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07/03/2012

Meno di un terzo dei malati cronici si vaccina contro l'influenza

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L'influenza costituisce un rilevante problema di salute a causa dell’elevata contagiosità e delle possibili gravi complicanze nei soggetti a rischio, come gli anziani e i portatori di patologie croniche.1,2 L’influenza è, inoltre, frequente motivo di consultazione medica e di ricovero ospedaliero ed è la principale causa di assenza dal lavoro, con forti ripercussioni sanitarie ed economiche sia sul singolo sia sulla collettività.

L’effetto della vaccinazione stagionale antinfluenzale è stato indagato in numerose ricerche presenti in letteratura scientifica e i risultati confermano il rapporto favorevole tra rischi e benefici della vaccinazione stagionale: l’uso estensivo della vaccinazione è in grado di ridurre in misura notevole morbosità, rischio di gravi complicanze e di morte nella popolazione bersaglio.3

Sulla scorta di queste valutazioni, il servizio sanitario nazionale promuove e offre la vaccinazione antinfluenzale a coloro che presentano il maggior rischio di conseguenze negative da influenza (anziani e portatori di patologie croniche); in questo gruppo di popolazione l’obiettivo è raggiungere la copertura vaccinale desiderabile di almeno il 75% (il 95%, invece, è la quota definita “ottimale”).4

I dati relativi alle coperture vaccinali tra le persone con più di 64 anni sono disponibili e affidabili in ogni regione5 mentre non esistono dati altrettanto solidi sulla copertura vaccinale delle persone affette da malattie croniche al di sotto dei 65 anni d’età, a causa delle difficoltà di stimare il numero complessivo di persone che rientrano in questa definizione e che, quindi, dovrebbero vaccinarsi.

Il sistema di sorveglianza PASSI copre questo bisogno informativo, relativamente alla fascia d’età 18-64 anni, fornendo, tempestivamente, una stima della prevalenza di alcune patologie croniche e la copertura vaccinale in tale gruppo di popolazione.

Sulla base dei dati raccolti nel periodo 2007-2010, la stima delle persone con almeno una patologia cronica è risultata, complessivamente del 17,6%* (il 7,8% ha riferito una malattia respiratoria, il 5% il diabete, il 4,4% una malattia cardiaca, il 3,4% un tumore, l’1,4% l’insufficienza renale).

La copertura vaccinale riferita dalle persone affette da almeno una delle patologie croniche indagate, è risultata complessivamente del 30%, senza significative variazioni da un anno all’altro.6

In particolare, riferisce di essersi vaccinata una quota maggiore di persone con diabete o malattie cardiovascolari (copertura rispettivamente del 41% e 39%) mentre la vaccinazione tra le persone affette da insufficienza renale, malattie respiratorie o da tumori risulta meno diffusa (percentuali rispettivamente del 32%, 29% e 28%).

Il ricorso alla vaccinazione, pertanto, è ancora ampiamente al di sotto dei livelli attesi, sebbene con variabilità tra le diverse condizioni patologiche.

Applicando i dati sulle coperture vaccinali alla diffusione delle diverse malattie croniche nella popolazione, il maggior numero di non vaccinati si registra, paradossalmente, tra gli ammalati di patologie respiratorie: prevalenza più alta e minori coperture vaccinali sono alla base di tale fenomeno (vedi grafico 1).

* Il valore è inferiore alla somma delle singole categorie, per la possibile compresenza di più patologie nelle singole persone

*Calcolo ottenuto applicando stime di prevalenza delle patologie croniche e valori delle coperture vaccinali rilevate dal sistema PASSI alla numerosità della popolazione tra 18 e 64 anni, residente in Italia, al 1.01.2011 (www.demoistat.it)

La disponibilità delle stime di copertura può costituire un utile riferimento per indirizzare e ottimizzare gli sforzi dei clinici e dei medici di sanità pubblica, affinché aumenti significativamente la proporzione di persone con patologie croniche vaccinate annualmente.

I servizi di sanità pubblica delle ASL dovrebbero migliorare la promozione della vaccinazione antinfluenzale e l’individuazione delle persone affette da malattie croniche a cui offrire il vaccino, puntando alla creazione di registri di patologia: l’incrocio dei dati delle anagrafi  vaccinali con quelli dei registri degli esenti ticket rappresenterebbe una fonte immediatamente utilizzabile.

I clinici (specialisti pneumologi, oncologi, nefrologi, cardiologi e diabetologi e i medici di medicina generale) dovrebbero, altresì raccomandare e offrire attivamente la vaccinazione antinfluenzale stagionale a tutte le persone con patologie croniche, così come previsto da numerose linee guida assistenziali prodotte dalle rispettive società scientifiche.

Bibliografia

  1. Cox NJ, Subbarao K. Influenza. Lancet 1999; 354:1277-1282.
  2. Simonsen L, Fukuda K, Schonberger LB, Cox NJ. The impact of influenza epidemics on hospitalisations. J infect Dis 2000: 181: 831-837.
  3. Nichol KL, Margolis KL, Wuorenma J, Von Sternberg T. The efficacy and the cost effectiveness of vaccination against influenza among elderly persons living in the community. N Eng J Med 1994; 331:778-784.
  4. Ministero della salute: circolare annuale “Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2011-2012”, disponibile all’indirizzo http://www.normativasanitaria.it/normsan-pdf/0000/39451_1.pdf
  5. Dati disponibili all’indirizzo http://www.salute.gov.it/influenza/paginaInternaMenuInfluenza.jsp?id=679&menu=strumentieservizi
  6. Rapporto nazionale Passi 2010: vaccinazione antinfluenzale stagionale”, disponibile all’indirizzo http://www.epicentro.iss.it/passi/R2010vaccinazioneAntinfluenzale.asp

Metodi

Dal 2007 è attivo un sistema di sorveglianza della popolazione adulta, PASSI, che rileva in continuo la frequenza dei fattori di rischio per le malattie croniche, legati ai comportamenti individuali, e l’adesione alle misure di prevenzione. Un campione di residenti di 18-69 anni viene estratto con metodo casuale stratificato dalle anagrafi sanitarie delle ASL di tutte le 21 regioni/province autonome italiane. Personale addestrato delle ASL effettua interviste telefoniche con un questionario standardizzato. I dati vengono trasmessi via internet a un archivio unico nazionale. Nel 2010 hanno partecipato alla raccolta dei dati 138 ASL, in cui risiede oltre l’85% della popolazione italiana di pari età. Per le analisi è stato utilizzato il software STATA 11.0.

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