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Appello per l’attribuzione esclusiva del governo delle problematiche relative all’amianto agli enti e istituti del SSN
Appello per l’attribuzione esclusiva del governo delle problematiche relative all’amianto agli enti e istituti del SSN (Ministero della Salute, Regioni e Province Autonome e Aziende Sanitarie)
Si rivolge un appello affinché le attività previste dalla legge 833/78 e delegate ai Servizi Territoriali di Prevenzione vengano effettuate esclusivamente dall’ente pubblico senza delega alcuna e, in particolare:
- l’informazione sui rischi e sulla gestione dei materiali contenenti amianto, sugli interventi di messa in sicurezza, di manutenzione, di monitoraggio, di rimozione e di conferimento in discarica;
- la formazione di una moderna coscienza sanitaria sulla base di un’adeguata educazione sanitaria del cittadino e delle comunità;
- la promozione e la salvaguardia della salubrità e dell’igiene dell'ambiente naturale di vita e di lavoro;
- la formazione professionale e permanente nonché l’aggiornamento scientifico culturale del personale del servizio sanitario nazionale;
- la vigilanza sul territorio per l’individuazione di situazioni particolarmente critiche che possono comportare rischio di dispersione significativa di fibre di amianto nell’ambiente
- l’informazione ai cittadini che si rivolgono ai Dipartimenti di Prevenzione per segnalare eventuali condizioni di rischio, sia in ambito lavorativo che ambientale
- la raccolta di segnalazioni di rifiuti contenenti amianto sparsi abusivamente sul territorio.
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Commenti: 4
3.
Riflessione sulla vostra petizione per la centralizzazione della gestione dell’amianto nel SSN
Spett.Le.Rivista
Egregi firmatari,
ho letto con attenzione la vostra petizione sull’attribuzione esclusiva della gestione di una serie di problematiche legate all’amianto agli enti e istituti del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) senza nessuna deroga.
Condivido senza esitazione il "principio" che la centralità pubblica nella gestione del rischio amianto sia determinante, e mi auguro che questa iniziativa possa rappresentare uno stimolo concreto affinché le istituzioni competenti siano finalmente motivate a formare giovani professionisti e applicare in maniera efficace le normative vigenti, che da oltre 35 anni definiscono percorsi, ruoli e responsabilità precise che vi evidenzio non tutte in capo all'SSN come da Voi ipotizzato
Tuttavia, pur comprendendo l’intento, ritengo questa proposta non solo ideologica e probabilmente antitetica alle leggi dello Stato, ma di fatto inapplicabile nella realtà operativa, perché talmente esclusiva da poter passare inapplicabile giuridicamente e fattivamente. L’idea di concentrare tutte le attività nel SSN, escludendo enti specializzati che da anni svolgono queste funzioni, appare una semplificazione che rischia di compromettere l’efficienza e la qualità dell’intero sistema di gestione del rischio amianto, che tutti possiamo condividere ha necessità di una profonda e importante revisione. Etimologicamente Il termine "revisione" deriva dal latino revisĭo, -ōnis, a sua volta derivato dal verbo revidēre, composto da re- (di nuovo, indietro) e vidēre (vedere, guardare). Quindi, etimologicamente, "revisione" significa "guardare di nuovo", "rivedere con attenzione".Accostando 35 anni di percorso che molti di Voi hanno vissuto appieno al significato immediato perciò , credo che un controllo, un esame attento per correggere, migliorare o aggiornare qualcosa, sia ben più profondo di questa petizione. Perché "revisione" porta con sé un senso più profondo legato al concetto di consapevolezza e miglioramento guardando al nuovo.
Entrando nel merito della proposta che ho sottoscritto con profonda vicinanza allo Stato che siamo tutti noi :
Punti critici della petizione e distoglimento di competenze
1. Informazione sui rischi e gestione dei materiali contenenti amianto
Attualmente svolta da ARPA, ISPRA, Sportello Amianto Nazionale su delega di 4000 comuni italiani, e da ordini professionali riconosciuti dallo Stato e dalla Cstituzione
Il SSN non ha attualmente né il know-how né la struttura operativa per svolgere queste funzioni in autonomia.
2. Formazione sulla gestione dell'amianto e sicurezza
Attualmente realizzata da migliaia di enti di formazione accreditati, INAIL, università, associazioni professionali.
Il SSN non ha esperienza specifica e di fatto risulterebbe allo stato attuale anche probabilmente giuridicamente incompetente nell'oscurame la legittimità di enti di diritto pubblico e privato che già fanno questo sia per i privati che per la funzione pubblica.
3. Salubrità e igiene dell’ambiente di vita e di lavoro
Monitorata da ISPRA, ARPA, ASL, enti locali.
Il SSN non ha strumenti per un monitoraggio ambientale sistematico. Non ha squadre preparate a questo allo stato dell'arte e costruire una linea operativa esclusiva in merito costituirebbe una profonda ristrutturazione per altro neppure di competenza dello stato centrale ma per molti aspetti delle autonomie regionali.
4. Vigilanza sul territorio per dispersione di fibre
Svolta da ARPA, ISPRA, laboratori specializzati, forze dell’ordine.
Il SSN non ha la capacità investigativa e operativa per queste attività allo stato dell'arte.
5. Informazione ai cittadini e raccolta di segnalazioni
Oggi gestita da Sportello Amianto Nazionale per delega di 4000, Amministrazioni Comunali Italiane, Regioni, ARPA, ASL.
Il SSN non può sostituire e oscurare canali informativi specialistici già esistenti se non con una legislazione puntuale che per altro porterebbe forse anche aspetti anticostituzionali e comunque il cambio radicale implicherebbe non solo i rami del parlamento ma le autonomie di primo e secondo grado.
6. Gestione dei rifiuti di amianto abbandonati
Competenza di Comuni, aziende municipalizzate, ARPA, forze dell’ordine.
Il SSN non ha competenze logistiche o amministrative per la gestione dei rifiuti. Che per altro si osserva con questo punto della petizione parrebbe che i firmatari vorrebbero anche un SSN che so sostituisce a 15.000 imprese che orbitano nel settore della bonifica e della consulenza amianto in piena osservanza delle leggi dello Stato
Conclusione
Mi auguro fortemente che una gestione pubblica efficace e coordinata possa essere implementata e, come Sportello Amianto Nazionale, restiamo sempre a disposizione del pubblico per supportare cittadini e istituzioni in questa sfida cruciale. Ricordo che la nostra organizzazione è legittimata ad agire per nome e conto di oltre 4.000 amministrazioni pubbliche Italiane e per quanto io stesso nutro la speranza ci possa essere la possibilità di migliorare, oggi è inconfutabile che siamo un servizio di utilità pubblica che collabora legittimamente con Comuni, ed è partner dell’informazione per organi centrali dello Stato, come ente del terzo settore regolarmente riconosciuto ed inquadrato nella legge e nella costituzione.
Inoltre, per quanto mi riguarda personalmente, la mia battaglia per la comunicazione e la sensibilizzazione sul rischio amianto è da sempre al servizio dello Stato e delle sue istituzioni che proteggono il futuro dei nostri giovani e mi auguro di poterle aiutare a farlo meglio di come un sistema amministrativo, burocratico e non politico ha fatto in questi 35 anni. La mia devozione alla repubblica Italiana e il mio umile contributo in tema amianto è per altro riconosciuto ufficialmente per tramite dell'onorificenza conferitami dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di Commendatore della Repubblica Italiana, per altro comprocedura speciale proprio per alti meriti civili, sociali e lavorativi nell’ambito della tutela dalla fibra killer con grande risalto per la collettività.
Detto ciò, ritengo che questa petizione, pur avendo un fondamento condivisibile, sia totalmente inapplicabile e incompetente nella sua formulazione e forse rappresenti una ideologia di rivendicazione.
Escludere enti come ARPA, ISPRA, INAIL, università, enti di formazione accreditati e laboratori privati significa privarsi di professionalità e competenze che il Servizio Sanitario Nazionale non può sostituire, né per missione istituzionale né per capacità tecnico-operativa, ne per rielaborazione forse dell'intero quadro legislativo.
Questa proposta appare quindi una visione statica e inefficace, che non tiene conto della realtà operativa e dell’interdisciplinarità necessaria per affrontare un problema così complesso che deve passare da un percorso più ampio della visione proposta e forzatamente che piaccia ai firmatari o no, dalla parola COLLABORAZIONE e lo dobbiamo alle famiglie , ai lutti e alle risorse che lo stato ha investito in più di 30'anni. Non partire da qui sarebbe credo troppo egoista ma è un mio umilissimo parere.
Resto comunque disponibile per un confronto anche pubblico per tramite della rivista a cui esprimo grande stima e complimenti per il grande servizio.
Auguro buona e serena vita a tutti
Comm. Fabrizio Protti
Presidente – Sportello Amianto Nazionale
Egregio Comm. Fabrizio Protti,
Spett.le Rivista,
sono rimasta francamente stupita da alcune sue affermazioni riguardanti le strutture del SSN che non avrebbero “know-how, esperienza, strumenti competenze” per gestire:
- Informazione sui rischi e gestione dei materiali contenenti amianto
- Formazione sulla gestione dell'amianto e sicurezza
- Salubrità e igiene dell’ambiente di vita e di lavoro
- Gestione dei rifiuti di amianto abbandonati.
Non è cosa che mi aspettavo da chi, con devozione alla Repubblica italiana, presiede un’organizzazione che si occupa di amianto per tutelare la collettività e che, quindi, dovrebbe ben conoscere l’organizzazione e le attività svolte dalle strutture pubbliche.
Sono un medico del lavoro che ha diretto per decenni il Servizio di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro e per diversi anni anche il Dipartimento di Prevenzione dell’ASL di Milano.
Ho lavorato nei Servizi Pubblici per 42 anni e mi sono occupata, tra i vari argomenti anche specificamente di amianto. Ho, inoltre collaborato con la struttura dedicata alla prevenzione della Regione Lombardia nonché del Coordinamento interregionale.
Le leggi italiane affidano alle Regioni, alle ASL, quindi alle strutture del SSN, e alle ARPA, i compiti che lei ha enunciato, compiti che vengono svolti sin dai primi anni ’90, conseguentemente all’entrata in vigore della L. 257/92 e del DPR 8/8/94.
Nella mia esperienza, non dissimile da quella di molti altri colleghi sia della Lombardia che delle altre regioni, ho partecipato alla stesura dei Piani regionali, alla mappatura dei siti contaminati, al controllo delle bonifiche, alla diffusione delle informazioni, alla formazione degli operatori addetti alle bonifiche, alla incentivazione di iniziative di microraccolta dei materiali di risulta contaminati, alla informazione agli ex esposti ad amianto e alla tutela degli stessi.
Sin dagli anni ’90, non senza fatica, sono stati “stimolati” e “indotti” al censimento dei MCA tutti i siti aperti al pubblico, prima ancora che venissero indicati specificamente dal DM 101/2003, e anche molti siti privati, quali ad esempio gli edifici dei quartieri popolari costruiti negli anni ‘60.
Nella sola Milano ogni anno venivano presentati ed esaminati circa 1000 piani di bonifica, e i cantieri venivano controllati nella totalità quelli con bonifiche di MCA friabile e per un terzo quelli con bonifiche di MCA compatto. Ogni anno venivano quindi rimosse più di 3,500 t di MCA sotto stretto controllo del Dipartimento di Prevenzione.
Abbiamo fatto censire e controllato l’intera bonifica dei mezzi pubblici di trasporto (MM, Tram, Autobus) e le stazioni della MM.
Quanto alla formazione le ricordo che le ASL, oltre, a partecipare a numerosissimi corsi di formazione, in particolare per l’ottenimento del “patentino” amianto, sono deputate all’esame dei candidati, preliminare per il rilascio, da parte dell’ASL, del patentino.
Molto si deve ai Servizi delle ASL se sono stati censiti, monitorati, bonificati siti industriali dismessi, ambienti portuali e mezzi di navigazione, mezzi di trasporto (basti pensare alla bonifica delle carrozze ferroviarie), ecc.
E ancora oggi l’amianto è all’attenzione dei Servizi delle ASL, basta sfogliare i Piani nazionali e regionali per la Prevenzione.
Davvero lei ignora tutto questo? (ignorare = non conoscere, disconoscere, secondo il dizionario latino-italiano Calonghi, a sua volta derivato dalla radice greca di γ ι γ ν ω σ κ ω); e ne fa sostegno del suo argomentare?
Diceva un importante filosofo: “ignorantia non est argumentum”. Spero con questa mia di avere potuto colmare alcune lacune della sua nota, che immagino potrà profondamente rivedere.
Aggiungo che se ancora oggi l’amianto è presente in molti siti lo si deve principalmente allo scarso senso civico di molti, cui si aggiungono gli elevati costi delle bonifiche, iniziative economicamente incentivanti e soprattutto la carenza di siti per lo smaltimento.
Da ultimo, mi unisco a lei nell’augurarmi “fortemente che una gestione pubblica efficace e coordinata possa essere implementata”. I Servizi di prevenzione delle ASL, ad esempio, sono da tempo in grande sofferenza di risorse (il personale dei Servizi PSAL sì è dimezzato nel corso degli anni ( 5.080 operatori nel 2008, 2.410 mel 2022). Spero quindi che anche lei faccia sentire la sua voce perché nei i Servizi delle ASL le risorse di personale siano adeguatamene rimpinguate.
Cordialità
Susanna Cantoni
2.
La governance del problema amianto va posta sotto l’authority del SSN
E' palese che vi siano molti Enti pubblici e privati che operano per la gestione del problema amianto con funzioni , compiti, competenze, professionalità diverse. Nessuno è così ingenuo da pensare di esaurire nel SSN questa complessità . Detto questo però è necessario affermare che per quanto attiene la salute delle popolazioni attuale e futura il referente istituzionale che ha questa responsabilità di governance e l'autorità sanitaria pubblica che deve svolgere un ruolo di supervisione dei progetti di bonifica e di governance nella gestione del tema.Nessuna preclusione se qualche Onlus vuole partecipare , ma questo deve avvenire sotto la supervisione dell'autorità sanitaria pubblica.
1.
Riflessione sulla vostra petizione per la centralizzazione della gestione dell’amianto nel SSN
Spett.Le.Rivista
Egregi firmatari,
ho letto con attenzione la vostra petizione sull’attribuzione esclusiva della gestione di una serie di problematiche legate all’amianto agli enti e istituti del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) senza nessuna deroga.
Condivido senza esitazione il "principio" che la centralità pubblica nella gestione del rischio amianto sia determinante, e mi auguro che questa iniziativa possa rappresentare uno stimolo concreto affinché le istituzioni competenti siano finalmente motivate a formare giovani professionisti e applicare in maniera efficace le normative vigenti, che da oltre 35 anni definiscono percorsi, ruoli e responsabilità precise che vi evidenzio non tutte in capo all'SSN come da Voi ipotizzato
Tuttavia, pur comprendendo l’intento, ritengo questa proposta non solo ideologica e probabilmente antitetica alle leggi dello Stato, ma di fatto inapplicabile nella realtà operativa, perché talmente esclusiva da poter passare inapplicabile giuridicamente e fattivamente. L’idea di concentrare tutte le attività nel SSN, escludendo enti specializzati che da anni svolgono queste funzioni, appare una semplificazione che rischia di compromettere l’efficienza e la qualità dell’intero sistema di gestione del rischio amianto, che tutti possiamo condividere ha necessità di una profonda e importante revisione. Etimologicamente Il termine "revisione" deriva dal latino revisĭo, -ōnis, a sua volta derivato dal verbo revidēre, composto da re- (di nuovo, indietro) e vidēre (vedere, guardare). Quindi, etimologicamente, "revisione" significa "guardare di nuovo", "rivedere con attenzione".Accostando 35 anni di percorso che molti di Voi hanno vissuto appieno al significato immediato perciò , credo che un controllo, un esame attento per correggere, migliorare o aggiornare qualcosa, sia ben più profondo di questa petizione. Perché "revisione" porta con sé un senso più profondo legato al concetto di consapevolezza e miglioramento guardando al nuovo.
Entrando nel merito della proposta che ho sottoscritto con profonda vicinanza allo Stato che siamo tutti noi :
Punti critici della petizione e distoglimento di competenze
1. Informazione sui rischi e gestione dei materiali contenenti amianto
Attualmente svolta da ARPA, ISPRA, Sportello Amianto Nazionale su delega di 4000 comuni italiani, e da ordini professionali riconosciuti dallo Stato e dalla Cstituzione
Il SSN non ha attualmente né il know-how né la struttura operativa per svolgere queste funzioni in autonomia.
2. Formazione sulla gestione dell'amianto e sicurezza
Attualmente realizzata da migliaia di enti di formazione accreditati, INAIL, università, associazioni professionali.
Il SSN non ha esperienza specifica e di fatto risulterebbe allo stato attuale anche probabilmente giuridicamente incompetente nell'oscurame la legittimità di enti di diritto pubblico e privato che già fanno questo sia per i privati che per la funzione pubblica.
3. Salubrità e igiene dell’ambiente di vita e di lavoro
Monitorata da ISPRA, ARPA, ASL, enti locali.
Il SSN non ha strumenti per un monitoraggio ambientale sistematico. Non ha squadre preparate a questo allo stato dell'arte e costruire una linea operativa esclusiva in merito costituirebbe una profonda ristrutturazione per altro neppure di competenza dello stato centrale ma per molti aspetti delle autonomie regionali.
4. Vigilanza sul territorio per dispersione di fibre
Svolta da ARPA, ISPRA, laboratori specializzati, forze dell’ordine.
Il SSN non ha la capacità investigativa e operativa per queste attività allo stato dell'arte.
5. Informazione ai cittadini e raccolta di segnalazioni
Oggi gestita da Sportello Amianto Nazionale per delega di 4000, Amministrazioni Comunali Italiane, Regioni, ARPA, ASL.
Il SSN non può sostituire e oscurare canali informativi specialistici già esistenti se non con una legislazione puntuale che per altro porterebbe forse anche aspetti anticostituzionali e comunque il cambio radicale implicherebbe non solo i rami del parlamento ma le autonomie di primo e secondo grado.
6. Gestione dei rifiuti di amianto abbandonati
Competenza di Comuni, aziende municipalizzate, ARPA, forze dell’ordine.
Il SSN non ha competenze logistiche o amministrative per la gestione dei rifiuti. Che per altro si osserva con questo punto della petizione parrebbe che i firmatari vorrebbero anche un SSN che so sostituisce a 15.000 imprese che orbitano nel settore della bonifica e della consulenza amianto in piena osservanza delle leggi dello Stato
Conclusione
Mi auguro fortemente che una gestione pubblica efficace e coordinata possa essere implementata e, come Sportello Amianto Nazionale, restiamo sempre a disposizione del pubblico per supportare cittadini e istituzioni in questa sfida cruciale. Ricordo che la nostra organizzazione è legittimata ad agire per nome e conto di oltre 4.000 amministrazioni pubbliche Italiane e per quanto io stesso nutro la speranza ci possa essere la possibilità di migliorare, oggi è inconfutabile che siamo un servizio di utilità pubblica che collabora legittimamente con Comuni, ed è partner dell’informazione per organi centrali dello Stato, come ente del terzo settore regolarmente riconosciuto ed inquadrato nella legge e nella costituzione.
Inoltre, per quanto mi riguarda personalmente, la mia battaglia per la comunicazione e la sensibilizzazione sul rischio amianto è da sempre al servizio dello Stato e delle sue istituzioni che proteggono il futuro dei nostri giovani e mi auguro di poterle aiutare a farlo meglio di come un sistema amministrativo, burocratico e non politico ha fatto in questi 35 anni. La mia devozione alla repubblica Italiana e il mio umile contributo in tema amianto è per altro riconosciuto ufficialmente per tramite dell'onorificenza conferitami dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di Commendatore della Repubblica Italiana, per altro comprocedura speciale proprio per alti meriti civili, sociali e lavorativi nell’ambito della tutela dalla fibra killer con grande risalto per la collettività.
Detto ciò, ritengo che questa petizione, pur avendo un fondamento condivisibile, sia totalmente inapplicabile e incompetente nella sua formulazione e forse rappresenti una ideologia di rivendicazione.
Escludere enti come ARPA, ISPRA, INAIL, università, enti di formazione accreditati e laboratori privati significa privarsi di professionalità e competenze che il Servizio Sanitario Nazionale non può sostituire, né per missione istituzionale né per capacità tecnico-operativa, ne per rielaborazione forse dell'intero quadro legislativo.
Questa proposta appare quindi una visione statica e inefficace, che non tiene conto della realtà operativa e dell’interdisciplinarità necessaria per affrontare un problema così complesso che deve passare da un percorso più ampio della visione proposta e forzatamente che piaccia ai firmatari o no, dalla parola COLLABORAZIONE e lo dobbiamo alle famiglie , ai lutti e alle risorse che lo stato ha investito in più di 30'anni. Non partire da qui sarebbe credo troppo egoista ma è un mio umilissimo parere.
Resto comunque disponibile per un confronto anche pubblico per tramite della rivista a cui esprimo grande stima e complimenti per il grande servizio.
Auguro buona e serena vita a tutti
Comm. Fabrizio Protti
Presidente – Sportello Amianto Nazionale
4.
Riflessione sulla vostra petizione per la centralizzazione della gestione dell’amianto nel SSN
Egregio Comm. Fabrizio Protti,
Spett.le Rivista,
sono rimasta francamente stupita da alcune sue affermazioni riguardanti le strutture del SSN che non avrebbero “know-how, esperienza, strumenti competenze” per gestire:
- Informazione sui rischi e gestione dei materiali contenenti amianto
- Formazione sulla gestione dell'amianto e sicurezza
- Salubrità e igiene dell’ambiente di vita e di lavoro
- Gestione dei rifiuti di amianto abbandonati.
Non è cosa che mi aspettavo da chi, con devozione alla Repubblica italiana, presiede un’organizzazione che si occupa di amianto per tutelare la collettività e che, quindi, dovrebbe ben conoscere l’organizzazione e le attività svolte dalle strutture pubbliche.
Sono un medico del lavoro che ha diretto per decenni il Servizio di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro e per diversi anni anche il Dipartimento di Prevenzione dell’ASL di Milano.
Ho lavorato nei Servizi Pubblici per 42 anni e mi sono occupata, tra i vari argomenti anche specificamente di amianto. Ho, inoltre collaborato con la struttura dedicata alla prevenzione della Regione Lombardia nonché del Coordinamento interregionale.
Le leggi italiane affidano alle Regioni, alle ASL, quindi alle strutture del SSN, e alle ARPA, i compiti che lei ha enunciato, compiti che vengono svolti sin dai primi anni ’90, conseguentemente all’entrata in vigore della L. 257/92 e del DPR 8/8/94.
Nella mia esperienza, non dissimile da quella di molti altri colleghi sia della Lombardia che delle altre regioni, ho partecipato alla stesura dei Piani regionali, alla mappatura dei siti contaminati, al controllo delle bonifiche, alla diffusione delle informazioni, alla formazione degli operatori addetti alle bonifiche, alla incentivazione di iniziative di microraccolta dei materiali di risulta contaminati, alla informazione agli ex esposti ad amianto e alla tutela degli stessi.
Sin dagli anni ’90, non senza fatica, sono stati “stimolati” e “indotti” al censimento dei MCA tutti i siti aperti al pubblico, prima ancora che venissero indicati specificamente dal DM 101/2003, e anche molti siti privati, quali ad esempio gli edifici dei quartieri popolari costruiti negli anni ‘60.
Nella sola Milano ogni anno venivano presentati ed esaminati circa 1000 piani di bonifica, e i cantieri venivano controllati nella totalità quelli con bonifiche di MCA friabile e per un terzo quelli con bonifiche di MCA compatto. Ogni anno venivano quindi rimosse più di 3,500 t di MCA sotto stretto controllo del Dipartimento di Prevenzione.
Abbiamo fatto censire e controllato l’intera bonifica dei mezzi pubblici di trasporto (MM, Tram, Autobus) e le stazioni della MM.
Quanto alla formazione le ricordo che le ASL, oltre, a partecipare a numerosissimi corsi di formazione, in particolare per l’ottenimento del “patentino” amianto, sono deputate all’esame dei candidati, preliminare per il rilascio, da parte dell’ASL, del patentino.
Molto si deve ai Servizi delle ASL se sono stati censiti, monitorati, bonificati siti industriali dismessi, ambienti portuali e mezzi di navigazione, mezzi di trasporto (basti pensare alla bonifica delle carrozze ferroviarie), ecc.
E ancora oggi l’amianto è all’attenzione dei Servizi delle ASL, basta sfogliare i Piani nazionali e regionali per la Prevenzione.
Davvero lei ignora tutto questo? (ignorare = non conoscere, disconoscere, secondo il dizionario latino-italiano Calonghi, a sua volta derivato dalla radice greca di γ ι γ ν ω σ κ ω); e ne fa sostegno del suo argomentare?
Diceva un importante filosofo: “ignorantia non est argumentum”. Spero con questa mia di avere potuto colmare alcune lacune della sua nota, che immagino potrà profondamente rivedere.
Aggiungo che se ancora oggi l’amianto è presente in molti siti lo si deve principalmente allo scarso senso civico di molti, cui si aggiungono gli elevati costi delle bonifiche, iniziative economicamente incentivanti e soprattutto la carenza di siti per lo smaltimento.
Da ultimo, mi unisco a lei nell’augurarmi “fortemente che una gestione pubblica efficace e coordinata possa essere implementata”. I Servizi di prevenzione delle ASL, ad esempio, sono da tempo in grande sofferenza di risorse (il personale dei Servizi PSAL sì è dimezzato nel corso degli anni ( 5.080 operatori nel 2008, 2.410 mel 2022). Spero quindi che anche lei faccia sentire la sua voce perché nei i Servizi delle ASL le risorse di personale siano adeguatamene rimpinguate.
Cordialità
Susanna Cantoni
Gent.ma Dott.ssa Susanna Cantoni,
La ringrazio per il Suo intervento, articolato e testimone di un lungo percorso professionale all’interno delle istituzioni, che ho personalmente controllato e per cui, per quanto può contare il mio parere da ignorante, testimonia che, nel suo tempo passato, è stata professionista integerrima, preparata e scrupolosa. Le riconosco senza esitazione il valore personale e l’impegno dedicato al servizio pubblico, nei Suoi anni passati di attività e ruolo.
In merito a quanto Lei afferma, tuttavia, mi consenta di osservare, con il massimo rispetto, che la storia non si giudica solo dalle intenzioni, ma anche dai risultati. E se dopo oltre trentatré anni dalla messa al bando dell’amianto, l’Italia si ritrova ancora con 30 milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto disseminati sul territorio nazionale, e più di 100 miliardi di euro di risorse sanitarie impiegate per accompagnare alla morte circa 100.000 nostri concittadini vittime di patologie asbesto correlate, oltre che un’ipoteca da oltre 5.000 decessi l’anno ancora iscritta sulle generazioni future, allora, per onestà morale e senso civico, penso Lei condivida che sia inevitabile e doveroso chiedersi se il sistema, e gli attori protagonisti nel suo complesso, dalla politica ai funzionari ai professionisti impegnati nel passato, abbia davvero performato al meglio.
Non metto in discussione la dedizione di singoli professionisti, molti dei quali hanno dato certamente come Lei, quando fu il Suo momento, il meglio di sé. Ma è nell’architettura sistemica che si è prodotta una cristallizzazione dell’inerzia, una resistenza al cambiamento e talvolta probabilmente un’autoreferenzialità che magari non ha permesso di performare al meglio.
Il tema non è la colpa. Il tema è la evidente responsabilità collettiva della intera governance del passato. Se oggi, di fronte a fatti che, mi auguro, non possano essere confutati, proponiamo di rilanciare sulla vecchia linea, riconducendo ancora di più, del tutto conferito sin d'ora, sotto il solo ombrello del SSN, ignorando il ruolo altrettanto primario di interlocutori di Stato quali il Ministero dell’Ambiente, del Lavoro, dell’Istruzione, della Cultura, delle Finanze, e tutti i loro bracci operativi,.da ISPRA alle ARPA, dalle stazioni appaltanti agli organi tecnici di controllo, allora rischiamo di perpetuare una visione miope e incompleta, incapace di affrontare questa sfida nella sua reale complessità. E non lo dico io: lo dice l’Europa, con la Direttiva UE 2023/2668, patrimonio di tutti i Ministeri del Lavoro degli Stati membri, e con le nuove Asbestos Survey Guide, che hanno coinvolto tutti i Ministeri competenti, di tutti gli stati membri e oltre 100 stakeholders privati, a chiamata diretta e nominativa, giudicati complementari alla battaglia sull’amianto, tra cui anche lo Sportello Amianto Nazionale che ho l’onore di dirigere, ha partecipato convocato dalla stessa Presidenza del Parlamento Europeo.
Siamo entrati, volenti o nolenti, in una nuova fase: una fase culturale, tecnica e strategica, in cui il concetto di prevenzione primaria si salda alla bonifica e alla gestione del rischio, e in cui l’intero Stato nazionale ed europeo deve operare come organismo integrato al passo con i tempi e con la nuova Politica comunitaria e non come somma di singole articolazioni statiche sul loro vecchio pensiero ideologico.
Perché è doveroso sottolineare, cara Dottoressa, che i giovani lavoratori, dirigenti, tecnici e padri di famiglia di oggi, quelli che ora hanno la vita e il futuro tra le mani e dovranno gestire questa eredità che qualcuno di noi gli sta lasciando , sono nati dopo il 1992, in un’epoca in cui l’amianto era già vietato, e qualcuno doveva lavorare in maniera efficace per loro, per toglierli dall’imbarazzo e dalla morte. Continuare a proporre un pensiero collettivo probabilmente anacronistico, modelli e approcci che escludono nuove competenze, nuove generazioni, come se l’unico sapere utile fosse quello sedimentato nelle vecchie infrastrutture e visioni statalistiche pubbliche, significa tradire la missione di rigenerazione che lo Stato, che è di tutti noi, deve a sé stesso.
Ogni ciclo istituzionale sano prevede un ringiovanimento , un passaggio di testimone, un trasferimento di competenze, una valorizzazione delle nuove energie, anzitutto negli uomini dello Stato con idee al passo con i tempi. E proprio per questo non possiamo più permetterci di chiudere le porte a collaborazioni e futuro, fatto anche di visioni e punti di performance esterni, di interazioni con enti riconosciuti del Terzo Settore, università, imprese etiche, cittadini attivi e reti pubbliche parallele. Lo dice la Costituzione (art. 118, sussidiarietà orizzontale), lo richiedono la realtà dei numeri, lo impone il senso del tempo storico.
Mi permetta di osservarLe che trovo inoltre profondamente ingeneroso da parte Sua l’attribuire allo scarso senso civico dei cittadini la responsabilità della mancata bonifica, come se fossero loro, vittime lasciate prive di mezzi, informazioni e accompagnamento, i colpevoli del ritardo. Perché non porsi, piuttosto, nella condizione di valutare che non sia stato il sistema pubblico nel suo insieme, che doveva metterli in condizione di agire, accogliere le loro istanze, costruire strumenti di supporto diffuso, ad avere probabilmente non performato? E quindi valutare come azzardato pensare di relegare tutto alle sole strutture sanitarie? (Per cui il mio primo commento alla petizione )
Per dovere, e per senso civico, ignoro certamente tutto ciò che si chiude intollerante contro visioni che potrebbero performare meglio, in un concetto di Stato e di polis realmente aperto, moderno, formato da tutti e al servizio di tutti.
Nessuno pretende di riscrivere la storia. Ma è nostro dovere, oggi, guardarla in faccia, riconoscerne i limiti e costruire, fuori da concetti elitari, ognuno per il tempo che gli rimane, un nuovo paradigma operativo e culturale, in scienza e coscienza, senza condurre battaglie personali o personalistiche, esortando ogni azione alla condivisione e alla cultura del cambiamento, nell’esclusivo interesse del futuro, consapevoli del fatto che, anche solo per ragioni anagrafiche, potremo o non potremo farne parte. Ma è proprio questa consapevolezza che deve renderci più lucidi, più onesti e più generosi nel passaggio di testimone, abbracciando la collaborazione senza egoismo, ognuno per il proprio ruolo, guardando in faccia al proprio tempo e ossequiando con rispetto un futuro altrui che non ci appartiene e di cui non siamo certo anche semplicemente per età anagrafica attori protagonisti.
Il tempo sarà giudice. Mi auguro solo che potremo vederlo insieme il più a lungo possibile. E dirci, serenamente senza competizione alcuna e in nome dell'accoglienza reciproca: “te lo avevo detto”.
Con rispetto, stima e tanta ammirazione la saluto cordialmente
Comm. Fabrizio Protti
Presidente – Sportello Amianto Nazionale