Rubriche
11/01/2009

Proposte concrete per ridurre gli incidenti stradali

Oggi, in Italia, il fenomeno degli incidenti stradali non viene affrontato come un fatto rilevante sul piano epidemiologico e sanitario, ma come un evento ineluttabile. Non esistono analisi specifiche, articolate per tipologia di incidentalità, ma ci si limita a valutazioni di carattere generale e a esortazioni comportamentali.

Per fronteggiare questa calamità l’Unione Europea ha promosso una campagna di riduzione del 40% degli incidenti stradali entro il 2010, obiettivo che è stato genericamente ripreso dal Governo italiano, nel Piano sanitario 1998-2000, senza però che ne conseguissero provvedimenti adeguati.

L’Associazione delle vittime della strada, nella sua dimensione lombarda, ha attuato una serie di iniziative tendenti a individuare responsabili, obiettivi, modelli organizzativi, processi di controllo e politiche preventive. Lo ha fatto utilizzando i dati Istat (che rappresentano soltanto i morti riconosciuti entro il settimo giorno dall’incidente e quindi il 30% in meno delle reali vittime), i dati Ania e quelli della Polizia municipale di Milano, proponendo un primo schema di «piattaforma » che ha inviato alle competenti autorità amministrative. Ha dedicato una particolare attenzione al fenomeno della metropoli milanese e ha sollecitato un approfondimento per ciò che riguarda il possibile miglioramento della gestione ospedaliera dei traumatizzati gravi.

L’escalation è continua

Negli ultimi tre anni nella città di Milano gli incidenti con feriti sono passati da 22.000 a più di 26.000 (nel 2000) e minacciano di diventare 28- 30.000 nel 2001 (dati ancora in elaborazione). Nel 2000 ci sono stati in città per incidenti stradali:

  • 117 morti (rispetto ai 93 dell’anno precedente);
  • per ogni persona che muore si stimano due invalidi gravi; ciò significa che a Milano negli ultimi dieci anni si sono prodotti tra la popolazione:
  • oltre 2.000 casi di invalidità permanente
  • oltre 100 casi di coma vegetativo; e questo quadro si conferma drammaticamente anche per il 2001. Per quanto riguarda infatti i dati relativi al gennaio-agosto 2001, cioè 8/12 del totale annuo:
  • i deceduti sul luogo sono stati 38 rispetto ai 43 del 2000;
  • le infrazioni per guida in stato di ebbrezza sono state 545 rispetto alle 843 dell’anno precedente;le infrazioni per velocità pericolosa: 2.957 rispetto alle 2.378 del 2000.

Le carenze

A fronte di ciò, si rilevano queste drammatiche carenze:

  • nessuna politica preventiva;
  • gravi disfunzioni organizzative;
  • un’allarmante realtà sanitaria;
  • preoccupanti inadempienze nell’uso delle tecnologie di controllo.

Le proposte

Da qui le proposte che vorremmo venissero discusse in termini adeguati da un Consiglio comunale, provinciale e regionale dedicati a questa specifica materia:

1. realizzazione di una campagna pubblicitaria di tipo preventivo di almeno 5 miliardi: un centesimo dell’ammontare che la Regione Lombardia percepisce ogni anno dalle assicurazioni per danni sanitari provocati da incidenti stradali. La campagna pubblicitaria potrebbe riguardare i temi qui elencati:

  • i bambini suoi seggiolini e nei sedili posteriori;
  • no al cellulare mentre si guida;
  • guida in stato di ebbrezza;
  • cinture di sicurezza;
  • uso del casco e responsabilità sulle due ruote;
  • rispetto dei limiti di velocità;
  • semafori e segnaletica stradale;
  • sosta in doppia fila.

Il tutto accompagnato da adeguate forme di controllo e repressione da parte della polizia municipale.

2. Costituzione di un’authority, come è stato fatto a Linate dopo l’incidente aereo dello scorso ottobre, che sia l’organismo con cui confrontarsi e che affronti la questione degli incidenti stradali, secondo i quattro momenti cruciali, con azioni rivolte:

  • a far sì che l’incidente non accada;
  • a minimizzare le conseguenze durante il suo svolgimento;
  • a minimizzare le conseguenze subito dopo che ha avuto luogo;
  • a minimizzare gli esiti dell’incidente.

3. Valutazione dei risultati dell’attuale sistema di pronto intervento. Secondo noi, in Lombardia la fase «calda» dell’incidente non non viene gestita in modo organico. La situazione a Milano peggiora di anno in anno. Il 118 non riesce a «piazzare » i feriti; entro un’ora non arrivano ai reparti specializzati. Chiediamo quindi che venga fatto uno studio su questa nostra denuncia che smentisca o confermi la nostra lettura della realtà sanitaria e che verifichi l’assetto organizzativo ideale di pronto intervento (un solo Emergency Center polispecialistico o il rafforzamento dell’attuale modello organizzativo distribuito sul territorio provinciale).

4. Completamento in tempi rapidi dell’iter burocratico per la rilevazione telematica dei trasgressori del codice della strada, per il quale Governo e Comune sembrano orientati (a parole) in termini positivi. In sintesi, a nostro parere, in ogni regione e/o realtà territoriale bisogna:

  • conoscere il fenomeno tempestivamente e in modo dettagliato
  • darsi degli obiettivi regionali e territoriali chiari e ben delineati;
  • affidare la rilevazione e il perseguimento delle politiche preventive a un’entità ben definita;
  • disporre di risorse adeguate.

Fonte: dati Istat elaborati da Asaps, novembre 2001

Chi siamo

L’Associazione vittime della strada – Onlus nasce a Roma l’8.4.2000 dal Comitato familiari a sua volta sorto nel maggio 1998 presso l’Adiconsum con lo scopo di «fermare la strage stradale e dare giustizia ai superstiti». Un intervento di base, su scala nazionale, gestito da chi è stato colpito in prima persona dalla strada, è necessario. Lo dimostrano i 9.000 morti, 20.000 disabili gravi e 300mila feriti di ogni anno (stima dell’Istituto superiore di sanità), oltre che il costo economico della strage (42mila miliardi all’anno, stima CNEL per il 1999). E, soprattutto lo dimostra la prolungata incapacità delle istituzioni di adempiere al loro dovere di arrestare questo fiume di sangue (la rilevazione Istat del 2000 dà un aumento dei morti del 4,7% su base annua, mentre l’Unione europea ci chiede di ridurli, ogni anno, del 4%). Ad oggi l’Associazione, aderente alla Fédération Européenne Victimes de la route, opera in 57 province e città in tutto il Paese.

Tappe significative nella vita dell’associazione.

1998 Il Comitato distribuisce in Parlamento una «proposta di modifiche legislative per fermare la strage stradale e dare giustizia ai superstiti» che chiede misure in campo preventivo e giudiziario. La proposta viene ripresa da 6 progetti di legge.
1999 Il Comitato organizza un seminario sulla legge per i prelievi d’organo a Milano e un convegno nazionale sulla sicurezza stradale a Roma; partecipa in tutta Italia agli incontri promossi dal Ministero dei lavori pubblici, dall’Istituto superiore di sanità, dal CNEL, da altri Enti e Associazioni; a ottobre interviene efficacemente a livello ministeriale e parlamentare per l’approvazione della legge sul casco.

2000 L’Associazione si attiva con forza per l’approvazione del testo unificato di riforma del Codice della strada (patente a punti, patentino per i ciclomotori, ABS e airbag di serie eccetera) pur ritenendolo non sufficiente ai fini della prevenzione. Oltre alla costante pressione sul Parlamento, verso i partiti e verso il Governo, l’Associazione attua a Roma due incatenamenti collettivi, trovando da ultimo il sostegno di diverse altre strutture (ASAPS, ANVU, Centro Rampi, COPED, Federcasalinghe, Ospol, Adiconsum, Altroconsumo, Federconsumatori e Legambiente). 2001 Il Parlamento approva infine, poco prima di sciogliersi, il testo che diviene quindi la legge-delega n. 85 del 22.3.2001, grazie alla decisa insistenza dell’Associazione. Con lettera 12.6.01 l’Associazione chiede al Primo Ministro Berlusconi, l’attuazione nei 9 mesi previsti, delle modifiche portate dalla legge 85. La lettera contiene anche un disegno di legge – norme di giustizia in ordine ai più gravi reati colposi contro la persona. Il progetto verrà presentato alla Camera il 29.10.2001, anche questa volta dall’onorevole Misuraca. Alcuni rappresentanti dell’Associazione entrano a far parte della Consulta nazionale per la sicurezza stradale costituita presso il Ministero dei Lavori pubblici e il CNEL. A dicembre l’Associazione organizza il convegno nazionale «Giustizia per la vita» a Roma. A Milano l’Associazione ha aderito al Comitato Permanente per la Sicurezza Stradale, costituito e coordinato dal Prefetto di Milano, al quale partecipano tutte le forze territoriali che a vario titolo operano su questo fronte.

associazione vittime della strada - onlus

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