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  1. Dipartimento di neuroscienze, Istituto superiore di sanità, Roma

1. Quali sono le domande di ricerca prioritarie che l’epidemiologia italiana dovrebbe affrontare

Quali sono gli attuali tassi di copertura dei bisogni sanitari (o perlomeno della domanda di servizi sanitari) che il SSN riesce a garantire?

Le priorità emergenti di copertura/gap dei bisogni sono emergenti o programmate?

Le priorità emergenti massimizzano il beneficio sanitario ottenibile con il finanziamento dato per il SSN?

2. Quali sono le potenzialità e i limiti degli attuali sistemi di valutazione della qualità di assistenza in relazione alle domande di ricerca?

I dati sul SSN sono più ricchi del loro reale tasso di utilizzo.

In particolare molti dati vengono pubblicati, ma poco commentati in modo sistematico (si pensi al PNE o a NSG): in particolare poco si discutono le cause delle criticità e ancora meno delle policy di risposta possibili.

Pochi sono i dati sistematici pubblicati su:

  • Proiezione di personale disponibile per il SSN nei prox 10-15 anni (es. per medici e infermieri)
  • Variabilità dei consumi per abitanti a fronte di patologie paragonabili
  • Distanza tra prescritto dal SSN e consumato/prodotto dal SSN: il SSN prescrive molto di più di quello che è in grado di produrre.

3. Quali indicatori e/o attività di ricerca epidemiologica sarebbe importante promuovere per introdurre l’approccio di popolazione nella misurazione della qualità e degli esiti dell’assistenza sanitaria?

Sarebbe importante correlare epidemiologia a prescrizioni e consumi sanitari del SSN per interrogarci sulle differenze emergenti tra pazienti o tra territori a fronte di quadri epidemiologici identici

4. Quali sono i vincoli principali alla realizzazione di queste attività?

La necessità di un approccio interdisciplinare tra chi si occupa di epidemiologia e chi si occupa di produzione/consumi dello SSN

 

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