Interventi
18/10/2024

La salute degli immigrati in Italia: il punto di vista dell’INMP

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La popolazione straniera rappresenta l’8,6% (circa 5 milioni) del totale dei residenti e quindi è necessario monitorarne lo stato di salute. Gli stranieri hanno tassi standardizzati di mortalità di circa la metà rispetto agli italiani. In termini di ospedalizzazione, tassi e cause di ricovero differiscono sostanzialmente per l’età mediamente più giovane degli stranieri. In particolare, tra le donne straniere si osserva un peso molto più elevato delle degenze in ambito ostetrico. La salute materno-infantile è una delle principali criticità per gli stranieri, specie per l’assistenza in gravidanza, che si riflette anche sui peggiori esiti di salute dei neonati.
Difficoltà di accesso e di utilizzo dei servizi territoriali di base e specialistici sono confermate dalla maggior proporzione di ricoveri ordinari in urgenza tra gli stranieri, dal rischio più elevato di essere ricoverati per cause che potrebbero essere trattate in un setting ambulatoriale e dalla maggior frequenza di accesso in pronto soccorso con codice di triage bianco/verde.
La pandemia ha accentuato le disuguaglianze di salute, perché ha colpito in maniera più grave, in termini di contagio e di esiti, gli strati sociali più svantaggiati della popolazione, tra cui gli immigrati.
Analogamente a quanto si osserva nei Paesi di più lunga tradizione migratoria, gli immigrati potrebbero diventare la parte meno sana della popolazione anche in Italia, dove l’accesso alle cure è universalmente garantito.

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