Abstract

Even starting from the purpose of restoring the damage caused by a natural disaster, the post-earthquake reconstructions imply the risk of triggering a set of social disasters that may affect the public health sphere. In the case of the L’Aquila earthquake this risk seems to emerge within the urban planning on two levels of dwelling: at a landscape level, where there has been a change in the shape of the city towards a sprawling-sprinkling process; at an architectural level, on the problematic relationship between the politics and the poetics of cultural heritage protection and the goal to get restoration works capable to ensure the citizens’s seismic safety.

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Riassunto

Pur partendo dalla finalità di risanare i danni causati da un disastro naturale, le ricostruzioni post-sismiche sono esposte al rischio d’innescare una serie di disastri sociali che possono ripercuotersi sulla sfera della sanità pubblica. Nel caso del terremoto dell’Aquila questo rischio pare delinearsi urbanisticamente su due livelli dell’abitare: a un livello paesaggistico, dove si assiste a un mutamento della forma della città verso la dispersione abitativa; a un livello architettonico, nel problematico rapporto tra le politiche e le poetiche di tutela del patrimonio culturale e l’obiettivo di pervenire a dei restauri che garantiscano la sicurezza sismica dei cittadini.

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