Nel 2024, avevo segnalato a E&P il progresso, seppure timido, della letteratura scientifica in tema di malformazioni congenite e PFAS e la necessità di ulteriori risultati e di possibili approfondimenti in aree contaminate da PFAS.1 

In particolare, avevo richiamato i risultati di un nuovo studio caso-controllo multicentrico sull’esposizione prenatale a PFAS in 185 nati con cardiopatie e 247 nati sani in Cina dal 2016 al 2021:2 uno studio su 13 PFAS e loro miscela che aveva rilevato associazioni tra cardiopatie congenite e valori elevati di alcune PFAS (PFNA, PFDA, PFUnDA) quantificate nel plasma materno di casi e controlli.

Un recente studio condotto in Svezia e pubblicato su Environmental International ha aggiunto un pezzo significativo di conoscenza sulla relazione tra esposizione fetale a PFAS misurati in acqua potabile e la presenza di malformazioni congenite maggiori alla nascita.3 

Lo studio ha considerato l’intera coorte dei 256.659 neonati in Svezia tra il 2012 e il 2018, figli di madri residenti da almeno quattro anni in Comuni con misurazioni documentate di PFAS nell’acqua potabile. Nel registro nazionale svedese delle nascite erano riportati 5.357 neonati malformati, con una prevalenza del 2,09%. L’esposizione fetale è stata stimata come somma di PFOS, PFOA, PFNA e PFHxS (definita PFAS4) applicando un modello tossico-cinetico basato sulla storia residenziale materna, sulle concentrazioni misurate di PFAS in acqua potabile a livello comunale, i livelli di background annuali nei sieri materni e i fattori di trasferimento transplacentare per ogni PFAS. 

Con regressione logistica, sono stati stimati odds ratio riferiti al quartile superiore versus il quartile inferiore di esposizione PFAS4 con varie categorie di malformazioni congenite.

Inoltre, gli autori hanno valutato l’effetto delle miscele di PFAS per identificare sostanze guida degli eventuali effetti osservati. 

Sono emersi risultati di rilievo:

per le malformazioni del sistema nervoso: OR: 2,84 (IC95% 1,38-5,84; p-trend: 0,008); per le anomalie cromosomiche: OR: 1,50 (IC95% 1,07-2,10; p-trend: 0,009); per le malformazioni urinarie: OR: 1,96 (IC95% 1,59-2,43; p-trend <0,001).

L’effetto è stato principalmente attribuito a PFOA e PFHxS, identificate come sostanze guida del rischio.  

Lo studio appare solido per l’ampiezza della coorte studiata, le misure puntuali delle concentrazioni nei sistemi idrici municipali e il modello tossicocinetico adottato. 

Come riportato dagli autori, non sono da trascurare alcuni limiti, in particolare la possibile presenza di fattori di confondimento non considerati, il fatto che il modello tossicocinetico si basa su dati medi e trasferimenti transplacentari stimati e non su misure dirette di contaminazione fetale, la scarsa conoscenza sui meccanismi biologici specifici per le PFAS, oltre alla considerazione di un numero ridotto di PFAS... Accedi per continuare la lettura

 

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