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01/07/2025

Come proteggersi dal morso di zecca e dalla TBE? Esperienze e conoscenze dei residenti nell’arco alpino orientale

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L’encefalite da zecca in Italia e in Europa

L’encefalite da zecca o tick borne encephalitis (TBE) è una malattia virale (genere Orthoflavivirus) che si trasmette all’uomo attraverso il morso di una zecca infetta o attraverso il consumo alimentare di latte non sottoposto al processo di pastorizzazione. Una volta instaurata l’infezione, il decorso risulta asintomatico nella maggior parte delle persone infette, ma in circa il 10% dei casi si riportano segni di malattia grave con meningoencefalite bifasica e paralisi flaccida.
Ad oggi, la TBE è considerata la zoonosi virale trasmessa da morso di zecca più importante a livello europeo (figura 1) e alcune aree del Nord-Est italiano sono ormai riconosciute come endemiche per la presenza di questo patogeno che ha sul territorio una distribuzione a spot di circolazione.

Figura 1. Distribuzione geografica dei casi confermati di TBE nell’uomo a livello europeo. CC BY 4.0 license. Fonte: ECDC, dati aggiornati al 02.12.2023
 

Le zecche, e in particolar modo la specie Ixodes ricinus (I. ricinus), sono il principale vettore del virus TBE (sottotipo TBEV-Eu) in Europa. Negli ultimi decenni, l’habitat di I. ricinus, che raggiunge solitamente la massima densità di popolazione in collina e nelle zone prealpine settentrionali, si è considerevolmente ampliato (figura 2). 

Figura 2. Distribuzione geografica di I. ricinus in Europa. CC BY 4.0 license. Fonte: ECDC, dati aggiornati a ottobre 2023
 

In relazione ai cambiamenti climatici, è stata segnalata la presenza di zecche a quote elevate, tanto che una recente revisione della letteratura ha identificato la TBE come una malattia particolarmente sensibile al cambiamento climatico, che può facilmente comparire o stabilizzarsi in nuove aree.1, 2 Anche il periodo di attività delle zecche, solitamente concentrata nei mesi più caldi, può variare in relazione ai cambiamenti climatici in atto, ampliando la loro attività stagionale e, di conseguenza, la possibile esposizione al morso. 
Diversi fattori (biotici e abiotici) influiscono sulla distribuzione della TBE:  presenza/abbondanza del vettore (zecca), condizioni ambientali (temperatura, umidità, caratteristiche della copertura biofisica della superficie terrestre, frammentazione degli habitat) e presenza di ospiti vertebrati selvatici e/o domestici fra cui microroditori, uccelli, rettili, ungulati selvatici, ovini e caprini che contribuiscono alla sopravvivenza della popolazione di zecche, quindi al ciclo di trasmissione del TBEV.3 Parallelamente, le nuove abitudini e i comportamenti dell’uomo, come l’aumento delle attività ricreative in ambienti naturali e la mancata adozione di misure protettive (utilizzo di repellenti cutanei e profilassi vaccinale per TBE) sono fattori che possono influenzare l’epidemiologia di questa malattia.4,5 Anche nuove abitudini di consumo legate all’apprezzamento di prodotti locali a base di latte crudo possono esporre al rischio di trasmissione del TBEV per via alimentare. A livello europeo sono stati, infatti, segnalati focolai a trasmissione alimentare, soprattutto con prodotti di origine caprina, ma le informazioni relative a questo tipo di rischio sono ancora molto limitate.6,7 
Le strategie di protezione dalla TBE includono la prevenzione dal morso di zecca e la rimozione rapida delle zecche dal corpo, al fine di ridurre il rischio di infezione. Tuttavia, la vaccinazione è considerata il metodo più efficace ed è infatti consigliata per i soggetti a rischio, esposti in particolare per attività professionale, come boscaioli, forestali, veterinari e allevatori, ma anche per coloro che frequentano le aree naturali per attività ludico-ricreative, come cacciatori, escursionisti, raccoglitori di funghi e campeggiatori.8,9  
Negli ultimi anni, si è registrato un aumento dei casi di TBE anche in Italia: nel 2024 sono documentati 50 casi di infezione neuroinvasiva e due decessi.10  

Esperienze e comportamenti dei residenti nell’area alpina orientale

Ma quanto sono consapevoli i cittadini del rischio associato al morso di zecca? Quali sono i comportamenti protettivi che adottano? Per rispondere a queste domande, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie ha realizzato uno studio sociale11 nella zona dell’arco alpino orientale, intervistando, attraverso un questionario online, i residenti delle province di Bolzano, Trento, Belluno, Pordenone, Udine e Gorizia. Al fine di potenziare le attività di prevenzione e controllo, è di fondamentale importanza affiancare alle attività di ricerca e sorveglianza entomologica anche lo studio dei fattori umani e sociali (approccio one health, salute umana, animale e ambientale) che possono condizionare l’attuazione di comportamenti corretti di prevenzione del rischio. 
La maggior parte dei rispondenti (98%) dichiara di praticare attività all’aperto nei mesi tra aprile e ottobre, principalmente per escursioni, e di percepire un’elevata presenza di zecche negli ambienti naturali che frequenta abitualmente. 
Circa due rispondenti su tre dichiarano di adottare comportamenti di protezione nei confronti del morso di zecca, principalmente il controllo delle zecche sul corpo dopo le attività all’esterno, l’impiego di abiti coprenti e l’utilizzo di repellenti specifici per le zecche. 
Le malattie principali trasmesse da morso di zecca risultano largamente conosciute dal campione intervistato: la TBE è associata al morso di zecca dal 94% e la borreliosi (malattia di Lyme) dal 91,2% dei rispondenti. Trattandosi di aree a rischio, in molte delle quali le infezioni trasmesse da zecche sono considerate endemiche, gli enti sanitari presenti sul territorio hanno sviluppato negli anni diverse campagne informative, la cui importanza è confermata anche dalla buona conoscenza rilevata nei cittadini rispetto alle patologie associate al morso di zecca. Inoltre, è da considerare che nei territori studiati è promosso anche l’uso del vaccino, che viene fornito gratuitamente a tutta la popolazione residente. Infatti, la vaccinazione per TBE risulta uno strumento di profilassi abbastanza utilizzato: circa il 60% di coloro che dichiarano di adottare comportamenti protettivi si è vaccinato. Coloro che non si vaccinano motivano questa scelta in relazione alla percezione di un basso rischio di esposizione a malattie trasmesse da zecche e al fatto di non averci mai pensato. Un’altra motivazione citata è la mancata raccomandazione da parte del medico di base, elemento che sottolinea la relazione di fiducia e il ruolo dei medici di base nella promozione di misure di protezione. 
L’esperienza del morso di zecca risulta, tuttavia, molto comune tra i residenti dell’area considerata. La maggior parte, infatti, dichiara di essere stato morso anche più di una volta e di aver rimosso la zecca personalmente o grazie a un familiare o conoscente. Alcuni rispondenti (8,5% su 1.441 rispondenti morsi da zecca) dichiarano di aver applicato alcol, petrolio, olio o altre sostanze per facilitare l’estrazione. Ma questa operazione, oltre a non favorire il distacco della zecca, può esporre maggiormente alla trasmissione di eventuali patogeni, in quanto il tentativo di soffocamento della zecca può provocarne il rigurgito con conseguente immissione di materiale potenzialmente infetto nella ferita.
La conoscenza del rischio di trasmissione per via alimentare del TBEV risulta piuttosto scarsa; tuttavia, anche il consumo di prodotti a base di latte crudo appare limitato, dato che in generale dichiara di consumarli il 16% dei rispondenti. Sono consumati soprattutto formaggi freschi da latte crudo di vacca che vengono acquistati in malga. La zona in cui si registra il maggior consumo è la Provincia di Bolzano.

Come proteggersi dai morsi di zecca e dalle malattie associate

L’adozione di comportamenti protettivi corretti è di fondamentale importanza non solo per i residenti e lavoratori open air nelle aree a rischio, ma per tutti i frequentatori delle zone in cui si rileva la presenza di zecche, come amanti della montagna e di attività all’aperto. I territori in cui la TBE è ormai considerata endemica sono, infatti, molto apprezzati anche per vacanze e turismo estivo. 
Quando si frequentano aree naturali con boschi e radure, alcune semplici precauzioni possono aiutare a ridurre la possibilità di entrare in contatto con le zecche ed eventualmente identificarle in modo precoce:

  • camminare lungo sentieri tracciati e segnalati, evitando di inoltrarsi nell’erba alta e nella vegetazione;
  • indossare vestiti adatti come pantaloni lunghi preferibilmente infilati dentro i calzini e scarpe chiuse, ricordando che l’identificazione delle zecche è più facile se si indossa vestiario di colore chiaro;
  • al ritorno da una passeggiata, è fondamentale controllare l’eventuale presenza di zecche sia sul corpo sia sui vestiti e sulle attrezzature portate in escursione, nonché su eventuali animali domestici.

L’utilizzo di repellenti cutanei registrati e specifici per zecche è uno strumento valido per prevenire l’attaccamento della zecca e conseguentemente il suo morso. Per la prevenzione della TBE, è molto importante anche la vaccinazione, raccomandata per soggetti esposti, soprattutto a livello professionale. 
Per quanto riguarda il rischio di trasmissione attraverso latte o derivati del latte non pastorizzati, è importante sottolineare che il TBEV viene inattivato rapidamente dal calore, quindi per questi prodotti è raccomandato il consumo previa pastorizzazione o bollitura. 
Ma cosa fare quando si trova una zecca sul corpo? Le zecche vanno rimosse quanto prima, facendo attenzione a non danneggiarle. Estrarre la zecca dalla pelle con una pinzetta, meglio se adatta alla rimozione delle zecche, attraverso un movimento di leggera rotazione e trazione.12 
Come rilevato anche dallo studio sopraccitato, talvolta sono utilizzati dei liquidi che si ritiene possano favorire l’estrazione della zecca. L’uso di petrolio, olio e altri liquidi non è però indicato: è importante estrarre la zecca viva e intera, senza schiacciarla. 

Conflitti di interesse dichiarati: nessuno.

Bibliografia e note

  1. ÄŒerný J, Lynn G, Hrnková J, Golovchenko M, Rudenko N, Grubhoffer L. Management Options for Ixodes Ricinus-Associated Pathogens: A Review of Prevention Strategies. Int J Environ Res Public Health 2020;17(6):1830. doi: 10.3390/ijerph17061830
  2. Omazic A, Bylund H, Boqvist S et al. Identifying climate-sensitive infectious diseases in animals and humans in Northern regions. Acta Vet Scand 2019;61(1):53. doi: 10.1186/s13028-019-0490-0
  3. Süss J, Klaus C, Gerstengarbe FW, Werner PC. What makes ticks tick? Climate change, ticks, and tick‐borne diseases. J Travel Med 2008;15(1):39-45. doi: 10.1111/j.1708-8305.2007.00176.x
  4. Jenkins VA, Silbernagl G, Baer LR, Hoet B. The epidemiology of infectious diseases in Europe in 2020 versus 2017-2019 and the rise of tick-borne encephalitis (1995-2020). Ticks Tick Borne Dis 2022;13(5):101972. doi: 10.1016/j.ttbdis.2022.101972
  5. European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC). Personal protective measures against tick bites. Stockholm, ECDC, 2015. Disponibile all’indirizzo: https://www.ecdc.europa.eu/en/disease-vectors/prevention-and-control/protective-measures-ticks
  6. Ličková M, Fumačová Havlíková S, Sláviková M, Klempa B. Alimentary Infections by Tick-Borne Encephalitis Virus. Viruses 2021;14(1):56. doi: 10.3390/v14010056
  7. Mylonaki E, Seiberl M, Jones N et al. Tick-Borne Encephalitis Virus RNA Found in Frozen Goat’s Milk in a Family Outbreak. Int J Mol Sci 2022;23(19):11632. doi: 10.3390/ijms231911632
  8. European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC). Factsheet about tick-borne encephalitis (TBE). Stockholm, ECDC. Disponibile all’indirizzo: https://www.ecdc.europa.eu/en/tick-borne-encephalitis/facts/factsheet (ultimo accesso: 06.03.2025).
  9. Ministero della Salute, Direzione generale della Prevenzione sanitaria. Piano Nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi (PNA) 2020-2025. Roma, Ministero della Salute, 2019. Disponibile all’indirizzo: https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2947_allegato.pdf
  10. Del Manso M, Di Maggio E, Perego G et al. Arbovirosi in Italia 2023. Aggiornamento: 08/04/2024. Disponibile all’indirizzo: https://www.epicentro.iss.it/arbovirosi/dashboard-2023
  11. Lo studio sociale è stato realizzato nell’ambito della RC IZSVe 05/2021 finanziata dal Ministero della Salute. La rilevazione è stata effettuata tramite metodo Computer Assisted Web Interviewing (CAWI) dall’11 agosto al 30 settembre 2022 e sono stati raccolti 2.283 questionari compilati.  
  12. Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe). Video: “Come proteggersi dalle zecche”. 2021. Disponibile all’indirizzo: https://www.izsvenezie.it/come-proteggersi-dalle-zecche-video/
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