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16/12/2024

Il rischio di povertà nei bambini e adolescenti e le loro aspirazioni

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Il rapporto dell’Istat sulle condizioni di vita dei minori riferito al 2022 afferma che in Italia più di 1,3 milioni di bambini e bambine e adolescenti (il 13,4%) vivono in povertà assoluta e il 28,5% è a rischio di povertà o esclusione sociale, con evidenti differenze tra i residenti nelle regioni del Sud e delle Isole (46,6%) rispetto al Centro (21,4%) e al Nord (18,3%).1 Il rischio aumenta al crescere del numero dei figli e nelle famiglie con cittadinanza straniera. L’Istat mette anche in luce che, all’interno della classe d’età dei minori di 17 anni, sono i bambini e le bambine più piccoli, al di sotto dei 3 anni d’età, a essere maggiormente colpiti da povertà assoluta (14,7%).
Partendo da questi numeri, Save the Children, nel corposo documento Domani (im)possibili, che ha visto la collaborazione di molte professionalità, ha esplorato le diverse dimensioni della povertà dal punto di vista delle ragazze e dei ragazzi, esaminando anche l’impatto che questa condizione determina sul vissuto presente e sulle prospettive di vita.2 La ricerca è stata svolta su un campione di 1.496 ragazzi/e di 15-16 anni rappresentativi della popolazione in questa fascia di età (iscritti alle classi 2a e 3a delle scuole campionate) e un campione di ragazzi in abbandono scolastico.

I dati sulla deprivazione

Secondo il documento Domani (im)possibili, in Italia quasi un 15-16enne su dieci (9,4%) vive in condizioni di grave deprivazione materiale, definita in accordo con gli indicatori utilizzati nell’Unione europea e che sono di seguito esplicitati. 
Per il 18% dei rispondenti al questionario, i genitori hanno difficoltà nel sostenere le spese per l’acquisto di beni alimentari, vestiti o per il pagamento delle bollette. C’è chi vive in case dove può capitare di avere freddo per mancanza di riscaldamento (7,6%) o di avere fame ma di trovare il frigo vuoto (6,4%), chi rinuncia a uscire con gli amici (15%), chi non fa sport perché troppo costoso (16%), chi ha problemi ad andare in vacanza per più giorni per motivi economici (31%) e chi non riesce a comprare scarpe nuove, pur avendone bisogno (12%). 
La povertà materiale incide anche sulle opportunità educative: il 24% dei 15-16enni ha iniziato l’anno scolastico senza aver potuto acquistare tutti i libri o il materiale necessario. Il 24% dichiara che i genitori hanno difficoltà economiche per farli partecipare alle gite scolastiche e il 17,4% non si iscrive a corsi di lingua perché costosi. C’è anche chi in casa non ha uno spazio tranquillo per studiare (15%). Più di un 15-16enne su tre vede i genitori spesso o sempre preoccupati per le troppe spese e il 44% cerca di aiutarli, risparmiando (84%) e svolgendo qualche attività lavorativa – anche prima dell’età legale consentita – per coprire le proprie spese o per contribuire a quelle di casa. 

Le aspirazioni per il futuro e le aspettative

Più del 90% dei ragazzi/e ritiene importante avere un lavoro stabile, che permetta di guadagnare il giusto e che sia gratificante e in linea con i propri gusti e interessi. Importante risulta anche la volontà di avere una famiglia dove ci si vuole bene, una casa confortevole e buoni amici, oltre ad avere figli ed essere un buon genitore (79%). 
Tra i ragazzi/e al di sotto della soglia di deprivazione materiale e i loro coetanei al di sopra di tale soglia, vi sono differenze riguardo al desiderio di proseguire gli studi e ottenere una laurea (43% vs 61%). Il 37% degli adolescenti sogna di trasferirsi all’estero. La percentuale sale al 59% tra i ragazzi/e con background migratorio di seconda generazione e scende al 35% tra gli italiani; dati che devono far riflettere sul rischio di perdita di risorse, conoscenze e competenze nei prossimi anni. 
Passando alle aspettative, si evince come la povertà incida su ciò che più concretamente gli adolescenti pensano che riusciranno a fare in futuro. La metà in svantaggio socioeconomico afferma che riuscirà a fare quello che desidera nella vita (55%) o quello per cui si sente portato (59%), a fronte del 75% e 78% di chi ha condizioni socioeconomiche più favorevoli. Solo il 36% dei giovani intervistati in condizione di deprivazione materiale afferma che andrà all’università vs il 57% dei minori in migliori condizioni socioeconomiche e un 44% vorrebbe andare all’università, ma non è certo di potersela permettere. 
Rispetto al lavoro, le aspettative sono più cupe tra gli adolescenti che vivono in condizioni di deprivazione rispetto ai loro coetanei: il 67% teme che, se anche lavorerà, non riuscirà ad avere sufficienti risorse economiche, a fronte del 26% dei coetanei in migliori condizioni socioeconomiche. 
Le ragazze hanno generalmente aspettative più alte dei coetanei maschi rispetto al percorso di studi, ma il quadro cambia quando ci si confronta con il mondo del lavoro, dove le aspettative delle ragazze – indipendentemente dalla condizione economica – sono più basse rispetto ai maschi, così come più basse sono le aspettative sulla possibilità di riuscire a portare avanti i propri progetti di vita.
La consapevolezza circa il percorso a ostacoli che dovranno affrontare per realizzare le proprie aspirazioni è accompagnata per più del 40% di ragazze/i da sentimenti negativi: ansia, sfiducia e paura. Si aggiunge la preoccupazione per le sfide che la loro generazione dovrà affrontare: quelle della crisi climatica (43%), l’intelligenza artificiale (37%), le discriminazioni e la violenza (35%).
Il 32% segnala la crisi economica come una delle sfide più importanti e il 31% è preoccupato dalla crescita delle disuguaglianze. A fronte di una diffusa mancanza di fiducia nei confronti delle istituzioni (il 60% del campione non ne ha), secondo ragazze/i, le istituzioni pubbliche (a partire dalla scuola), dovrebbero sostenere le nuove generazioni nell’affrontare tali sfide, in particolare quella delle disuguaglianze e della povertà, attraverso misure quali il sostegno economico per le famiglie, ritenuta la misura più importante dalla metà degli intervistati. Ne emerge un quadro con aspettative sul futuro su cui incidono fortemente le circostanze personali, familiari e di contesto da cui si parte, a tutto svantaggio di chi versa in condizioni socioeconomiche sfavorevoli.

I bisogni nella fascia di età 0-3 anni

Parallelamente alla ricerca sugli adolescenti, lo stesso documento riporta anche i risultati di un’indagine campionaria quanti-qualitativa su 1.612 famiglie, in collaborazione con Caritas italiana, volta a comprendere i bisogni, le fragilità, le rinunce, così come le reti di supporto delle famiglie con minori 0-3 anni che si rivolgono alla rete Caritas.2 Emerge la difficoltà nell’acquisto di prodotti di uso quotidiano: pannolini (58%), abiti per bambini (52%), alimenti quali il latte in polvere (41%), giocattoli (37%). Il 38% ha difficoltà ad acquistare medicinali o ausili medici per neonati. Sui bilanci pesano il pagamento delle rette per gli asili nido o degli spazi baby (38,6%) e il compenso di eventuali servizi di babysitting (32%). Solo un bambino su quattro è iscritto al nido; chi ha deciso di non optare per l’iscrizione lo fa perché se ne occupa la mamma disoccupata o inoccupata (69%) oppure a causa della retta troppo alta (27%). Il 65% dei genitori, la maggior parte donne, rinuncia quindi a opportunità formative e lavorative, perché non sa a chi affidare i figli. Quasi una famiglia su sette non accede al pediatra di famiglia.

Urgenza e programmazione degli interventi

Questi dati mettono in luce le profonde disuguaglianze radicate nel nostro Paese e l’urgenza di interventi di ampie dimensioni volti a garantire, a tutte le bambine/i e adolescenti, il diritto ad aspirare a costruire il proprio futuro. È fondamentale che questo diventi un obiettivo prioritario dell’agenda politica, attraverso una strategia di lungo periodo: un progetto basato su un disegno di riforma organico di contrasto alle disuguaglianze e alla povertà minorile. Gli investimenti dovrebbero prevedere la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni nelle materie relative all’infanzia e all’adolescenza e il loro adeguato finanziamento, a partire dalle mense scolastiche, dal tempo pieno, dalla fornitura dei libri di testo e dal diritto allo studio universitario. Per supportare le aspirazioni, sono anche necessarie risorse volte ad assicurare una dote educativa per la fruizione di prestazioni e servizi di natura culturale, sportiva, ludico-ricreativa. Per sostenere questi costi e garantire uguali opportunità e diritti, molti Paesi europei prevedono dei supporti specifici. Per esempio, in Austria, in Francia e in Belgio, assieme all’assegno universale, viene automaticamente erogato un contributo per ogni minore di età compresa tra i 6 e i 15 e, rispettivamente, fino a 18 e 24 anni, condizionato alla frequenza del minore a scuola e volto a sostenere le spese legate all’istruzione, come libri di testo, forniture scolastiche, trasporto scolastico. Germania e Finlandia prevedono per le famiglie in condizioni di povertà anche un sostegno per le spese di gite scolastiche di più giorni e per le attività culturali, musicali e sportive. In Italia, il sostegno alle famiglie a basso reddito per spese connesse all’educazione e al tempo libero di bambini, bambine e adolescenti è limitato a livello statale alle deduzioni fiscali per le spese legate allo sport e all’educazione. Solo a livello regionale o locale esistono misure specifiche per il sostegno all’educazione e al benessere dei minori, incluse le attività sportive.
Un intervento nei primi anni di vita (0-3 anni) dovrebbe prevedere un incremento dell’assegno unico e universale. 
Implementare queste proposte richiede una volontà e un impegno coordinato da parte del governo, delle istituzioni, del mondo produttivo e della società civile per assicurare opportunità concrete per costruire un futuro migliore a tutte le bambine, i bambini e gli adolescenti del nostro Paese. 

Conflitti di interesse dichiarati: nessuno.

Bibliografia

  1. Istat. Le condizioni di vita dei minori. Roma, Istat, 2023. Disponibile all’indirizzo: www.istat.it/wp-content/uploads/2023/12/Deprivazione_minori_6_12.pdf
  2. Save The Children. Domani (im)possibili – Indagine nazionale su povertà minorile e aspirazioni. Save the Children Italia ETS 2024. Disponibile all’indirizzo: www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/domani-impossibili
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