle malattie veicolate dall’acqua contaminata.

L’obiettivo del Protocollo è quello di promuovere a tutti i livelli appropriati e all’interno dello sviluppo sostenibile, la protezione della salute umana e del benessere individuale e collettivo, attraverso il miglioramento della gestione dell’acqua, inclusa la protezione degli ecosistemi acquatici e la prevenzione, il controllo e la riduzione delle malattie da essa veicolate. Questo obiettivo è molto ambizioso e può essere raggiunto soltanto attraverso l’applicazione di un approccio integrato che veda impegnati, in modo coordinato, i settori istituzionali e le competenze tecnico-scientifiche pertinenti. Tale approccio necessita di un notevole impegno organizzativo, è dunque necessario che vengano stabiliti accordi a livello nazionale e locale per il coordinamento tra le autorità competenti.

L’ACQUA È ESSENZIALE PER SOSTENERE LA VITA
E LA SUA DISPONIBILITÀ IN QUANTITÀ E QUALITÀ
SUFFICIENTI A SODDISFARE I BISOGNI DELLE
POPOLAZIONI È UN PREREQUISITO PER MIGLIORARE
LA SALUTE E PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

Le prescrizioni

Il Protocollo fornisce le prescrizioni per una sua corretta applicazione. A titolo di esempio, la qualità microbiologica e chimica delle acque potabili non è confinata alle attività di monitoraggio, che hanno una limitata capacità di fornire risposte esaurienti (in termini di parametri controllati e tempi di analisi). Infatti, in alcune situazioni, nonostante i risultati analitici degli indicatori microbiologici fossero rassicuranti, sono state segnalate numerose epidemie trasmesse da acque distribuite per il consumo umano, anche nei paesi sviluppati. Il Protocollo richiede che la qualità dell’acqua potabile sia garantita attraverso l’applicazione di un approccio multi-barriera, noto come Water Safety Plans dell’OMS, che comprende:

  • protezione degli approvvigionamenti naturali,
  • definizione di trattamenti di potabilizzazione adeguati,
  • protezione della rete di distribuzione,
  • controllo della qualità.

Il Protocollo non si limita alle acque potabili,ma ha lo scopo di salvaguardare la salute delle popolazioni anche rispetto a patologie derivanti dalle attività in acque di balneazione e dal consumo di molluschi e di prodotti agricoli irrigati con acque contaminate. Ai Paesi che ratificano il Protocollo è richiesto di pianificare le loro azioni, individuando gli obiettivi specifici, anche intermedi, da raggiungere a livello nazionale e locale. Il piano di azione deve comprendere attività come il miglioramento della qualità delle acque e delle loro risorse, la riduzione del carico delle patologie veicolate da acque contaminate, l’individuazione delle aree del territorio non servite da acquedotti e più in generale delle aree a rischio.

Le situazioni a rischio

Tra le aree/situazioni critiche per le acque potabili è sufficiente ricordare le seguenti: approvvigionamenti da acque superficiali in generale; presenza di allevamenti zootecnici nell’area di captazione; aree soggette a periodi di carenza idrica e cadute di pressione nella rete di distribuzione, che favoriscono infiltrazioni di materiale organico; approvvigionamenti idropotabili da laghi/invasi soggetti a fioriture di cianobatteri; acque distribuite in piccole comunità e in aree rurali; acque sotterranee in aree a forte vocazione agricola o dove insistono insediamenti industriali.

Le aree/situazioni critiche per i prodotti ittici, in particolare in relazione agli allevamenti di molluschi bivalvi sono quelle in prossimità di immissioni di fiumi che attraversano aree antropizzate e di scarichi urbani e zootecnici. Aree critiche includono le acque di molluschicoltura nelle quali sono presenti alghe tossiche marine in grado di produrre tossine PSP, DSP, NSP, ASP, gruppo della palitossina eccetera. Infine devono essere considerati i rischi associati a consumo di organismi di acqua dolce (gamberi, pesci), in particolare in corpi idrici interessati da fioriture di cianobatteri.

Per i prodotti agricoli, particolare attenzione dovrebbe essere prestata a quelli che vengono consumati freschi, se irrigati con acque superficiali inquinate o con acque reflue non adeguatamente depurate.

Le acque di balneazione possono trasmettere microrganismi patogeni in tratti di acque costiere o lacustri o fluviali in prossimità di scarichi urbani, da allevamenti zootecnici, insediamenti industriali. Le acque costiere interessate da fioriture di Ostreopsis ovata o altre alghe d’interesse sanitario e quelle lacustri con fioriture di cianobatteri possono indurre effetti di rilevanza sanitaria.

Nelle stazioni termali è possibile contrarre patologie trasmesse da Legionella, parassiti enterici come Giardia, Criptosporidium.

Le acque utilizzate per il lavaggio delle lenti a contatto, se non adeguatamente trattate possono trasmettere microrganismi patogeni in grado di provocare irritazioni anche gravi. Come è noto, molte patologie infettive mostrano un’incidenza con un netto trend stagionale ed evidenti picchi circoscritti a periodi specifici. I cianobatteri hanno tempi specifici nei quali proliferano fino a formare fioriture, schiume. Ostreopsis ovata fiorisce nei mesi più caldi. La sorveglianza delle malattie associate all’acqua dovrebbe essere dunque impostata tenendo conto di questi aspetti.

Uno strumento centrale del Protocollo è rappresentato dai sistemi di sorveglianza delleWRDs, almeno nelle aree dove è più probabile che si verifichino epidemie o incidenti (per esempio, eventi estremi, come inondazioni e/o periodi di siccità). I sistemi di sorveglianza dovrebbero essere in grado di riconoscere le epidemie diWRDs, organizzare le reazioni più adeguate e promuovere le necessarie misure di risanamento.

In realtà, in Paesi come il nostro si tratterebbe di integrare il sistema di sorveglianza già esistente, considerando le WRDs. Il sistema di sorveglianza dovrebbe essere opportunamente combinato con altri sistemi che raccolgono dati d’interesse, come quelli riguardanti la qualità delle acque.

Tutti i vantaggi della ratifica

L’Italia non ha ancora ratificato il Protocollo, nonostante i vantaggi che ne deriverebbero, come per esempio i seguenti:

  • Le malattie associate all’acqua in Paesi sviluppati come il nostro sono in genere di importanza non prioritaria rispetto ad altre patologie infettive. Ma non ne siamo certo esenti. Basti pensare ad alcune patologie emergenti (trasmesse da specie di Legionella, Cryptosporidium, Campylobacter, Escherichia coli enteroemorragico). La letteratura scientifica, i sistemi di sorveglianza delleWRDs dei Paesi sviluppati che li hanno istituiti, i rapporti dell’ECDC europeo e del CDC degli Stati Uniti riportano numerose epidemie associate alle acque o elevate incidenze delle WRDs. Quindi l’istituzione di un sistema di sorveglianza di queste patologie, almeno nelle aree a maggiore criticità, sarebbe auspicabile anche in Italia.
  • Dato che il nostro Paese ha recepito le numerose direttive europee relative alla problematica delle acque e delle sue risorse, la ratifica del Protocollo, che mira a garantire un accesso sicuro della popolazione all’acqua in termini qualitativi e qualitativi, non sarebbe onerosa in termini economici e di attività per la sua applicazione. Anzi, permetterebbe di superare la settorialità delle attività e degli interventi, attraverso il coordinamento istituzionale, e di migliorare l’efficienza attraverso un utilizzo razionale delle competenze e delle risorse (personale e strumentazioni di laboratorio), la concertazione e l’organicità delle azioni.

Conflitti di interesse dichiarati: nessuno

 

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