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16/12/2024

Uno sguardo alle differenze di genere in epidemiologia nutrizionale

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Il ruolo dell’alimentazione nella prevenzione delle malattie non trasmissibili

L’alimentazione, insieme all’attività fisica, rappresenta uno degli elementi cardine di uno stile di vita sano ed è riconosciuta come uno strumento fondamentale di prevenzione primaria. Gli studi documentano che molte patologie croniche, tra cui malattie cardiovascolari, tumori, diabete di tipo II, obesità e malattie neurodegenerative, possono essere prevenute intervenendo sui fattori di rischio modificabili, come le abitudini alimentari. Un’alimentazione adeguata permette, infatti, di implementare politiche di prevenzione efficaci.
La scelta degli alimenti è un comportamento complesso, influenzato da una combinazione di fattori familiari, sociali, culturali ed economici, che a loro volta sono fortemente condizionati dal genere.1 Negli ultimi anni, sia la nutrizione sia la medicina si stanno orientando sempre più verso un approccio personalizzato che tenga conto di questi fattori. Questo approccio sottolinea l’importanza di considerare le differenze tra uomini e donne, per ottimizzare la salute e prevenire le malattie in modo più efficace.2

Differenze di genere nelle abitudini alimentari

Le differenze di genere nelle abitudini alimentari sono state oggetto di diversi studi3 condotti in diverse fasce d’età.
Per esempio, uno studio condotto su circa 19.000 studenti di 23 Paesi ha dimostrato che le donne rinunciano più frequentemente degli uomini a cibi ad alto contenuto di grassi, limitano l’uso del sale in cucina e scelgono più volentieri pasti con un alto contenuto di fibre alimentari, in particolare frutta e verdura.4 
In un altro studio su un campione costituito da più di 200.000 persone (52,5% donne), è emerso che gli uomini avevano un’assunzione maggiore di energia e avevano meno probabilità di superare il fabbisogno energetico medio stimato rispetto alle donne. Sono state riscontrate piccole, ma significative, differenze di genere nell’assunzione di tutti i macronutrienti. Le donne avevano una maggiore probabilità di superare le raccomandazioni per i grassi totali, i grassi saturi e gli zuccheri totali. Gli uomini avevano meno probabilità di raggiungere le assunzioni minime raccomandate per proteine, grassi polinsaturi e carboidrati totali.5 
Uno studio italiano su oltre 10.000 adulti ha confrontato il consumo di gruppi alimentari con le linee guida nazionali utilizzando il questionario di aderenza alla dieta mediterranea e, anche in questo caso, le donne erano più aderenti a un modello dietetico più salubre rispetto agli uomini.6
Studi condotti in popolazioni più anziane riportano risultati simili, suggerendo che le donne tendono a essere più aderenti alle raccomandazioni dietetiche, in particolare per alcuni alimenti come frutta e verdura, sebbene l’aderenza complessiva alle linee guida sia scarsa sia negli uomini sia nelle donne, anche in età avanzata.7-9
Complessivamente, quindi, è possibile asserire che le donne tendono a rispettare maggiormente le raccomandazioni dietetiche e a prediligere alimenti di origine vegetale e meno processati, mentre gli uomini tendono a essere meno conformi e a consumare più frequentemente alimenti di origine animale, dolciumi e bevande alcoliche, assumendo porzioni più abbondanti.

Influenza delle differenze socioculturali nelle scelte alimentari di uomini e donne

Le differenze di genere nelle scelte alimentari possono essere attribuite principalmente a fattori socioculturali e alla percezione corporea.10,11 La letteratura esistente indica che le donne tendono a prestare maggiore attenzione a seguire una dieta sana e bilanciata. Una spiegazione possibile è che le donne si sentano maggiormente responsabili del comportamento alimentare della famiglia, occupandosi più frequentemente della preparazione dei pasti e dell’organizzazione quotidiana dell’alimentazione familiare. Inoltre, le donne sono più inclini a confrontare i prezzi degli alimenti e a considerare la loro composizione nutrizionale,12 poiché generalmente più informate sui temi di salute. Un ulteriore fattore che potrebbe contribuire alle differenze di genere nelle scelte alimentari è la maggiore preoccupazione delle donne per il controllo del peso corporeo. Questo le porta a seguire diete dimagranti con maggior frequenza. Tali regimi alimentari sono spesso scelte personali auto-imposte per le donne, mentre per gli uomini è più comune che la decisione derivi da prescrizioni mediche. Anche se gli uomini sono generalmente più restii a modificare il proprio regime alimentare, una volta intrapresa una modifica, tendono a essere più costanti nel mantenerla rispetto alle donne. Nonostante le donne siano più attente alla salute, mantenere un’alimentazione sana dipende non solo dalle scelte alimentari, ma anche dai comportamenti legati all’assunzione di cibo. Questi comportamenti possono essere complessi, talvolta sfociando in disturbi del comportamento alimentare, che hanno una prevalenza maggiore tra le donne.13 Tuttavia, sebbene la prevalenza tra gli uomini sia in aumento, il fenomeno è ancora largamente sottostimato nella popolazione maschile.
Infine, gli stereotipi di genere possono influenzare le scelte alimentari fin dalla giovane età. Per esempio, ancora oggi questi stereotipi portano a classificare gli alimenti e i comportamenti alimentari in “maschili” o “femminili”. Alcuni alimenti come la carne rossa come fonte proteica e gli alcolici sono associati alla mascolinità, mentre la frutta, la verdura, lo yogurt o il pesce sono associati alla femminilità.14 Questa visione sta cambiando, soprattutto tra le generazioni più giovani, che pian piano stanno adottando un approccio più inclusivo e meno stereotipato delle abitudini alimentari. 
La messa in atto di programmi di educazione alimentare nelle scuole può aiutare a ridurre gli stereotipi di genere e promuovere abitudini alimentari corrette. Anche i media possono giocare un ruolo fondamentale nel contribuire a modificare la percezione pubblica rispetto a questi temi.

Differente risposta alla dieta in relazione agli esiti di salute

È ormai noto che uomini e donne rispondano diversamente ai farmaci a causa delle differenze nell’assorbimento, nell’eliminazione e nella sensibilità ai bersagli su cui agiscono queste sostanze. Analogamente, non sorprende che vi siano differenze anche nella risposta all’esposizione dietetica. Sebbene la letteratura su questo argomento sia ancora limitata, stanno emergendo studi osservazionali e interventistici che esaminano il ruolo della dieta in relazione a vari esiti di salute, stratificando i campioni per sesso. 
Per esempio, uno studio osservazionale su una popolazione adulta di 5.090 partecipanti (52% donne) ha rilevato che un modello alimentare caratterizzato da cereali integrali, legumi e altri alimenti di origine vegetale è inversamente associato al rischio di ipertensione nelle donne, ma non negli uomini.15
Un altro studio condotto sulla coorte NutBrain, che ha arruolato circa 800 soggetti anziani in regione Lombardia, ha mostrato che una maggiore aderenza alla dieta mediterranea riduce le probabilità di avere sintomi depressivi del 68% solo nelle donne, dove la prevalenza dei sintomi depressivi era maggiore rispetto agli uomini (27,9% contro 8,0%). Analizzando i gruppi alimentari della dieta mediterranea, è emersa un’associazione inversa tra il consumo di pesce (almeno 2 volte a settimana) e i sintomi depressivi, valida solo per le donne. Inoltre, un rapporto elevato tra acidi grassi monoinsaturi e saturi nella dieta aveva un effetto simile a quello del pesce, ancora una volta solo nelle donne.16
Valutando gli studi interventistici, uno studio di intervento nutrizionale condotto su una popolazione canadese ha dimostrato che seguire una dieta isocalorica aderente ai principi della dieta mediterranea per 4 settimane porta a miglioramenti simili nel profilo lipidico e nella pressione sanguigna sia negli uomini sia nelle donne. Tuttavia, le risposte differivano per le concentrazioni di apoA-2 e di insulina due ore dopo il carico di insulina: solo gli uomini registravano diminuzioni significative in risposta alla dieta mediterranea suggerendo una differente risposta cardiovascolare alla dieta tra uomini e donne.17
Un altro esempio proviene da una coorte danese di circa 2.200 volontari in sovrappeso e con prediabete sottoposti a una dieta ipocalorica per 8 settimane. I risultati hanno mostrato che gli uomini hanno perso più peso corporeo rispetto alle donne e hanno ridotto i fattori di rischio per la sindrome metabolica, la massa grassa e la frequenza cardiaca. Per le donne, invece, si è osservata una maggiore riduzione del colesterolo HDL, della circonferenza dei fianchi, della massa magra e della pressione sanguigna rispetto agli uomini.18

Differenze fisiologiche tra uomini e donne e loro impatto sullo stato nutrizionale

Le differenze fisiologiche tra uomini e donne influenzano la diversa risposta ai fattori dietetici e si manifestano in vari aspetti, tra cui l’utilizzo dei substrati energetici, la termoregolazione e la composizione corporea. In generale, le donne hanno una corporatura più piccola, con altezza, peso corporeo, massa magra e ossea inferiori rispetto agli uomini, ma una maggiore massa grassa. Inoltre, le donne tendono ad accumulare grasso sottocutaneo, mentre gli uomini accumulano principalmente grasso viscerale. Prima della pubertà, maschi e femmine mostrano un metabolismo dei substrati simile. In età adulta, gli uomini utilizzano i grassi più facilmente per produrre energia, mentre le donne tendono ad accumulare grasso corporeo per fini riproduttivi e per assicurare la sopravvivenza della prole. Gli estrogeni, per esempio, svolgono un ruolo regolatore fondamentale nel metabolismo dei grassi nelle donne in età fertile e sono essenziali per garantire cicli mestruali regolari e fluttuazioni prevedibili degli ormoni ovarici. Un altro aspetto rilevante riguarda le differenze nel metabolismo basale tra uomini e donne. Il metabolismo basale delle donne è generalmente più basso rispetto a quello degli uomini, il che spiega in parte perché le donne tendono a mangiare meno degli uomini, indipendentemente dall’età. Questo fenomeno è legato ai diversi fabbisogni energetici e nutrizionali. Le donne, per esempio, necessitano di un apporto calorico minore rispetto agli uomini che si riflette nelle porzioni alimentari e nelle quantità di macro e micronutrienti da assumere. Inoltre, le donne hanno un maggior fabbisogno di vitamine e minerali (come acido folico, vitamina D, ferro, calcio) legato al ciclo mestruale, allo stato di gravidanza, all’allattamento e alla menopausa.2
Le differenze nelle scelte alimentari come quelle fisiologiche e metaboliche, hanno importanti implicazioni per la salute. Per esempio, le donne sono più a rischio di carenze nutrizionali, mentre gli uomini possono essere più a rischio di sviluppare malattie metaboliche e cardiovascolari legate all’accumulo di grasso viscerale, sebbene questo rischio aumenti nelle donne dopo la menopausa a causa della riduzione dei livelli di estrogeni.19

Considerazioni conclusive

Tenere conto delle differenze di sesso e genere in ambito nutrizionale è fondamentale per sviluppare strategie efficaci per uomini e donne, migliorando così la salute pubblica in modo più equo e mirato. Queste differenze sono cruciali per la pianificazione di programmi nutrizionali personalizzati, che devono tenere conto delle esigenze energetiche e nutrizionali specifiche di uomini e donne per ottimizzare la salute e il benessere della popolazione. Futuri studi di intervento e osservazionali dovranno tenere conto di queste differenze fin dalle fasi iniziali di disegno e di pianificazione. Infine, sarà essenziale includere analisi stratificate per fornire dati utili a sviluppare linee guida e raccomandazioni nutrizionali mirate.
In assenza di studi osservazionali e sperimentali, è opportuno avviare immediatamente un intervento di promozione su larga scala per sensibilizzare la popolazione su questo tema estendendolo a tutte le fasce d’età, dalla prima infanzia alla vecchiaia.

Conflitti di interesse dichiarati: nessuno.

Bibliografia

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  2. Marino M, Masella R, Bulzomi P et al. Nutrition and human health from a sex-gender perspective. Mol Aspects Med 2011;32(1):1-70.
  3. Imamura F, Micha R, Khatibzadeh S et al. Dietary quality among men and women in 187 countries in 1990 and 2010: a systematic assessment. Lancet Glob Health 2015;3(3):e132-42.
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  9. Zaragoza-Martí A, Ruiz-Robledillo N, Sánchez-SanSegundo M et al. Eating Habits in Older Adults: Compliance with the Recommended Daily Intakes and Its Relationship with Sociodemographic Characteristics, Clinical Conditions, and Lifestyles. Nutrients 2020;12(2):446.
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  13. Ministero della Salute. Salute Mentale. Survey Epidemiologica. Disponibile all’indirizzo: https://www.salute.gov.it/portale/saluteMentale/dettaglioContenutiSaluteMentale.jsp?lingua=italiano&id=6029&area=salute%20mentale&menu=DNA
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  16. Conti S, Perdixi E, Bernini S et al. Adherence to Mediterranean diet is inversely associated with depressive symptoms in older women: findings from the NutBrain Study. Br J Nutr 2024;131(11):1892-901.
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  18. Christensen P, Meinert Larsen T, Westerterp-Plantenga M et al. Men and women respond differently to rapid weight loss: Metabolic outcomes of a multi-centre intervention study after a low-energy diet in 2500 overweight, individuals with pre-diabetes (PREVIEW). Diabetes Obes Metab 2018;20(12):2840-51. doi: 10.1111/dom.13466
  19. Wohlgemuth KJ, Arieta LR, Brewer GJ et al. Sex differences and considerations for female specific nutritional strategies: a narrative review. J Int Soc Sports Nutr 2021;18(1):27.
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