La presenza dell’università in un territorio colpito da una catastrofe naturale e sociale come il terremoto del 6 aprile 2009 determina scenari complessi e potenzialità. Il più doloroso aspetto della complessità è stato certamente l’irreparabile perdita di tante giovani vite di studenti universitari, un tributo che mai potrà essere rimosso dalla memoria e dalla storia dell’ateneo. L’immane distruzione operata dal sisma ha costretto l’università aquilana, insieme alla sua città, a immaginare e percorrere la faticosa strada della ricostruzione materiale e sociale.

A sette anni di distanza, abbiamo maggiore certezza nell’affermare che senza l’Università la resilienza dell’intera città sarebbe stata certamente più difficile. Il Rapporto OCSE-Gröningen del 2013 ha indicato nello sviluppo delle attività a più elevata intensità di conoscenza la chiave per la ripresa, conferendo un ruolo centrale al sistema formativo avanzato, dall’università ai centri di ricerca presenti nel territorio.

In un contesto di crescente competizione internazionale in tutti i settori dell’economia e della conoscenza, questo obiettivo potrà essere raggiunto soltanto se la crisi provocata dal terremoto sarà usata anche come occasione per rivedere e migliorare l’assetto istituzionale delle competenze politiche e amministrative, favorendo la visione di sistema complementare e integrato rispetto alla tradizionale frammentazione figlia di logiche localistiche. Ciò richiede di organizzare un sistema organico di coinvolgimento e partecipazione dei cittadini e delle organizzazioni sociali alle scelte politiche, necessario anche per rafforzare il senso di appartenenza alla comunità.

Un settore della vita pubblica in cui l’università aquilana esercita un ruolo istituzionale di grande rilievo è il sistema sanitario, che costituisce una parte significativa della sua terza missione. Nel post-terremoto, l’ateneo ha messo in campo il suo sapere scientifico e assistenziale per sostenere in ogni settore gli interventi sanitari, con una particolare attenzione all’analisi dei fenomeni di popolazione. Per quanto attiene alla ricerca, i repertori internazionali accreditano più di cento importanti lavori di gruppi universitari aquilani volti ad approfondire aspetti di sanità pubblica, impatto del terremoto sulle condizioni di vita, sulla salute mentale, sulle esigenze di popolazioni speciali, sulle dinamiche sociali di singoli e gruppi.

Per questa ragione l’ateneo ha aderito con entusiasmo alla proposta di Epidemiologia&Prevenzione di realizzare un fascicolo speciale sulle conseguenze del terremoto del 6 aprile 2009: un’importante messa a punto non solo del lavoro svolto, ma soprattutto delle criticità anche di livello istituzionale che devono essere affrontate perché questa esperienza produca percorsi virtuosi di prevenzione e qualità della vita della nostra comunità, e possa diventare un riferimento in un Paese ad alto rischio sismico come l’Italia.

 

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