Lettere
16/03/2020

Migranti e salute: non esiste un rischio sanitario

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L’immigrazione verso i Paesi ad alto reddito ha registrato, negli ultimi anni, un notevole incremento, soprattutto verso i Paesi dell’Europa occidentale che risultano una delle mete più agognate.1,2 Tuttavia, ogni qualvolta si verificano importanti flussi migratori, nei Paesi ospitanti emergono diverse questioni di natura politica, socioeconomica e, in particolare, sanitaria. Nella popolazione ospitante, infatti, vi è spesso l’opinione che tra i migranti ci sia una presenza molto elevata di malattie infettive. Per questi motivi, abbiamo voluto stabilire se la presenza dei migranti sbarcati nel periodo 2014-2018 nella città di Messina possa aver rappresentato un rischio sanitario per la collettività locale in termini di potenziale e ipotetica minaccia di reintroduzione di patologie da lungo tempo sotto controllo nelle nostre zone; abbiamo, quindi, valutato le loro condizioni sanitarie generali e, in particolare, la presenza di malattie infettive diffusive. Nel quinquennio considerato (2014-2018), nel porto di Messina si sono verificati 108 sbarchi, per un totale di 38.608 migranti, prevalentemente maschi adulti (78,4%) (tabella 1). Di essi, solo il 3,4% ha avuto bisogno di ricovero ospedaliero, principalmente donne in gravidanza (44,7%), soggetti con malattie respiratorie (11,0%) e soggetti con lesioni traumatiche (7,9%). Per quanto riguarda le malattie infettive, nell’intero quinquennio sono stati notificati 1 caso di epatite E, 2 casi di malaria, 12 casi di varicella, 38 casi di tubercolosi (TB) e 2.887 casi di scabbia (dati forniti dall’UOS di Epidemiologia dell’Azienda Sanitaria Provinciale -ASP- di Messina). In particolare, i dati riguardanti i casi di TB notificati nel territorio dell’ASP di Messina nel periodo considerato sono mostrati in tabella 2. Dalla tabella si evince chiaramente che, mentre nei residenti italiani il trend risulta costante nel tempo, vi è stata un’inversione nel numero dei casi notificati tra gli stranieri residenti (in diminuzione) e quelli notificati tra i migranti (in forte aumento).
L’aumento di questi ultimi casi non risulta, tuttavia, correlato con il numero dei migranti sbarcati. In effetti, nell’ultimo anno, sebbene il numero degli sbarchi sia diminuito in modo significativo, le notifiche dei casi di TB sono rimaste considerevoli. Questa tendenza è stata, probabilmente, la conseguenza del fatto che, nell’incidenza del singolo anno, non rientrano solo i casi presenti nei migranti sbarcati in quell’anno, ma anche quelli verificatisi nei migranti già presenti nel nostro territorio, arrivati negli anni precedenti e alloggiati nei centri di accoglienza locali.
Anche se in Europa, così come in altri Paesi ad alto reddito, i casi di TB nei migranti rappresentano più della metà dei casi totali, non vi è motivo di allarme sociale, come dimostrato dal fatto che l’incidenza della TB nella popolazione residente a Messina e provincia, per tutto il periodo considerato, è rimasta stabile e ai livelli di un Paese occidentale ad alto reddito (0,03 x1.000).3,4 Ciò dipende, probabilmente, dal fatto che i contatti della popolazione migrante con quella residente sono  piuttosto limitati e che i soggetti con una forma attiva di malattia vengono, in genere, sottoposti a ricovero immediato subito dopo lo sbarco; tutto ciò riduce al minimo il rischio di trasmissione.
Il nostro studio mette in evidenza che non sussiste, a oggi, un rischio sanitario collettivo conseguente agli sbarchi di migranti avvenuti sulle nostre coste negli ultimi anni, in accordo con studi precedenti condotti in Europa, Italia compresa, che hanno dimostrato che la trasmissione di malattie dai migranti alla popolazione  ospitante è un evento estremamente raro,5-8 e che i loro principali problemi di salute sono di natura psicologica, traumatica e legati a patologie croniche non trasmissibili.9
Tuttavia, al fine di impedire l’eventuale reintroduzione e diffusione di malattie infettive nei territori ospitanti, riteniamo che sia fondamentale applicare quanto raccomandato dalle Linee guida elaborate dall’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà (INMP), in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità (ISS) e la Società italiana di medicina delle migrazioni (SIMM), riguardanti i controlli sanitari all’arrivo e i percorsi di tutela per i migranti ospiti nei centri di accoglienza.10 In particolare, nei soggetti provenienti da aree ad alta endemia tubercolare e per i quali si prevede un periodo di soggiorno superiore ai 6 mesi, la ricerca attiva della malattia tubercolare deve essere avviata già al momento della valutazione iniziale allo sbarco e  proseguita lungo tutto il percorso di accoglienza.
Inoltre, oltre a uno screening immediato per le malattie infettive in generale (tra cui HIV, HBV, e HCV), bisognerebbe attuare quanto raccomandato dalle stesse Linee guida dell’ISS10 in tema di vaccinazioni al fine di prevenire eventuali trasmissioni di malattie endemiche nel nostro territorio, come il morbillo, di cui sono stati notificati recentemente un numero molto elevato di casi.11 L’offerta dovrebbe riguardare per i bambini (0-14 anni) tutte le vaccinazioni previste dal calendario vaccinale nazionale,12 mentre per gli adulti l’offerta vaccinale dovrebbe comprendere: antipolio, antidifterite, antitetano, antipertosse; antimorbillo, antiparotite, antirosolia, antivaricella (a esclusione delle donne in gravidanza); infine, antiepatite B a tutta la popolazione adulta sottoposta a screening e risultata negativa ai  marcatori sierologici.
Concludendo, non esiste a oggi un rischio sanitario per la popolazione ospitante derivato dal fenomeno dell’immigrazione, ma riteniamo che un adeguato controllo  allo sbarco e un monitoraggio nel tempo della salute dei migranti soggiornanti nel nostro territorio rappresentino, sicuramente, armi valide e vantaggiose per salvaguardare non solo la salute della collettività, ma anche dei migranti stessi.

Conflitti di interesse dichiarati: nessuno

Bibliografia

  1. Eurostat. Statistics Explained. Migration and migrant population statistics. 2019. Disponibile all’indirizzo: https://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/pdfscache/1275.pdf
  2. United Nations, Department of Economic and Social Affairs, Population Division. International Migration Report 2015: Highlights. New York, United Nations, 2016. Disponibile all’indirizzo:https://www.un.org/en/development/desa/population/migration/ publications/migrationreport/docs/MigrationReport2015_Highlights.pdf
  3. D’Amato S, Bonfigli S, Cenci C, Maraglino FP. Tubercolosi tra gli stranieri in Italia. In: Rapporto Osservasalute 2017. Stato di salute e qualità dell’assistenza nelle regioni italiane. Milano, Prex Ed, 2018; pp. 325-27. Disponibile all’indirizzo: https://www.osservatoriosullasalute. it/osservasalute/rapporto-osservasalute-2017
  4. Baglio G, Tosti ME, Marceca M. Il controllo della tubercolosi tra gli immigrati in Italia. Linea guida salute migranti. Milano, Zadig, 2018. Disponibile all’indirizzo: https://www.inmp.it/lg/LG_Tubercolosi. pdf
  5. Eonomopoulou A, Pavli A, Stasinopoulou P, Giannopoulos LA, Tsiodras S. Migrant screening: Lessons learned from the migrant holding level at the Greek-Turkish borders. J Infect Public Health 2017;10(2):177-84.
  6. Eiset AH, Wejse C. Review of infectious diseases in refugees and asylum seekers-current status and going forward. Public Health Rev 2017;38:22.
  7. Bella A, Napoli C, Riccardo F et al. La sorveglianza sindromica nei Centri per migranti della Regione Sicilia nel periodo marzo-agosto del 2015. In: Rapporto Osservasalute 2016. Stato di salute e qualità dell’assistenza nelle regioni italiane. Disponibile all’indirizzo: http://www.osservatoriosullasalute.it/osservasalute/rapporto-osservasalute-2016
  8. Baglio G, Di Palma F, Eugeni E, Fortino A. Gli immigrati irregolari: cosa sappiamo della loro salute? Epidemiol Prev 2017;41(3-4) Suppl 1:57-63.
  9. European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC). Rapid risk assessment: Communicable disease risks associated with the movement of refugees in Europe during the winter season. 2015. Disponibile all’indirizzo: https://ecdc.europa.eu/en/publications-data/rapid-risk-assessment-communicable-disease-risks-associated-movement-refugees
  10. Baglio G, Tosti ME, Marceca M. I controlli alla frontiera/La frontiera dei controlli. Controlli sanitari all’arrivo e percorsi di tutela per i migranti ospiti nei centri di accoglienza. Linea guida salute migranti. Milano, Zadig, 2017. Disponibile all’indirizzo http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2624_allegato.pdf
  11. Palamara MA, Visalli G, Picerno I et al. Measles outbreak from February to August 2017 in Messina, Italy. J Prev Med Hyg 2018;59(1):E8-13.
  12. Di Pietro A, Visalli G, Antonuccio GM, Facciolà A. Today’s vaccination policies in Italy: The National Plan for Vaccine Prevention 2017-2019 and the Law 119/2017 on the mandatory vaccinations. Ann Ig 2019;31(2) Suppl 1:54-64.
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