Il microscopio elettronico è necessario
Sono Raffaello Vaghi, ho 41 anni e vivo a Desio in provincia di Monza Brianza.
Il recente articolo di Comba P. et al (Rischi per la salute dovuti alla presenza di amianto nei talchi cosmetici. Riflessioni sull'esperienza italiana. Epidemiol Prev 2024; 48(3):249-253) mette in evidenza la necessità di utilizzare la microscopia elettronica per il controllo dell’assenza di fibre d’amianto nei talchi commerciali.
La microscopia ottica – prescritta dalla farmacopea europea in vigore anche in Italia – è inadeguata. In proposito, con la presente lettera alla rivista sottopongo all’attenzione di Epidemiologia&Prevenzione e dei suoi lettori l’episodio che circa tre anni fa mi ha convolto e che penso possa contribuire come testimonianza delle “disattenzioni” rispetto alle contaminazioni ambientali da fibre di amianto presenti nei talchi. Descrivo brevemente l’accaduto. Utilizzando impropriamente una camera d’aria di bicicletta tagliata come tubo per svuotare una piscinetta gonfiabile, ho praticato diversi risucchi a bocca nel tentativo di far fuoriuscire l’acqua, riuscendo però solamente a inalare a pieni polmoni il talco industriale in essa contenuto (utilizzato dall’azienda produttrice cinese per non far incollare la gomma di cui è fatta quando la camera d’aria è sgonfia).
Feci analizzare la polvere rimasta all’interno della camera d’aria dopo il mio utilizzo improprio e, purtroppo, venni spiazzato dalla presenza di fibre anfibole di tremolite e crisotilo rilevate con la microscopia elettronica e con il metodo di diffrazione a raggi X (allego analisi).
Ad oggi, rimango turbato da questo episodio che, a mio avviso, testimonia quanto ancora le contaminazioni ambientali residue siano presenti sul territorio e negli oggetti di uso comune.
Leggi la risposta di Dario Consonni e Stefano Silvestri.