Interventi
16/12/2024

Il Progetto CCM “Metodologie di screening fenotipiche e molecolari per il rilevamento delle colonizzazioni da enterobatteri resistenti ai carbapenemi (CRE)”

, , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,

Gli Enterobatteri resistenti ai carbapenemi (CRE) sono ritenuti a livello globale una delle principali minacce per la salute pubblica. Le linee guida nazionali e internazionali sottolineano l’importanza di politiche di sorveglianza di routine attiva per prevenire la loro trasmissione. Di conseguenza, lo screening per la valutazione dello stato di colonizzazione da CRE in pazienti ospedalizzati è considerato fondamentale per contenere e controllare la diffusione di questi microrganismi e la loro evoluzione verso un quadro di infezione. 
Il Progetto CCM–Ministero della Salute intitolato Metodologie di screening fenotipiche e molecolari per il rilevamento delle colonizzazioni da enterobatteri resistenti ai carbapenemi (CRE) si è svolto nel periodo compreso tra febbraio 2018 e gennaio 2021 con l’obiettivo di valutare i test fenotipici e molecolari quali metodi in grado di rilevare i pazienti colonizzati da CRE in ambito ospedaliero in Italia. Per valutare l’impatto della pandemia di SARS-CoV-2 sulla colonizzazione da CRE, il periodo di osservazione è stato suddiviso in due: un primo periodo che andava da settembre 2018 a settembre 2019, un secondo periodo da ottobre 2019 a settembre 2020.
Quale obiettivo generale del progetto, è stata opportunamente prevista la valutazione dell’efficacia dei metodi; al fine di acquisire ulteriori informazioni sono stati inseriti quattro obiettivi specifici: 1. confrontare i metodi fenotipici in termini di rapidità con il metodo molecolare; 2. quantificare la frequenza di colonizzazione all’ingresso e durante il ricovero nei reparti di terapia intensiva (ICU) e non ICU; 3. valutare l’efficacia degli interventi di screening; 4. prevedere attività che attestano l’importanza dello screening.
Allo studio hanno partecipato sette centri ospedalieri, dislocati in differenti Regioni, rappresentative di aree geografiche diverse: tre al Nord, una al centro e tre al Sud Italia. Sono stati arruolati 11.063 pazienti, i cui dati sono stati inseriti in una piattaforma IT dedicata. Al fine di valutare il ruolo dell’ospedalizzazione nella colonizzazione, i tamponi rettali sono stati eseguiti all’ammissione e, se negativi, settimanalmente per tre settimane.
È stata confermata la capacità del test molecolare di rilevare i pazienti colonizzati e la presenza di marcatori di resistenza entro 60 minuti dall’arrivo del campione in laboratorio. La prevalenza dei CRE è aumentata durante la pandemia causata da SARS-CoV-2, soprattutto negli ospedali del Sud. K. pneumoniae è stata la specie più frequentemente associata ai pazienti colonizzati da CRE.
Sono state avviate attività di formazione per il personale ospedaliero al fine di ridurre la frequenza di colonizzazione nei reparti. Tutti i centri partecipanti al progetto hanno definito le procedure da applicare localmente per lo screening dei pazienti colonizzati da CRE e avviato attività di screening.

Vai all'articolo su epiprev.it Versione Google AMP