Riassunto

Il numero di marzo della rivista Epidemiology si apre con un articolo di Howard Frumkin, decano della School of Public Health della Washington University, dal titolo: «Work that matters.Toward consequential environmental epidemiology», che potrebbe essere liberamente tradotto come: «La ricerca che conta. Verso un’epidemiologia ambientale attenta alle conseguenze » (Epidemiology 2015;26(2):137-40). L’articolo è una riflessione autorevole sui caratteri fondanti dell’epidemiologia, in particolare dell’epidemiologia ambientale, che secondo l’autore trae la sua legittimazione dalla capacità di intervenire efficacemente sulle principali cause di sofferenza e di morte precoce dell’umanità. Mi limiterò qui a qualche richiamo agli aspetti che amio parere hanno maggiore attinenza con la situazione italiana e a pochi commenti.

 

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