Rubriche
28/03/2019

Il ’68 e dintorni per la salute e la sicurezza dei lavoratori

Sono passati ormai 50 anni da quel 1968 che simboleggia una svolta sociale di portata mondiale, grazie alle contestazioni di studenti e lavoratori che, dal basso, hanno portato a una modernizzazione nella visione di molti aspetti sociopolitici.
Questa “lotta di classe” ha avuto importanti risvolti sul mondo del lavoro e ha, innanzitutto, messo sotto agli occhi di tutti le reali situazioni in cui gli operai si trovavano quotidianamente. Si pone attenzione alle malattie descritte dai lavoratori cercando di scoprire nessi ambientali e chiedendo la sostituzione di materiali nocivi con altri che non lo sono (o lo sono meno), si cerca di coinvolgere i vertici delle aziende e farli dialogare con i propri dipendenti, si chiedono orari di lavoro meno duri, si istituiscono misure antinfortunisitche e visite periodiche. Misure preventive che al giorno d’oggi appaiono ovvie, ma che sono frutto di lotte e propaganda dei lavoratori stessi, che rivendicavano diritti fino ad allora negati.
Soffermandosi sul panorma italiano, Franco Carnevale propone alcune letture. Fra queste, Diario di un’operaia di fabbrica è una testimonianza di prima mano di un’operaia cattolica, uscita anonima, di quanto avveniva nelle fabbriche, nello specifico, in un’industria metalmeccanica. Nel minuzioso racconto, svela le negatività (modalità di lavoro o materiali nocivi) di ciascuno dei reparti, ci presenta alcuni colleghi e colleghe, raccontandone le storie e notando come le loro vite private siano cambiate (in peggio, ovviamente) a causa delle malattie professionali.
Si passa, poi, a tre documenti più tecnici, tutti pubblicati nel 1969. Il primo è frutto di un gruppo di studio studenti-assistenti dell’Istituto di medicina del lavoro dell’Università di Padova. Scorrendo le 25 pagine, si incontrano informazioni di prima mano sulla vita in fabbrica e ci si focalizza su due argomenti, le patologie e la psicologia del lavoro. Si parla anche del medico di fabbrica e si denuncia la convenzione Montedison-Università di Padova.
Il secondo, La salute nelle fabbriche, a cura di Giovanni Berlinguer, considera come autori gli operai e le operaie delle 225 aziende prese in esame che hanno parlato della propria condizione umana nel corso dell’inchiesta che il PCI ha condotto negli ultimi mesi del 1967. Nei 9 capitoli che compongono il volume, si spazia dall’analisi dell’ambiente di fabbrica alle sostanze utilizzate, dai ritmi di lavoro agli infortuni, fino ad arrivare agli aspetti politici di tutela dei lavoratori.
La Dispensa FIOM sull’ambiente di lavoro è legata specificamente al territorio torinese, ma è diventata strumento ufficiale di formazione degli operatori sindacali e dei lavoratori, di confronto con la comunità scientifica, di rivendicazione in numerosi luoghi di lavoro. Anche qui, oltre ad analizzare i fattori nocivi, si dedica parte della trattazione a indicare soluzioni per migliorare l’ambiente di lavoro. Semplici figure affiancano la trattazione.
Da ultimo, si propone una breve cronologia delle tappe più importanti avvenute tra il 1967 e il 1969, per non dimenticare.

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