Riassunto

I lettori di E&P sanno che tra l’epidemiologia e la prevenzione, tra la disponibilità di risultati degli studi epidemiologici e la realizzazione di attività di sanità pubblica (a livello individuale e/o collettivo), il percorso non è sempre lineare. La strada che collega le evidenze scientifiche disponibili a efficaci interventi di prevenzione è spesso lunga e tortuosa, con tante strettoie, non ultime le regole della democrazia che impongono politiche di definizione delle priorità e di condivisione delle scelte a fronte di rischi e costi economici. Nel processo verso l’informazione al decisore, il primo, ineluttabile passaggio per l’epidemiologia è composto da sintesi e valutazione della qualità delle evidenze scientifiche. Qual è la forza delle prove e che fiducia abbiamo in esse? La discussione sulla “gerarchia delle prove”, che vede al primo posto gli studi randomizzati controllati e assegna un valore relativamente più basso agli studi osservazionali, è stata avviata da tempo nella letteratura scientifica e si è accentuata ancora di più con l’affermarsi dell’approccio chiamato real-world evidence. E&P vuole approfondire questo dibattito insieme ai lettori aprendo spazio a contributi e interventi. In questo numero, proponiamo i primi due contributi.

 

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