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11/04/2017

Effetti benefici di COP21 sulla salute: presto gli indicatori per misurarli

Come si è ampiamente commentato, la conferenza di Parigi COP21 sul cambiamento climatico non ha stabilito precisi obiettivi intermedi né soprattutto meccanismi di verifica del loro raggiungimento.1

Un tema centrale di COP21 è stato quello dei co-benefici per la salute collettiva derivanti dalla mitigazione del cambiamento climatico.2 I co-benefici sono immediatamente tangibili (più dell’impatto sul clima), si verificano localmente e pertanto rappresentano un incentivo più potente della mitigazione del cambiamento climatico come tale, i cui benefici vengono percepiti solo sul lungo periodo e sono globali piuttosto che locali.

Si prenda per esempio la carne. La sua produzione contribuisce in modo importante all’emissione di gas serra, ma ridurne produzione e consumi avrebbe anche una serie di effetti collaterali: migliorerebbe la salute delle popolazioni e ridurrebbe sia il rischio di zoonosi professionali sia di epidemie di malattie infettive. Inoltre, gli allevamenti comportano un grande consumo di terra e di acqua, circa 200 volte più della coltivazione di legumi. Pertanto, i co-benefici riguarderebbero anche gli ecosistemi e non solo la salute.

Tra le fonti di produzione di elettricità, il settore del carbone è quello che dà origine alla maggiore quantità di CO2. Eliminando l’uso del carbone si potrebbe rimuovere la fonte principale di anidride carbonica, ma si avrebbe anche un numero notevole di co-benefici che non si realizzerebbero con il semplice sequestro della CO2 – come da alcuni proposto. L’abolizione del carbone, infatti, eliminerebbe anche un’importante fonte di inquinamento atmosferico da particolato e altri inquinanti, responsabile di un numero elevato di malattie cardiache e di molte malattie professionali.

Le ricerche mostrano che la mitigazione del cambiamento climatico è economicamente sostenibile se si tiene conto dei co-benefici. Una carbon tax calcolata in assenza dei co-benefici è largamente sottostimata.

Questi temi sono oggetto di una monografia della rivista Lancet, frutto di un gruppo di lavoro di cui faccio parte, che mira a pubblicare una lista di indicatori intermedi per monitorare il progresso di COP21 dal punto di vista della salute. La monografia uscirà la prossima estate e sarà un importante contributo in preparazione di COP23. Proponiamo ai lettori di E&P un documentario che affronta questi stessi temi, realizzato dal sottoscritto e dai miei collaboratori del Grantham Institute di Londra.

Paolo Vineis
Grantham Institute, Imperial College Londra
Corrispondenza: p.vineis@imperial.ac.uk

Bibliografia

  1. Tromba C. COP21: un successo a metà. Epidemiol Prev 2016;40(1):14.
  2. Vineis P. Epidemiologia della globalizzazione. Epidemiol Prev 2016;40(2):80-81.
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