Rubriche
07/03/2012

Cucina clandestina

Basta poco per fare tanto. Anche dalle crepe dell’asfalto può nascere un fiore. Anche dove il mercato è dominato dal cibo spazzatura può nascere un germoglio per nutrire il pianeta. Arriva un ragazzo in bicicletta, apre un ombrello che sembra un grande fiore di girasole, con un nastro disegna un grande fiore arancione sul marciapiede, stende sull’asfalto un tappeto fiorito, e apre una valigia di cibo buono-pulito-giusto (come dice slow food), ma anche salutare (per noi e per il pianeta), e il tutto rende più bello quell’angolo di strada.

Muffin di Cascina Rosa, focaccia di farro a lievitazione naturale, polpette di cereali e legumi, crostata di marmellata senza zucchero, strudel, arancini, frittelle di ceci e castagne, biscotti di mandorle, tè verde; pochi ingredienti, tutti biologici, biodinamici, o di permacultura, assenti zucchero, grassi idrogenati, sciroppo di glucosio e fruttosio, mono- e di-gliceridi di acidi grassi, aromi “naturali”, conservanti, edulcoranti, emulsionanti. Tutti cibi che anche la bisnonna di Michael Pollan (In difesa del cibo, Adelphi) riconoscerebbe come commestibili… un euro al pezzo.

Un fiore nasce in ogni piazza di Milano: una bicicletta fa un fiore, due biciclette una tavola calda, tre biciclette una trattoria, con primo, secondo, dolce, con piatto e posata biodegradabile. La gente si aggrega, discute le ricette, legge il manifesto di Cucina clandestina, le raccomandazioni di prevenzione alimentare...

Nutrire il pianeta significa permettere a unmiliardo di affamati di sfamarsi e a un miliardo di obesi di risanarsi. Ai primi occorre la libertà di coltivarsi un pezzo di terra, agli altri la libertà di scegliere un cibo semplice, il cibo dell’uomo, l’eccellenza gastronomica della cucina “povera”. Non occorrono aiuti alimentari, tecnologie OGM, cibi funzionali, che possono anzi perpetuare la fame e le diseguaglianze. Non occorrono neanche specialisti, dietologi, nutrizionisti, tecnologi alimentari, gastroenterologi, endocrinologi, che hanno assistito impotenti al dilagare dell’obesità e delle malattie metaboliche, le cui cause oggi sono ben note: patatine, bevande zuccherate, cibi industrialmente raffinati, arricchiti di zuccheri e grassi, carni conservate, troppa carne in generale, eccesso di proteine, frequentazione dei fast food e della televisione.

Tutti possiamo fare qualche cosa: consumare meno cibo animale e basare la nostra alimentazione quotidiana prevalentemente su cibo vegetale non industrialmente raffinato, perché per produrre una caloria di cibo animale occorrono dieci calorie di cibo vegetale, e si inquina la terra, l’acqua e l’aria.

Expo 2015 clandestina: expo senza carni conservate, zucchero, sciroppo di glucosio-fruttosio, bevande zuccherate, grassi idrogenati, conflitti di interesse dei nutrizionisti, supermercati del futuro, spazzatura. Anche nei luoghi dell’Expo i visitatori consapevoli potranno trovare un cibo buono-pulito-giusto e salutare. Milano ne erediterà l’esperienza. L’idea è che venti, trenta, cinquanta ragazzi immigrati senza lavoro, in attesa di permesso di soggiorno - quelli che vendono i libri e i giornali da strada - vadano tutte le mattine a una cucina riqualificata, di quelle che preparano il cibo per i bambini delle scuole o per i vecchi, prelevino una o più cassette con cento pezzi, le carichino su bikeMi attrezzate con carretto o portapacchi, e si disperdano per tutti i luoghi dell’Expo, del turismo, e nei cortili delle scuole all’ora della merenda. Chiunque non abbia lavoro può partecipare, alle seguenti condizioni:

  • che rispetti il cibo semplice,
  • che non abbia perso il sorriso.

Far vedere che si può passare dal cibo spazzatura al cibo, che si può fare, che esiste una alternativa: dal Junk food in Junk spaces, con patatine, salatini, merendine, pasticceria industriale, cibi pronti da scaldare al microonde, a ricette con prodotti naturali e non più di 5 ingredienti,* dal nutrirsi di spazzatura a nutrirsi di bellezza: cibo leggero, che non appesantisca, e sazi senza appiattire/uccidere gli appetiti indispensabili per amare, desiderare, trasformare e trasformarsi, vivere.

Prevenzione nelle strade, tra le persone, mangiare qualcosa di così buono da essere entusiasmante: buono e semplice da fare.

Portare il cibo. Portarlo nelle strade, nelle piazze delle città e dei paesi, alle persone, grandi e bambini, senza bisogno di immaginare luoghi appositamente pensati e costruiti, ma riconoscendo e usando quelli che già esistono, quelli che sono presenti nella nostra vita e che attraversiamo quotidianamente. Sono questi i luoghi dove offrire il cibo che nutre il nostro corpo, le nostre emozioni, i nostri pensieri e che contribuisce alla bellezza della nostra vita.

Esempio di dolce clandestino

in attesa di permesso di soggiorno

  • una manciata di farina di mandorle,
  • un pizzico di sale,
  • una mela cotta.

Fare delle palline di due cm di diametro da cuocere al forno per 10’ a 150°.

Alternativa con 4 ingredienti: rotolare le palline in un piatto con semi di sesamo.

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