Sul registro tumori animali: tra limiti e sviluppo
L’istituzione di un registro tumori in oncologia veterinaria è un’esigenza da tempo molto sentita da parte di molti studiosi. Al momento nel mondo sono attivi diversi registri tumori riferiti principalmente ad animali da compagnia (cane e gatto); anche in Italia ne son stati istituiti in alcune città e/o province. Questi registri sono ispirati a un modello hospital-based oppure population-based. Nel primo caso si registrano e analizzano i dati relativi a un solo ambulatorio o clinica, nel secondo i casi relativi a una popolazione data.
Non c’è dubbio che studi epidemiologici sull’incidenza di forme tumorali in animali da compagnia e d’interesse zootecnico (equidi, piccoli e grossi ruminanti) possono rappresentare uno strumento utile in oncologia comparata, tuttavia al momento esistono ancora molti limiti che in parte ne inficiano l’efficacia. In questa lettera si elencano e argomentano i fattori che influenzano l’efficacia di un registro tumori animali evidenziandone i limiti.
- La demografia di una popolazione animale è molte volte imprecisa. Infatti, pur esistendo leggi regionali e nazionali che obbligano l’iscrizione degli animali all’anagrafe, questo non sempre avviene. I tassi di incidenza reale di una determinata neoplasia sulla popolazione reale risultano, dunque, imprecisi.
- Il fenomeno del randagismo, per quanto combattuto e perseguito, al momento appare come un ulteriore elemento che inficia il dato di incidenza.
- Le diagnosi di tumore negli animali d’affezione non sempre sono registrate in database da cui poter ricavare dati utili. Infatti, in alcuni casi i medici veterinari si affidano a laboratori diagnostici privati in Italia o all’estero. Per quanto riguarda gli animali di interesse zootecnico, difficilmente gli allevatori e/o i medici veterinari curanti si interessano alla diagnosi e cura di lesioni tumorali. Ciò non per malpractice, ma per lo scopo stesso dell’allevamento di specie animali da reddito.
- Non può essere trascurata, ai fini dell’incidenza, la predisposizione di alcune razze all’insorgenza di particolari forme tumorali (per esempio, bovaro del bernese per sarcoma istiocitico) che probabilmente è da ricondurre a una matrice genetica.
Per i motivi sopraelencati appare evidente che al momento siamo ancora lontani dal poter ricavare dati precisi di incidenza neoplastica. Sarebbe necessario in un futuro prossimo eliminare i bias di cui sopra passando anche attraverso un attento processo di formazione di tutti coloro che operano in sanità veterinaria pubblica e privata. L’istituzione di un registro tumori in oncologia veterinaria è assolutamente necessaria, poiché al momento c’è un bisogno urgente di conoscere e approfondire i possibili fattori di rischio responsabili dell’insorgenza dei tumori animali, già noti per alcune neoplasie più frequenti dei carnivori domestici. Ciò è di grande importanza anche da un punto di vista comparativo, per definire modelli animali di cancerogenesi spontanea.
Leggi la risposta di Emanuele Crocetti