Post dei blog
25/07/2019

Proviamo a guardarci nello specchio per ragionare su quanto stiamo facendo con questo Blog!

Abbiamo sempre affermato che in sanità, come in altre attività, è necessario eseguire periodicamente la valutazione di ciò che si sta facendo. Dopo tanti mesi dall’apertura del blog e prima di prendere qualche giorno di riposo in montagna non è fuori luogo chiedersi se sia utile continuare a pubblicare questo Blog. Anche ai lettori chiedo di esprimere la loro valutazione.

Ho chiesto ad amici e colleghi di dirmi cosa ne pensano di questo blog e soprattutto se ritengano che sia utile promuovere e sviluppare il dibattito sui temi della sanità. Le risposte non sono state tutte concordi anche se, per fortuna, nessuno mi ha consigliato di smettere e così, ancora almeno per un po’, continuerò a scrivere.

Le due obiezioni maggiori sono state queste: la prima è che è difficile e un po’ noioso, la seconda è che questo tipo di impostazione è superato dai dibattiti sui cosiddetti “social”. Forse allora è bene innanzitutto dirci a chi è destinato il blog: è destinato ai lettori, attuali o potenziali, di Epidemiologia&Prevenzione, che sono prevalentemente operatori sanitari o comunque coinvolti nella gestione o nel governo della sanità. Non si è pensato certo ad un blog per un pubblico vasto di utenti del SSN che potrebbero invece essere più interessati ad indicazioni relative a specifiche prestazioni preventive, diagnostiche o terapeutiche. Ci sono molti siti e alcuni blog dove i malati cercano delle informazioni e delle indicazioni; non è certo questo tipo il blog che stiamo cercando di sviluppare. 

L’ipotesi di lavoro è che sia necessario tornare a ragionare sui temi del governo della sanità che troppe volte sono lasciati a generiche dichiarazioni di inadeguatezza o a lamentele per episodi di non buona sanità. Forse i temi sono noiosi per chi non ha a cuore le sorti del SSN ma a noi sembra che sia necessario elaborare riflessioni o ragionamenti. Non basta proporre degli allarmi, degli auspici, delle speranze … occorre cercare di fare delle analisi delle diverse situazioni e di suggerire possibili linee di miglioramento. Spesso questa operazione diventa effettivamente noiosa ma è crediamo necessaria; per quanto riguarda invece la difficoltà dei temi o del linguaggio a noi sembra che questo possa risultare tale solo a chi è estraneo all’ambito sanitario e comunque cogliamo questo  suggerimento per i prossimi interventi che cercheranno di essere più accessibili anche ai “non addetti ai lavori sanitari”. 

Che invece questo blog sia un modello di comunicazione superato è una obiezione che non condividiamo. Lo stile comunicativo tipo twitter tende a condensare una idea in un flash istantaneo cui si risponde spesso anche con reazioni facilmente farcite, ahimè, di banalità se non addirittura di contumelie o di volgarità. Per dare una notizia o per schierarsi in un dibattito twitter può essere uno strumento valido ma non si può negare che tenda a disabituare al ragionamento complesso.

Qual è la percentuale di utilizzo dei nostri “apparati” quando leggiamo o scriviamo su un social? Ci facciamo prendere solitamente di più dalle emozioni o dai ragionamenti? è facile evocare motivi di dissenso o addirittura di rabbia, ed infatti un singolo episodio di mala sanità, e purtroppo sono ahimè frequenti, porta poi facilmente a suggerire la conclusione che tutta la sanità non funzioni.

Affermazioni lontane dal vero come “la spesa sanitaria è eccessiva e fuori controllo”, “in sanità è tutto un mangia mangia”, “i medici guadagnano di più di quello che meritano”, ecc. ecc. sono purtroppo facilmente credute e sono poi difficili da contraddire soprattutto in un clima generale di sfiducia nelle caste, e quella sanitaria, purtroppo molto spesso, fa di tutto per essere vissuta come casta.

Il successo delle medicine alternative e dei tanti “guaritori”, “dietisti”, diremmo anche spesso “ciarlatani”, che pontificano sui canali televisivi, nel web, sui rotocalchi, è una dimostrazione di come sia facile in campo sanitario evocare sensazioni invece che favorire ragionamenti. Un altro aspetto negativo è la difesa ad oltranza dell’esistente invece che una elaborazione di ipotesi correttive. La 833 ha quarant’anni e certamente non dobbiamo assolutamente sopprimerla ma ha bisogno di lifting anche sostanziosi; non dobbiamo aver paura di cambiare ma solo di cambiare in peggio!

Se provassimo a progettare un sistema sanitario universalistico come se l’attuale non esistesse, lo faremmo tale e quale o cambieremmo qualcosa? Il MMG, ad esempio, figura che ha le sue radici in quella quasi “romantica” del medico condotto, è ancora la soluzione migliore per una efficace sanità territoriale? Il pronto soccorso affiancato alle astanterie nosocomiali è un modello adeguato a risolvere le emergenze? Occorre ragionare sui passati quarant’anni del SSN, ma anche, e soprattutto, ragionare per progettare la sanità dei prossimi quarant’anni.

Questo blog poco può fare ma quel poco è invitare a ragionare, a confrontarsi, a valutare, a progettare. Ed è per questo che ci fa piacere ogni vostro intervento critico che da più sostanza ai ragionamenti proposti dal blog.


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